Vi è mai capitato di non sapere dove andare? E’ quello che è successo a noi quest’estate.
Gli ultimi tre anni sono stati importanti sul piano dei viaggi, pieni di conquiste, di sogni che son diventati realtà uno dopo l’altro: Capo Nord, Nepal, Alvernia, Normandia e Bretagna, Patagonia, Stati Uniti occidentali…
Poi abbiamo avuto una piccola stasi, non una crisi ma più un momento di inerzia forse scaturito dal dolore per la perdita di un caro amico, e così fino a tre settimane prima delle ferie non sapevamo ancora dove andare…
Alla fine abbiamo deciso di puntare il manubrio della nostra fedele RT verso la Norvegia, più che altro per visitare i fiordi meridionali, rimasti fuori dal viaggio a Caponord del 2008 per un banale problema di tempo…
In realtà i fiordi li visiteremo, ma poi ci lasceremo guidare solo dall’istinto, un po’ delusi da quella stessa Norvegia che tre anni prima ci aveva tanto emozionato con i suoi paesaggi solitari, le renne, la sua luce bianca che fa splendere ogni cosa, l’inconfondibile dominante azzurra… E così inizierà una lunga cavalcata nelle splendide “terre di mezzo” tra le renne e casa! Alla ricerca non soltanto di bei panorami, ma anche di quell’aspetto socio-culturale che è stato la grande scoperta ed il valore aggiunto dei nostri viaggi extraeuropei degli ultimi anni… Non è la Norvegia ad essere cambiata, siamo noi e il nostro modo di guardarci attorno…
Quello che forse ha più di ogni altra cosa influenzato il nostro itinerario è stata la forzata pausa di riflessione in Germania dovuta ad un guasto del mezzo… Dopo i mille chilometri del primo giorno, percorsi attraverso la Svizzera (San Bernardino) per evitare l’esodo di sabato 30 luglio, Andrea ha cominciato a percepire un rumoretto sospetto, sempre più intenso, che ci ha fatto deviare la rotta verso Monaco: se davvero a lamentarsi era l’alternatore meglio sostituirlo nella patria della BMW, piuttosto che chiamare un carro attrezzi in Norvegia! E purtroppo la previsione di Andrea si è rivelata esatta: abbiamo dovuto sostituire l’alternatore, nonostante i cuscinetti fossero stati cambiati appena 20.000 chilometri prima, il tutto per l’esorbitante cifra di 1072, 87 euro! Così abbiamo scoperto che in Germania i pezzi di ricambio originali costano quanto in Italia, ma la manodopera costa tre volte che da noi…
Le tre giornate trascorse a spasso per Monaco ci hanno però fatto scoprire una città favolosa, piena di vita e si sole… E la buona birra bavarese ha rapidamente scacciato via la brutta sensazione del salasso operato nei nostri confronti dalla BMW!
Ripartiti con la mukka guarita, ci siamo divorati 950 chilometri di lavori in corso e di esodo ed abbiamo scoperto una seconda bellissima città tedesca: Flemburgh.
Poi abbiamo attraversato la Danimarca per imbarcarci per Kristianstad, ma abbiamo dovuto aspettare un giorno perché i pochi posti moto del traghetto erano tutti esauriti. Nell’attesa siamo andati alla scoperta di quella noiosa piatta carissima terra di passaggio che è la Danimarca e, a parte campi di grano e cervi, abbiamo scoperto un faro nella sabbia circondato da dune altissime molto suggestivo… Inoltre abbiamo fatto la conoscenza di un piccolo gruppo di viaggiatori francesi con i quali abbiamo condiviso esperienze ed aspettative.
Sbarcati in Norvegia già con l’antipioggia addosso, ci siamo recati alla base del Preikestoken, non troppo convinti di affrontare la salita in vetta anche a causa del cattivo tempo… La pioggia non ci ha dato tregua per ben quattro giorni: rari sono stati i momenti in cui i fiordi si sono leggermente illuminati sotto un raggio di luce, e dunque –a parte il piacere di guida- questa parte della Norvegia non ci ha dato molto. Ma al disagio del cattivo tempo si sono aggiunti altri due elementi negativi: il traffico molto intenso e lento a causa dei tantissimi mezzi pesanti e –soprattutto- la difficoltà di trovare da dormire dovuta alla scarsissima ricettività turistica della Norvegia meridionale. Ovunque ci fermassimo ci sentivamo dire che era “full”, e così abbiamo passato ore alla ricerca di un alloggio. Una sera ci siamo fermati esausti in una hytter fatiscente in riva al lago in un piccolo comprensorio di casette; un cartello diceva che se c’era la chiave nella toppa allora la casetta era libera e che verso sera il proprietario sarebbe passato a riscuotere l’obolo! Come noi, c’erano altri “disperati” rimasti senza un tetto, tra cui due mototuristi di Monaco in sella a due F650 GS mono (la stessa moto con cui abbiamo percorso la Patagonia) con i quali abbiamo chiacchierato a lungo… Ci siamo addormentati con addosso calzettoni e pile perché il sacco a pelo da solo non bastava a causa di una finestra rotta e della totale assenza di riscaldamento, pensando che con quei pochi gradi difficilmente pulci e pidocchi avrebbero potuto proliferare e attaccarci!
L’indomani alle 12 eravamo già a fare la processione da un campeggio all’altro alla periferia di Bergen: era tutto“booked”, poi siamo riusciti a trovare un monolocale a 120 euro che abbiamo condiviso per due notti –assieme ai racconti di viaggio ed alle emozioni provate- con Zivas e Valeria, in discesa da Caponord… Stento ancora a credere alla fortuna che hanno avuto di non prendere in due settimane di viaggio in Norvegia neppure una goccia d’acqua, e sono molto felice per loro anche perché credo che la decisione di andare in Norvegia l’abbiano presa anche a causa nostra! Comunque sia, arrivati a Bergen, anche a loro è toccata un po’ di pioggia…Fortuna che il giorno dedicato alla visita della città, a parte uno scroscio forte al mattino mentre eravamo in moto, è stato abbastanza asciutto!
Tra i ricordi più belli l’incontro con un motociclista partito nove mesi fa dall’Australia per fare il giro del mondo!
Dopo Bergen, salutati i nostri carissimi amici eugubini, abbiamo cominciato ad internarci, per percorrere alcune strade alternative di montagna (di cui una sterrata a pedaggio) che ci avevano consigliato Paolo ed Oscar…
Nonostante i copiosi scrosci d’acqua e le temperature tra 3 e 10 gradi, abbiamo trascorso finalmente due giornate in cui ci siamo davvero sentiti in viaggio: tanti camping e nessuna difficoltà a trovare una sistemazione per la notte, ma soprattutto lunghe cavalcate solitarie in quota senza traffico e roulottes su strade desolate e selvagge come ricordavamo essere quelle percorse nel 2008! Non posso farci niente, la Norvegia che piace a noi sta su, a nord!
Purtroppo però, visitata Roros, abbiamo dovuto cominciare a fare due calcoli in termini di tempo e chilometri: i giorni persi a Monaco e in Danimarca si sono fatti sentire, considerato che non avevamo intenzione di rifare le strade percorse nel 2008 bensì di visitare l’estremo nord fino al confine con la Russia.
E invece, all’improvviso ed all’unisono, abbiamo deciso di invertire la rotta e di improvvisare. Così abbiamo cominciato una lunga solitaria discesa nell’interno della Norvegia lungo strade desolate e poco turistiche piene di splendidi laghi e di animali. Siamo riusciti a vedere delle renne allo stato brado, ma anche stavolta non abbiamo incontrato l’alce, presente più che altrove proprio lungo le strade da noi percorse. Abbiamo ritrovato il giusto ritmo, temperature gradevoli e perfino delle belle giornate di sole!
Poi una tappa rigenerante in Svezia, a Malmo, città che a noi piace molto e che abbiamo scoperto in occasione di un viaggio in Svezia fatto in moto nel 2007. Per la terza volta ci ha dato confort, buon umore e ottimo cibo! A saperlo che Charlino era lì, potevamo finalmente conoscerci!
Poi di nuovo il ponte sull’Oresund e la lunga piatta e costosa terra danese, fino all’amata Germania. Qui abbiamo trascorso due belle giornate a Lubecca, città che volevamo visitare da tempo, e che non ha deluso le nostre aspettative nonostante ci abbia accolto sotto una pioggia torrenziale.
Uno sguardo alle previsioni del tempo e decidiamo di scendere fino all’Austria, in un’unica tappa di oltre mille chilometri, fino a Zell Am See, per percorrere la Glosslocknerstrasse… Qui trascorriamo una giornata incredibile a dondolarci tra panorami mozzafiato e montagne altissime, in mezzo a centinaia forse migliaia di moto… Che meraviglia!
Allo scoccare del ventesimo giorno sembra essere arrivato il momento di tornare a casa: di giovedì, prima che l’esodo dei vacanzieri complichi tutto…
Abbiamo già percorso 160 chilometri di strada di montagna e due passi, a breve inforcheremo la A23 a Tolmezzo, quando leggo una freccia marrone con su scritto “Zoncolan” e mi vengono in mente i racconti dell’amico Bagnatozuppo su questo passo… Quando partì appositamente da Lecce per conquistarlo fece tappa da noi a Pescara e il suo entusiamo e la sua curiosità ci contagiarono all’istante! Convinco Andrea a fare dietrofront e ad affrontare lo strettissimo passo in due e a pieno carico…
Lo Zoncolan si rivela splendido, strettissimo e molto ripido: ce lo gustiamo piano piano, tutto in prima, felici come due monelli che ne hanno appena combinata una delle loro! La discesa si rivela ancora più spettacolare!
In cima al passo ci fermiamo in una malga a gustare un piatto tipico di formaggi e dei porcini alla griglia…peccato non potersi far fuori un bel bicchiere di rosso! Ma fa tanto caldo e noi siamo decisi a proseguire nel nostro ritorno “intelligente” a casa… I chilometri da percorrere sono ancora più di settecento...
Scesi dallo Zoncolan, con la temperatura che sfiorava i 36 gradi, mi è tornato alla mente un suggerimento che mi diede un americano nel deserto del Nevada, dopo che gli raccontai che stavo per lasciare la pelle nella Death Valley a 51 gradi a casua di un principio di ipertermia: stringiti un fazzoletto bagnato attorno al collo e vedrai che percepirai meno il caldo. Detto fatto! Al primo autogrill inzuppiamo i buff d’acqua e ripetiamo l’operazione dopo duecento chilometri…
Alle 23 inforchiamo il cancello di casa, con il contachilometri che segna 7745, appagati ma dispiaciuti di aver dovuto concludere il viaggio proprio quando avevamo trovato il ritmo giusto, un ritmo gioioso e vagabondo che a dargli retta chissà quando saremmo rientrati!
Ma a metà novembre compirò quarant’anni e con Andrea abbiamo deciso di festeggiarli in moto da qualche parte… Speriamo che il tempo sia clemente e l’autunno ci regali un clima mite, tante stradine solitarie e questa stessa gioiosa – a tratti malinconica se penso a chi non c’è più- spensieratezza…
Gli ultimi tre anni sono stati importanti sul piano dei viaggi, pieni di conquiste, di sogni che son diventati realtà uno dopo l’altro: Capo Nord, Nepal, Alvernia, Normandia e Bretagna, Patagonia, Stati Uniti occidentali…
Poi abbiamo avuto una piccola stasi, non una crisi ma più un momento di inerzia forse scaturito dal dolore per la perdita di un caro amico, e così fino a tre settimane prima delle ferie non sapevamo ancora dove andare…
Alla fine abbiamo deciso di puntare il manubrio della nostra fedele RT verso la Norvegia, più che altro per visitare i fiordi meridionali, rimasti fuori dal viaggio a Caponord del 2008 per un banale problema di tempo…
In realtà i fiordi li visiteremo, ma poi ci lasceremo guidare solo dall’istinto, un po’ delusi da quella stessa Norvegia che tre anni prima ci aveva tanto emozionato con i suoi paesaggi solitari, le renne, la sua luce bianca che fa splendere ogni cosa, l’inconfondibile dominante azzurra… E così inizierà una lunga cavalcata nelle splendide “terre di mezzo” tra le renne e casa! Alla ricerca non soltanto di bei panorami, ma anche di quell’aspetto socio-culturale che è stato la grande scoperta ed il valore aggiunto dei nostri viaggi extraeuropei degli ultimi anni… Non è la Norvegia ad essere cambiata, siamo noi e il nostro modo di guardarci attorno…
Quello che forse ha più di ogni altra cosa influenzato il nostro itinerario è stata la forzata pausa di riflessione in Germania dovuta ad un guasto del mezzo… Dopo i mille chilometri del primo giorno, percorsi attraverso la Svizzera (San Bernardino) per evitare l’esodo di sabato 30 luglio, Andrea ha cominciato a percepire un rumoretto sospetto, sempre più intenso, che ci ha fatto deviare la rotta verso Monaco: se davvero a lamentarsi era l’alternatore meglio sostituirlo nella patria della BMW, piuttosto che chiamare un carro attrezzi in Norvegia! E purtroppo la previsione di Andrea si è rivelata esatta: abbiamo dovuto sostituire l’alternatore, nonostante i cuscinetti fossero stati cambiati appena 20.000 chilometri prima, il tutto per l’esorbitante cifra di 1072, 87 euro! Così abbiamo scoperto che in Germania i pezzi di ricambio originali costano quanto in Italia, ma la manodopera costa tre volte che da noi…
Le tre giornate trascorse a spasso per Monaco ci hanno però fatto scoprire una città favolosa, piena di vita e si sole… E la buona birra bavarese ha rapidamente scacciato via la brutta sensazione del salasso operato nei nostri confronti dalla BMW!
Ripartiti con la mukka guarita, ci siamo divorati 950 chilometri di lavori in corso e di esodo ed abbiamo scoperto una seconda bellissima città tedesca: Flemburgh.
Poi abbiamo attraversato la Danimarca per imbarcarci per Kristianstad, ma abbiamo dovuto aspettare un giorno perché i pochi posti moto del traghetto erano tutti esauriti. Nell’attesa siamo andati alla scoperta di quella noiosa piatta carissima terra di passaggio che è la Danimarca e, a parte campi di grano e cervi, abbiamo scoperto un faro nella sabbia circondato da dune altissime molto suggestivo… Inoltre abbiamo fatto la conoscenza di un piccolo gruppo di viaggiatori francesi con i quali abbiamo condiviso esperienze ed aspettative.
Sbarcati in Norvegia già con l’antipioggia addosso, ci siamo recati alla base del Preikestoken, non troppo convinti di affrontare la salita in vetta anche a causa del cattivo tempo… La pioggia non ci ha dato tregua per ben quattro giorni: rari sono stati i momenti in cui i fiordi si sono leggermente illuminati sotto un raggio di luce, e dunque –a parte il piacere di guida- questa parte della Norvegia non ci ha dato molto. Ma al disagio del cattivo tempo si sono aggiunti altri due elementi negativi: il traffico molto intenso e lento a causa dei tantissimi mezzi pesanti e –soprattutto- la difficoltà di trovare da dormire dovuta alla scarsissima ricettività turistica della Norvegia meridionale. Ovunque ci fermassimo ci sentivamo dire che era “full”, e così abbiamo passato ore alla ricerca di un alloggio. Una sera ci siamo fermati esausti in una hytter fatiscente in riva al lago in un piccolo comprensorio di casette; un cartello diceva che se c’era la chiave nella toppa allora la casetta era libera e che verso sera il proprietario sarebbe passato a riscuotere l’obolo! Come noi, c’erano altri “disperati” rimasti senza un tetto, tra cui due mototuristi di Monaco in sella a due F650 GS mono (la stessa moto con cui abbiamo percorso la Patagonia) con i quali abbiamo chiacchierato a lungo… Ci siamo addormentati con addosso calzettoni e pile perché il sacco a pelo da solo non bastava a causa di una finestra rotta e della totale assenza di riscaldamento, pensando che con quei pochi gradi difficilmente pulci e pidocchi avrebbero potuto proliferare e attaccarci!
L’indomani alle 12 eravamo già a fare la processione da un campeggio all’altro alla periferia di Bergen: era tutto“booked”, poi siamo riusciti a trovare un monolocale a 120 euro che abbiamo condiviso per due notti –assieme ai racconti di viaggio ed alle emozioni provate- con Zivas e Valeria, in discesa da Caponord… Stento ancora a credere alla fortuna che hanno avuto di non prendere in due settimane di viaggio in Norvegia neppure una goccia d’acqua, e sono molto felice per loro anche perché credo che la decisione di andare in Norvegia l’abbiano presa anche a causa nostra! Comunque sia, arrivati a Bergen, anche a loro è toccata un po’ di pioggia…Fortuna che il giorno dedicato alla visita della città, a parte uno scroscio forte al mattino mentre eravamo in moto, è stato abbastanza asciutto!
Tra i ricordi più belli l’incontro con un motociclista partito nove mesi fa dall’Australia per fare il giro del mondo!
Dopo Bergen, salutati i nostri carissimi amici eugubini, abbiamo cominciato ad internarci, per percorrere alcune strade alternative di montagna (di cui una sterrata a pedaggio) che ci avevano consigliato Paolo ed Oscar…
Nonostante i copiosi scrosci d’acqua e le temperature tra 3 e 10 gradi, abbiamo trascorso finalmente due giornate in cui ci siamo davvero sentiti in viaggio: tanti camping e nessuna difficoltà a trovare una sistemazione per la notte, ma soprattutto lunghe cavalcate solitarie in quota senza traffico e roulottes su strade desolate e selvagge come ricordavamo essere quelle percorse nel 2008! Non posso farci niente, la Norvegia che piace a noi sta su, a nord!
Purtroppo però, visitata Roros, abbiamo dovuto cominciare a fare due calcoli in termini di tempo e chilometri: i giorni persi a Monaco e in Danimarca si sono fatti sentire, considerato che non avevamo intenzione di rifare le strade percorse nel 2008 bensì di visitare l’estremo nord fino al confine con la Russia.
E invece, all’improvviso ed all’unisono, abbiamo deciso di invertire la rotta e di improvvisare. Così abbiamo cominciato una lunga solitaria discesa nell’interno della Norvegia lungo strade desolate e poco turistiche piene di splendidi laghi e di animali. Siamo riusciti a vedere delle renne allo stato brado, ma anche stavolta non abbiamo incontrato l’alce, presente più che altrove proprio lungo le strade da noi percorse. Abbiamo ritrovato il giusto ritmo, temperature gradevoli e perfino delle belle giornate di sole!
Poi una tappa rigenerante in Svezia, a Malmo, città che a noi piace molto e che abbiamo scoperto in occasione di un viaggio in Svezia fatto in moto nel 2007. Per la terza volta ci ha dato confort, buon umore e ottimo cibo! A saperlo che Charlino era lì, potevamo finalmente conoscerci!
Poi di nuovo il ponte sull’Oresund e la lunga piatta e costosa terra danese, fino all’amata Germania. Qui abbiamo trascorso due belle giornate a Lubecca, città che volevamo visitare da tempo, e che non ha deluso le nostre aspettative nonostante ci abbia accolto sotto una pioggia torrenziale.
Uno sguardo alle previsioni del tempo e decidiamo di scendere fino all’Austria, in un’unica tappa di oltre mille chilometri, fino a Zell Am See, per percorrere la Glosslocknerstrasse… Qui trascorriamo una giornata incredibile a dondolarci tra panorami mozzafiato e montagne altissime, in mezzo a centinaia forse migliaia di moto… Che meraviglia!
Allo scoccare del ventesimo giorno sembra essere arrivato il momento di tornare a casa: di giovedì, prima che l’esodo dei vacanzieri complichi tutto…
Abbiamo già percorso 160 chilometri di strada di montagna e due passi, a breve inforcheremo la A23 a Tolmezzo, quando leggo una freccia marrone con su scritto “Zoncolan” e mi vengono in mente i racconti dell’amico Bagnatozuppo su questo passo… Quando partì appositamente da Lecce per conquistarlo fece tappa da noi a Pescara e il suo entusiamo e la sua curiosità ci contagiarono all’istante! Convinco Andrea a fare dietrofront e ad affrontare lo strettissimo passo in due e a pieno carico…
Lo Zoncolan si rivela splendido, strettissimo e molto ripido: ce lo gustiamo piano piano, tutto in prima, felici come due monelli che ne hanno appena combinata una delle loro! La discesa si rivela ancora più spettacolare!
In cima al passo ci fermiamo in una malga a gustare un piatto tipico di formaggi e dei porcini alla griglia…peccato non potersi far fuori un bel bicchiere di rosso! Ma fa tanto caldo e noi siamo decisi a proseguire nel nostro ritorno “intelligente” a casa… I chilometri da percorrere sono ancora più di settecento...
Scesi dallo Zoncolan, con la temperatura che sfiorava i 36 gradi, mi è tornato alla mente un suggerimento che mi diede un americano nel deserto del Nevada, dopo che gli raccontai che stavo per lasciare la pelle nella Death Valley a 51 gradi a casua di un principio di ipertermia: stringiti un fazzoletto bagnato attorno al collo e vedrai che percepirai meno il caldo. Detto fatto! Al primo autogrill inzuppiamo i buff d’acqua e ripetiamo l’operazione dopo duecento chilometri…
Alle 23 inforchiamo il cancello di casa, con il contachilometri che segna 7745, appagati ma dispiaciuti di aver dovuto concludere il viaggio proprio quando avevamo trovato il ritmo giusto, un ritmo gioioso e vagabondo che a dargli retta chissà quando saremmo rientrati!
Ma a metà novembre compirò quarant’anni e con Andrea abbiamo deciso di festeggiarli in moto da qualche parte… Speriamo che il tempo sia clemente e l’autunno ci regali un clima mite, tante stradine solitarie e questa stessa gioiosa – a tratti malinconica se penso a chi non c’è più- spensieratezza…