Voglio raccontarvi un viaggio fatto la scorsa estate, tenuto dentro ed elaborato per qualche mese, fatto di tanti piccoli momenti, di tante immagini scattate con la mente e col cuore che riaffiorano di tanto in tanto addolcite dal tempo e dal ritorno a casa e alla vita di sempre… Voglio raccontarvi la “mia” Scozia, quella che ho visto dal sellino posteriore di una moto, cavalcando immensi sconfinati spazi assieme al compagno della mia vita, avvolta a tratti in un turbinio di pensieri, a tratti nella più dolce spensieratezza…
Penso che ogni strada, ogni luogo, ogni confine abbia un suo umore che trasmette al nostro corpo attraverso le vibrazioni dell’asfalto, attraverso gli spazi, gli odori, i colori che dischiude al nostro passaggio… E penso che la moto non sia solo un pezzo di ferro che ti porta dove vuoi, ma abbia anch’essa un’anima che soffre o gioisce a seconda dell’umore della strada e di chi la percorre…
Il mio viaggio in Scozia è stato pieno zeppo di strade con un’anima, impegnative per i cd. passing places ma avvolgenti come abbracci…
Ho goduto di ogni curva, di ogni scorcio, di ogni spazio, di ogni alito di vento, di ogni goccia di pioggia e di ogni bacio di sole…Ho goduto perché amo l’aria, la libertà, la gioia di quando mi fondo con Andrea e la nostra RT in un tutt’uno che a sua volta diventa parte dinamica del luogo in cui si trova… Ho salutato gioiosamente ogni creatura di Dio incrociata nel corso delle nostre cavalcate solitarie, fosse essa un uomo, una donna o più semplicemente una pecora dalla lunga lana appallottolata… E custodisco nel mio cuore l’immenso calore delle case scozzesi dove ho dormito e fatto abbondanti colazioni…
Quando abbiamo deciso di fare questo viaggio, pur avendo a disposizione soltanto tre settimane, guardavo ad esso come al completamento del viaggio fatto in Irlanda la scorsa estate… Ma è bastato poco per capire che ogni viaggio è uguale solo a se stesso e che ogni posto va guardato e assaporato col cuore libero da fantasmi e ricordi, senza fare paragoni e vivendolo intensamente…
Ciò che a me è più rimasto impresso è l’immensità degli spazi verdi ai bordi delle strade, dove profumati boschi di pini si alternano a ruscelli e immensi prati… Ho visto cervi e caprioli selvatici, lepri che saltellavano sui prati, spiagge piene di paffute e dolcissime foche…Mai avevo osservato i cervi così da vicino, addirittura in branchi, felici al centro di una natura incontaminata e bellissima… Tante sfumature di verde e di grigio… Ovunque laghi e specchi d’acqua in cui si riflette un cielo dalle mille vivide sfumature e dai tanti contrasti… E poi il mare, i fiordi, i castelli, le cascate, i fiumi vigorosi, le montagne alte e panoramiche mete di voraci escursionisti di ogni nazionalità… Un crescendo fino all’estremo Nord, passando per la splendida Edimburgo, regina d’arte… Ho cercato di riempire ogni momento, di acchiappare tutto ciò che l’ospitale terra scozzese mi porgeva, alternando a sgroppate di centinaia di chilometri gite in barca e passeggiate solitarie sulle lagune lasciate scoperte dalle impetuose maree… Ho contato le meduse, i sassi, le conchiglie, i germogli di orchidee lungo le stradine di montagna… Ho sorseggiato a cup of tea sulla veranda di un bianco cottage a Skye, ho combattuto con i voraci insetti che rendono impossibile un pic nic senza sole o una passeggiata dopo il tramonto…Ho conosciuto i sorrisi, l’ospitalità e la cortesia di una vivace signora di mezza età con la quale abbiamo condiviso un piatto di spaghetti olio aglio e peperoncino… Ho capito, dopo parecchi giorni, che quei piccoli villaggi sperduti che d’estate pullulano di turisti, in inverno non vedono abitanti annoiati o tristi ma gente laboriosa che trova nella comunità una semplice gioiosa dimensione del vivere quotidiano…
Colgo l’appello di Tiziano, il nostro Diretur, di raccontare un viaggio attraverso le sensazioni che esso c’ha lasciato, senza fare l’elenco delle cose fatte in ogni singolo giorno… Penso che la Scozia possa essere raccontata soltanto così e attraverso le immagini, perché è un paese con un’anima così bella che il vero viaggiatore non può non cogliere…
E ringrazio Andrea e la motona per avermici portato, condividendo nel silenzio e negli sguardi l’emozione di quegli ottomila chilometri percorsi che sono stati tutti ma proprio tutti immensamente belli…
Penso che ogni strada, ogni luogo, ogni confine abbia un suo umore che trasmette al nostro corpo attraverso le vibrazioni dell’asfalto, attraverso gli spazi, gli odori, i colori che dischiude al nostro passaggio… E penso che la moto non sia solo un pezzo di ferro che ti porta dove vuoi, ma abbia anch’essa un’anima che soffre o gioisce a seconda dell’umore della strada e di chi la percorre…
Il mio viaggio in Scozia è stato pieno zeppo di strade con un’anima, impegnative per i cd. passing places ma avvolgenti come abbracci…
Ho goduto di ogni curva, di ogni scorcio, di ogni spazio, di ogni alito di vento, di ogni goccia di pioggia e di ogni bacio di sole…Ho goduto perché amo l’aria, la libertà, la gioia di quando mi fondo con Andrea e la nostra RT in un tutt’uno che a sua volta diventa parte dinamica del luogo in cui si trova… Ho salutato gioiosamente ogni creatura di Dio incrociata nel corso delle nostre cavalcate solitarie, fosse essa un uomo, una donna o più semplicemente una pecora dalla lunga lana appallottolata… E custodisco nel mio cuore l’immenso calore delle case scozzesi dove ho dormito e fatto abbondanti colazioni…
Quando abbiamo deciso di fare questo viaggio, pur avendo a disposizione soltanto tre settimane, guardavo ad esso come al completamento del viaggio fatto in Irlanda la scorsa estate… Ma è bastato poco per capire che ogni viaggio è uguale solo a se stesso e che ogni posto va guardato e assaporato col cuore libero da fantasmi e ricordi, senza fare paragoni e vivendolo intensamente…
Ciò che a me è più rimasto impresso è l’immensità degli spazi verdi ai bordi delle strade, dove profumati boschi di pini si alternano a ruscelli e immensi prati… Ho visto cervi e caprioli selvatici, lepri che saltellavano sui prati, spiagge piene di paffute e dolcissime foche…Mai avevo osservato i cervi così da vicino, addirittura in branchi, felici al centro di una natura incontaminata e bellissima… Tante sfumature di verde e di grigio… Ovunque laghi e specchi d’acqua in cui si riflette un cielo dalle mille vivide sfumature e dai tanti contrasti… E poi il mare, i fiordi, i castelli, le cascate, i fiumi vigorosi, le montagne alte e panoramiche mete di voraci escursionisti di ogni nazionalità… Un crescendo fino all’estremo Nord, passando per la splendida Edimburgo, regina d’arte… Ho cercato di riempire ogni momento, di acchiappare tutto ciò che l’ospitale terra scozzese mi porgeva, alternando a sgroppate di centinaia di chilometri gite in barca e passeggiate solitarie sulle lagune lasciate scoperte dalle impetuose maree… Ho contato le meduse, i sassi, le conchiglie, i germogli di orchidee lungo le stradine di montagna… Ho sorseggiato a cup of tea sulla veranda di un bianco cottage a Skye, ho combattuto con i voraci insetti che rendono impossibile un pic nic senza sole o una passeggiata dopo il tramonto…Ho conosciuto i sorrisi, l’ospitalità e la cortesia di una vivace signora di mezza età con la quale abbiamo condiviso un piatto di spaghetti olio aglio e peperoncino… Ho capito, dopo parecchi giorni, che quei piccoli villaggi sperduti che d’estate pullulano di turisti, in inverno non vedono abitanti annoiati o tristi ma gente laboriosa che trova nella comunità una semplice gioiosa dimensione del vivere quotidiano…
Colgo l’appello di Tiziano, il nostro Diretur, di raccontare un viaggio attraverso le sensazioni che esso c’ha lasciato, senza fare l’elenco delle cose fatte in ogni singolo giorno… Penso che la Scozia possa essere raccontata soltanto così e attraverso le immagini, perché è un paese con un’anima così bella che il vero viaggiatore non può non cogliere…
E ringrazio Andrea e la motona per avermici portato, condividendo nel silenzio e negli sguardi l’emozione di quegli ottomila chilometri percorsi che sono stati tutti ma proprio tutti immensamente belli…