(Riad Kenzo - Medina di Marrakech - 67,10 euro con colazione)
Sono le 3 del mattino di sabato 20 dicembre quando il nostro viaggio ha inizio. Un breve trasferimento fino all'aeroporto di Ciampino e poi le lunghe code del check in e dei controlli tipiche del periodo prenatalizio. Ci ritroviamo sull'aereo senza avere neppure il tempo di una pipì. Appena 3 ore e 10 di volo, ed alle 10 ora locale eccoci su un taxi di Marrakech a contrattare il prezzo della corsa fino alla Medina.
Se c'è una cosa rispetto alla quale siamo partiti un pò prevenuti sono proprio i marocchini. Già in Tunisia avevamo saggiato la scaltrezza con la quale la gente, da sempre dedita all'arte di arrangiarsi per campare, escogita sistemi finalizzati ad estorcere danaro agli occidentali. Ogni report, ogni guida turistica, ogni voce che abbiamo ascoltato prima di partire, poneva l'accento su questo particolare "fastidio" di un viaggio in Marocco. Dunque prima di partire ci siamo fatti un bel lavaggio del cervello: stare in guardia, essere molto tolleranti, non farsi rovinare il viaggio dai furbacchioni che cercano di fare conoscenza con l'unico scopo di estorcerti soldi. Ma siamo partiti col dubbio di non farcela, noi così pignoli e precisi, abituati a viaggi in cui gli scambi umani sono stati il vero valore aggiunto.
Certo la partenza non è delle migliori: il tassista spara una cifra astronomica: 25 euro per poco più di 7 chilometri. Io gliela dimezzo e alla fine di euro gliene darò 15, comunque un'enormità per la distanza percorsa. Avessi saputo prima che l'hotel poteva organizzarci il transfert mi sarei evitata questa battaglia all'ultimo sangue, a costo di pagare di più.
Il nostro riad è nel cuore della Medina, ma non c'è neppure un cartello che ce lo indichi. Così il tassista ci consegna ad un suo compare munito di carriola che, dopo circa 200 metri attraverso la folla del souq, ci porta alla agognata meta. Quando consegno al tizio due euro di mancia, si lancia in una sceneggiata infinita. Li rifiuta offeso a morte perchè sostiene che sono pochi, ma io lo prendo poco sul serio e seguo il padrone di casa nel grande patio del riad. Peggio per lui se non li vuole. Dopo poco il tizio si attacca al campanello e riprende la sceneggiata. Mi consulto con il padrone di casa che a sua volta mi rassicura sulla adeguatezza della cifra, ma naturalmente la sceneggiata continua ancora per un pò, abbiamo addirittura tutto il tempo di consumare il thè di benvenuto!
Non nego che l'episodio mi ha un pochino innervosita, ma abbiamo tutta la giornata davanti a noi e di belve feroci dovremo sicuramente affrontarne parecchie altre. D'altronde siamo estremamente riconoscibili rispetto a loro e non riusciremmo a mimetizzarci neppure vestendoci alla loro maniera, con i lunghi pesanti soprabiti con cappucci a punta. Soprattutto Andrea, chiaro nello sguardo, nella pelle e nei pochi capelli rimasti.
Prendiamo possesso della nostra stanza giusto per il tempo necessario a lasciare i bagagli, e ci lanciamo subito alla scoperta della Medina. Ne sono immediatamente estasiata: ovunque colori, spezie, angoli caratteristici e belve feroci che ti offrono i loro prodotti o i loro servigi. Se poi ti fermi a guardare una cartina o a consultare la guida, ecco che sei definitivamente perduto! Mai fidarsi dei marocchini: se gli chiedi dov'è un determinato hotel, sta sicuro che ti portano da tutt'altra parte, cioè nella struttura dove hanno la commissione. Idem se cerchi un determinato negozio o un ristorante. Per non parlare di come lievitino i prezzi quando ad acquistare qualcosa, da un pò di frutta ad un dolce o semplicemente una bibita, sia un occidentale.
Ho notato che le "zecche" marocchine hanno una particolare predilezione per i giapponesi, probabilmente pur di togliersele di torno elargiscono mance generose.
Ma il top sono quelli che ti assicurano che non vogliono soldi ma solo praticare un pò la lingua: con noi sono arrivati ad inventarsi la festa della concia per accompagnarci da un tizio che poi invece pretendeva 200 dyram per averci fatto visitare una conceria di cui sosteneva di essere il padrone... In realtà quando siamo entrati, col ramoscello di menta sotto al naso per non sentire la puzza delle esalazioni, tutti lo guardavano male, molto peggio di come guardavano noi e la mia macchina fotografica! Ma ne è valsa comunque la pena per le foto scattate ed il fatto che abbiamo camminato addirittura tra le vasche e le pelli appese ad asciugare. Ovviamente di soldi ne ha visti la metà. E nel suo negozio, pieno di puff di cammello, non ho comprato nulla. Molte delle loro mercanzie, per quanto siano artigianali e di buona fattura, nelle nostre case risulterebbero dei veri e propri pugni negli occhi!
Comunque la giornata scorre piacevole in giro per la Medina, tra l'animato souq, la visita del Museo e della Medersa di Ali Ben Youssef, la celeberimma Piazza Djemaa el-Fna, una sorta di teatro a cielo aperto. Dal minareto della Moschea Koutoubia si leva alta la voce del muezzin per richiamare i fedeli alla preghiera.
Noi, dopo un paio di spremute d'arancia, ci accoccoliamo sulla scalinata di una delle porte laterali della Moschea per beneficiare di un pochino d'ombra: fa un gran caldo, siamo tutti sudati, ed urge anche fare un pò il punto della situazione. Poi qui per fortuna non ci sono omini assillanti, sebbene non manchino marocchini curiosi.
A parte qualche sciocchezza, non abbiamo fatto grandi acquisti. Un pò perchè abbiamo deciso di rimandarli all'ultimo giorno ed un pò perchè ancora non sappiamo cosa troveremo nelle destinazioni che toccheremo nei prossimi giorni. Comunque un'idea dell'artigianato marocchino me la sono fatta e non credo che mi porterò a casa altro a parte qualche sciarpa di seta e qualche colorata collanina.
Piacevole è stata la visita alla Cooperative Artisanale des Femmes de Marrakech, dove una signora molto a modo ti spiega l'origine degli oggetti esposti ma ti lascia del tutto libera di toccare, provare e decidere se acquistare o meno. Compriamo dei portachiavi colorati ed un originale cestino per il pane, riservandoci di tornare l'ultimo giorno per acquisti più importanti come le preziose pashmine.
Naturalmente nel tentativo di rientrare al riad ci perdiamo e percorriamo parecchia strada in più. Imperterriti resistiamo ai giovinastri insistenti che ci offrono le indicazioni in cambio di qualche dyram: noto una certa strafottenza da parte loro e capisco che "infastidire" i turisti è per loro quasi un divertimento. Di ciò avrò la conferma qualche ora dopo in occasione della cena che consumeremo nella grande Piazza. Difatti, una volta che ci lasciamo accalappiare e ci sediamo ai tavoli di uno dei tanti Chez all'aperto, assistiamo divertiti allo spettacolo degli "accalappiamenti" dei turisti. Si forma una vera e propria tifoseria e ogni volta che i loro uomini riescono a far sedere qualcuno partono concitati gli applausi! Partecipiamo anche noi al gioco, sforzandoci così di entrare un pochino nelle loro dinamiche e riuscendo perfino ad avere qualche piccolo scambio umano. Naturalmente mentre siamo seduti a mangiare veniamo importunati da donne che vendono pacchettini di fazzoletti, mendicanti ciechi o claudicanti, bambini supplicanti, etc. Non è certo bello mangiare uno spiedino mentre qualcuno ti chiede l'elemosina ma purtroppo qua funziona così. Tutto è molto ingigantito, quasi esasperato, e rende la piazza Djemaa el-Fna una città nella città.
Notiamo che gli artisti presenti durante il giorno, dagli incantatori di serpenti agli addestratori di scimmie alle signore che ti dipingono le mani con l'hennè, hanno lasciato il posto alle bancarelle dei ristoratori, ai cantastorie e ai suonatori. Stasera però non c'è tantissima gente e, dopo un altro giro, decidiamo che è giunta l'ora di andare a nanna. Rientriamo al riad mangiucchiando datteri, stavolta senza perderci grazie ad Andrea ed al suo sviluppato senso dell'orientamento.
L'indomani è il grande giorno, quello della consegna della cavalcatura con la quale gireremo il paese per due settimane.
A parte qualche sciocchezza, non abbiamo fatto grandi acquisti. Un pò perchè abbiamo deciso di rimandarli all'ultimo giorno ed un pò perchè ancora non sappiamo cosa troveremo nelle destinazioni che toccheremo nei prossimi giorni. Comunque un'idea dell'artigianato marocchino me la sono fatta e non credo che mi porterò a casa altro a parte qualche sciarpa di seta e qualche colorata collanina.
Piacevole è stata la visita alla Cooperative Artisanale des Femmes de Marrakech, dove una signora molto a modo ti spiega l'origine degli oggetti esposti ma ti lascia del tutto libera di toccare, provare e decidere se acquistare o meno. Compriamo dei portachiavi colorati ed un originale cestino per il pane, riservandoci di tornare l'ultimo giorno per acquisti più importanti come le preziose pashmine.
Naturalmente nel tentativo di rientrare al riad ci perdiamo e percorriamo parecchia strada in più. Imperterriti resistiamo ai giovinastri insistenti che ci offrono le indicazioni in cambio di qualche dyram: noto una certa strafottenza da parte loro e capisco che "infastidire" i turisti è per loro quasi un divertimento. Di ciò avrò la conferma qualche ora dopo in occasione della cena che consumeremo nella grande Piazza. Difatti, una volta che ci lasciamo accalappiare e ci sediamo ai tavoli di uno dei tanti Chez all'aperto, assistiamo divertiti allo spettacolo degli "accalappiamenti" dei turisti. Si forma una vera e propria tifoseria e ogni volta che i loro uomini riescono a far sedere qualcuno partono concitati gli applausi! Partecipiamo anche noi al gioco, sforzandoci così di entrare un pochino nelle loro dinamiche e riuscendo perfino ad avere qualche piccolo scambio umano. Naturalmente mentre siamo seduti a mangiare veniamo importunati da donne che vendono pacchettini di fazzoletti, mendicanti ciechi o claudicanti, bambini supplicanti, etc. Non è certo bello mangiare uno spiedino mentre qualcuno ti chiede l'elemosina ma purtroppo qua funziona così. Tutto è molto ingigantito, quasi esasperato, e rende la piazza Djemaa el-Fna una città nella città.
Notiamo che gli artisti presenti durante il giorno, dagli incantatori di serpenti agli addestratori di scimmie alle signore che ti dipingono le mani con l'hennè, hanno lasciato il posto alle bancarelle dei ristoratori, ai cantastorie e ai suonatori. Stasera però non c'è tantissima gente e, dopo un altro giro, decidiamo che è giunta l'ora di andare a nanna. Rientriamo al riad mangiucchiando datteri, stavolta senza perderci grazie ad Andrea ed al suo sviluppato senso dell'orientamento.
L'indomani è il grande giorno, quello della consegna della cavalcatura con la quale gireremo il paese per due settimane.
Domenica 21 dicembre 2014 - Da Marrakech ad Essaouira (185 km)
(Hotel Ocean Vagabond - Essaouira - 74,10 euro con colazione e parcheggio privato moto)
Abbiamo scelto una Honda Transalp, modello 2003, con bauletti laterali e portapacchi posteriore. Una moto che Andrea conosce già e che ci è sembrata un buon compromesso tra affidabilità e comfort.
L'appuntamento con Moucine, il noleggiatore di Atlantic Moto, è per le nove al riad. Il prezzo spuntato è di 695 euro per 13 giorni di noleggio all inclusive (circa 53,5 euro al giorno).
Chissà perchè eravamo convinti che il nostro uomo venisse a prenderci per portarci alla stazione di noleggio: motivo per cui ci prepariamo a lasciare la stanza senza disfare il trolley in cui è riposto con cura il nostro equipaggiamento tecnico. In realtà Moucine si presenta con la moto, infreddolito e con un grosso berretto di lana pesante con tanto di pon pon al posto del casco.
Il tizio è simpatico ma furbetto. Ci vuole poco a capire che promette molto (dalla cartina dettagliata alla scheda telefonica marocchina) ma poi si "dimentica" tutto! Inoltre pretende il pagamento in contanti ma poi tira fuori un aggeggio per compilare un voucher che firmiamo in bianco e che ha la funzione di garantire con la nostra carta di credito eventuali danni al mezzo. Naturalmente fotografo davanti a lui le ammaccature, i graffi, i raggi storti, alcuni buchetti presenti nell'imbottitura della sella, le cattive condizioni delle gomme. La cosa che ci crea una certa inquietudine è lo stato in cui versa il pneumatico posteriore della nostra cavalcatura: restano sì e no due millimetri di battistrada e la gomma è molto indurita. Abbiamo da percorrere circa 3000 chilometri e prevediamo di fare anche qualche sterratino, quindi siamo un pò perplessi e ci lamentiamo ma senza sortire effetto. Per il noleggiatore la gomma è ancora in grado di camminare e può fare anche più di 3000 chilometri; inoltre non avrebbe comunque la possibilità di accontentarci visto che ha l'officina ad Agadir.
(Hotel Ocean Vagabond - Essaouira - 74,10 euro con colazione e parcheggio privato moto)
Abbiamo scelto una Honda Transalp, modello 2003, con bauletti laterali e portapacchi posteriore. Una moto che Andrea conosce già e che ci è sembrata un buon compromesso tra affidabilità e comfort.
L'appuntamento con Moucine, il noleggiatore di Atlantic Moto, è per le nove al riad. Il prezzo spuntato è di 695 euro per 13 giorni di noleggio all inclusive (circa 53,5 euro al giorno).
Chissà perchè eravamo convinti che il nostro uomo venisse a prenderci per portarci alla stazione di noleggio: motivo per cui ci prepariamo a lasciare la stanza senza disfare il trolley in cui è riposto con cura il nostro equipaggiamento tecnico. In realtà Moucine si presenta con la moto, infreddolito e con un grosso berretto di lana pesante con tanto di pon pon al posto del casco.
Il tizio è simpatico ma furbetto. Ci vuole poco a capire che promette molto (dalla cartina dettagliata alla scheda telefonica marocchina) ma poi si "dimentica" tutto! Inoltre pretende il pagamento in contanti ma poi tira fuori un aggeggio per compilare un voucher che firmiamo in bianco e che ha la funzione di garantire con la nostra carta di credito eventuali danni al mezzo. Naturalmente fotografo davanti a lui le ammaccature, i graffi, i raggi storti, alcuni buchetti presenti nell'imbottitura della sella, le cattive condizioni delle gomme. La cosa che ci crea una certa inquietudine è lo stato in cui versa il pneumatico posteriore della nostra cavalcatura: restano sì e no due millimetri di battistrada e la gomma è molto indurita. Abbiamo da percorrere circa 3000 chilometri e prevediamo di fare anche qualche sterratino, quindi siamo un pò perplessi e ci lamentiamo ma senza sortire effetto. Per il noleggiatore la gomma è ancora in grado di camminare e può fare anche più di 3000 chilometri; inoltre non avrebbe comunque la possibilità di accontentarci visto che ha l'officina ad Agadir.
Mentre io preparo i bauletti laterali, Andrea monta l'impiantino che ci consentirà di utilizzare il navigatore ed un termometro. Poi, nonostante le signore abbiano già iniziato a pulire la nostra stanza, ci vestiamo di tutto punto e alle 11, sotto lo sguardo curioso del padrone del riad e del noleggiatore - quest'ultimo "perplesso" di fronte al nostro abbigliamento tecnico- partiamo diretti ad Essaouira. Non prima però di una sosta per riempire il serbatoio e gonfiare le gomme di Aziz. Abbiamo dato alla Transalp il primo nome marocchino sentito in giro e sicuramente non è stata molto fortunata!
La strada verso Essaouira è piuttosto tranquilla e non ci regala scorci particolari.
Verso le tre siamo sul lungomare di Essaouira. Notiamo gente che si sbraccia per accalappiarci e portarci negli hotel convenzionati, ma la evitiamo senza problemi. Sulla spiaggia scorgiamo cavalli e cammelli, oltre a gente che pratica il surf. Il mare è agitato e c'è vento, ma la spiaggia pullula comunque di presenze: ragazzi che giocano a calcio, nonni con i nipotini, tantissimi gabbiani. Zecche zero, a parte gli omini degli hotel! Ma Essaouira è famosa anche per questo. La guida la paragonava ad una tranquilla cittadina della Bretagna e devo dire che l'accostamento è tutt'altro che ardito! Inoltre fu progettata dallo stesso urbanista francese al quale si deve il più famoso centro portuale della Bretagna, niente pò pò di meno che Saint Malò!
L'hotel è delizioso, a due passi sia dal mare che dall'ingresso della Medina. L'abbiamo scelto perchè aveva il cortile interno per parcheggiare Aziz. Ci accoglie con un tè alla menta ed un raffinato piatto di pasticcini di mandorle di quelli da leccarsi i baffi.
Verso le tre siamo sul lungomare di Essaouira. Notiamo gente che si sbraccia per accalappiarci e portarci negli hotel convenzionati, ma la evitiamo senza problemi. Sulla spiaggia scorgiamo cavalli e cammelli, oltre a gente che pratica il surf. Il mare è agitato e c'è vento, ma la spiaggia pullula comunque di presenze: ragazzi che giocano a calcio, nonni con i nipotini, tantissimi gabbiani. Zecche zero, a parte gli omini degli hotel! Ma Essaouira è famosa anche per questo. La guida la paragonava ad una tranquilla cittadina della Bretagna e devo dire che l'accostamento è tutt'altro che ardito! Inoltre fu progettata dallo stesso urbanista francese al quale si deve il più famoso centro portuale della Bretagna, niente pò pò di meno che Saint Malò!
L'hotel è delizioso, a due passi sia dal mare che dall'ingresso della Medina. L'abbiamo scelto perchè aveva il cortile interno per parcheggiare Aziz. Ci accoglie con un tè alla menta ed un raffinato piatto di pasticcini di mandorle di quelli da leccarsi i baffi.
Giusto il tempo di indossare indumenti da passeggio e ci incamminiamo verso la Medina, patrimonio Unesco. Purtroppo le giornate sono corte e residuano sì e no due ore di luce per fare qualche foto.
La passeggiata è magnifica. I vicoletti sono colorati e tranquilli, ed anche qua ci sono tantissimi gatti. La strada è piena di pittoresche botteghe e di case imbiancate a calce con porte in legno massiccio. E la piazza, con gli alti alberi intrecciati, è semplicemente deliziosa.
La passeggiata è magnifica. I vicoletti sono colorati e tranquilli, ed anche qua ci sono tantissimi gatti. La strada è piena di pittoresche botteghe e di case imbiancate a calce con porte in legno massiccio. E la piazza, con gli alti alberi intrecciati, è semplicemente deliziosa.
Ma il più bello viene quando arriviamo ai bastioni, che ci regalano uno spettacolo indimenticabile: onde altissime che si infrangono sugli scogli, schizzi, gabbiani e l'aria carica di iodio che ti riempie i polmoni di energia. C'è un bel pò di gente ad attendere il tramonto ed anche noi ci fermiamo a lungo rapiti dalla forza delle onde e dall'armonia del paesaggio dell'Isola di Mogador, oggi riserva per i falchi di Eleonora e come tale interdetta ai visitatori.
Dopo un tramonto bello ma interrotto da una coltre di nubi che ci impedisce di vedere il momento in cui la palla del sole si tuffa nel mare, decidiamo di gironzolare tra le botteghe e facciamo scorta di pasticcini e di acqua in un negozio lungo la strada. Tornati in albergo, ci rilassiamo un pò prima di andare in cerca di un ristorantino per la sera.
Col calare del sole è arrivata anche una forte umidità, un pò come da noi a Pescara nelle giornate autunnali. Non rende certo piacevole passeggiare.
Il ristorante scelto è molto carino ed elegante. Vi consumiamo il nostro primo vero pasto marocchino: zuppa di legumi, tajine di pollo limone ed olive, dessert alla frutta.
Col calare del sole è arrivata anche una forte umidità, un pò come da noi a Pescara nelle giornate autunnali. Non rende certo piacevole passeggiare.
Il ristorante scelto è molto carino ed elegante. Vi consumiamo il nostro primo vero pasto marocchino: zuppa di legumi, tajine di pollo limone ed olive, dessert alla frutta.
Lunedì 22 dicembre 2014 - Da Essaouira a Tiznit (266 km)
Riad Janoub - Tiznit - 110,52 euro con mezza pensione e parcheggio privato moto)
L'indomani, quando alle 6.45 suona la sveglia, aprendo la finestra resto sconcertata perchè è ancora buio pesto e c'è una fitta nebbia! Ci eravamo ripromessi di partire presto per sfruttare tutte le ore di luce a disposizione ma è chiaro che dovremo un pochino ridimensionare i nostri piani perchè prima delle 8.30 non si può far nulla!
La tappa di oggi è di circa 270 chilometri, abbiamo in programma di arrivare a Tiznit, non prima però di aver dato un'occhiata alla frenetica vita dei pescatori che al mattino animano il porto di Essaouira.
Caspita che luogo meraviglioso il porto! Ogni scorcio cattura la mia attenzione e mi investe come fosse poesia pura: dai gabbiani che rumorosi rubano il pesce accatastato in grosse casse di legno ai gatti che sornioni dormono al sole sugli scafi delle barche, ai pescatori che riparano le reti o sono intenti nelle altre mille attività collegate alla pesca. Ogni scorcio, ogni attimo è poesia pura, ed anche folklore.
Molti ci salutano perchè sicuramente gli estranei, gli stranieri, lì siamo noi. Scatto a più non posso per oltre un'ora, e se potessi starei lì per l'intera giornata. Ma non c'è tempo, restare un giorno in più ad Essaouira significherebbe dover rinunciare a Chefchaouen, inserita un pò a forza nella parte finale dell'itinerario, e dunque mi convinco ad accontentarmi e a ripartire. Questa spettacolare cittadina resterà però nel mio cuore come una delle cose più belle viste durante l'intero viaggio.
Riad Janoub - Tiznit - 110,52 euro con mezza pensione e parcheggio privato moto)
L'indomani, quando alle 6.45 suona la sveglia, aprendo la finestra resto sconcertata perchè è ancora buio pesto e c'è una fitta nebbia! Ci eravamo ripromessi di partire presto per sfruttare tutte le ore di luce a disposizione ma è chiaro che dovremo un pochino ridimensionare i nostri piani perchè prima delle 8.30 non si può far nulla!
La tappa di oggi è di circa 270 chilometri, abbiamo in programma di arrivare a Tiznit, non prima però di aver dato un'occhiata alla frenetica vita dei pescatori che al mattino animano il porto di Essaouira.
Caspita che luogo meraviglioso il porto! Ogni scorcio cattura la mia attenzione e mi investe come fosse poesia pura: dai gabbiani che rumorosi rubano il pesce accatastato in grosse casse di legno ai gatti che sornioni dormono al sole sugli scafi delle barche, ai pescatori che riparano le reti o sono intenti nelle altre mille attività collegate alla pesca. Ogni scorcio, ogni attimo è poesia pura, ed anche folklore.
Molti ci salutano perchè sicuramente gli estranei, gli stranieri, lì siamo noi. Scatto a più non posso per oltre un'ora, e se potessi starei lì per l'intera giornata. Ma non c'è tempo, restare un giorno in più ad Essaouira significherebbe dover rinunciare a Chefchaouen, inserita un pò a forza nella parte finale dell'itinerario, e dunque mi convinco ad accontentarmi e a ripartire. Questa spettacolare cittadina resterà però nel mio cuore come una delle cose più belle viste durante l'intero viaggio.
Riprendiamo dunque la nostra rotta verso Tiznit. La strada, che passa per Agadir, ci regala scorci molto suggestivi. In particolare ho letto da qualche parte che lungo questa strada è possibile vedere il singolare spettacolo delle capre che si arrampicano sugli alberi per mangiare frutti di cui sono ghiotte. Mi dico che in inverno i frutti in questione sicuramente non ci saranno e le capre neppure, ed invece assistiamo alla scena per ben due volte. Ovviamente ci fermiamo per delle foto e cerchiamo di tenerci ad una certa distanza. Ad un certo punto un pastore spuntato non si sa da dove ci viene incontro. Lo salutiamo col sorriso, ma lui ci fa il segno dei "money" e dice la parola soldi in due o tre lingue lasciandoci sbigottiti perchè siamo in mezzo al nulla eppure qualcuno pensa che dobbiamo pagare per fare una foto ad un gregge!
Questo episodio ci lascia dentro una grande tristezza, soprattutto se pensiamo ai rapporti cordiali e amichevoli instaurati da tempo con i pastori del nostro amato Abruzzo, con i quali ci troviamo in perfetta sintonia per il comune e profondo amore verso la nostra generosa terra.
Proseguiamo il nostro itinerario decisi a non farci troppo condizionare e ci fermiamo ad ammirare un lago che sorge al limitare di una foresta. In lontananza vedo un vecchio su un asinello che galoppa nella nostra direzione e penso subito che sia un altro aspirante esattore, dunque non alzo neppure la mano per salutarlo sebbene sia l'unica presenza umana nel nulla che ci circonda.
Proseguiamo il nostro itinerario decisi a non farci troppo condizionare e ci fermiamo ad ammirare un lago che sorge al limitare di una foresta. In lontananza vedo un vecchio su un asinello che galoppa nella nostra direzione e penso subito che sia un altro aspirante esattore, dunque non alzo neppure la mano per salutarlo sebbene sia l'unica presenza umana nel nulla che ci circonda.
Ripresa la strada, scendiamo gradualmente di quota e arriviamo sulla costa. L'aria è più mite e il paesaggio cambia ad ogni curva regalandoci spettacolari scorci marini. La strada è da urlo ma ogni tanto un vecchio e puzzolente camion forma una specie di tappo tra noi e l'immensità di quei panorami costieri. Sono un'appassionata di piante grasse e vederle ovunque lungo la strada al posto delle nostre ginestre mi esalta. Ci fermiamo per delle foto facendo attenzione a non pungerci... Certo qua non è zona da pic nic!
E poi spiagge bianche, dune altissime, ogni tanto qualche villaggio turistico a deturpare il panorama.
L'Oceano Atlantico con le sue onde lunghe l'avevamo già ammirato la scorsa estate nella Penisola Iberica... Mi emoziona immensamente pensare dove ci troviamo, due insignificanti puntini nel cosmo a cavallo di un mezzo a due ruote...Una figata pazzesca!
Il riad prenotato a Tiznit è molto bello, di livello medio alto, ed infatti è gestito da una famiglia francese. Ci fanno parcheggiare Aziz all'interno, in una specie di casetta degli attrezzi dove il giovane cuoco del riad tiene la sua moto.
Nell'esplorarlo passiamo davanti alla cucina e quel che vedo mi piace molto. Così scegliamo di cenare al riad, non prima però di essere andati in perlustrazione per la città. Il posto non è per niente turistico, tuttavia costituisce la tipica stazione di passaggio dei viaggiatori diretti a sud, e così ci sono moltissimi berberi che cercano di addescare i turisti per portarli nelle botteghe dove si lavora l'argento o il cuoio. A dire il vero, con tutte le buone intenzioni, nonostante la Lonely Planet parlasse in modo entusiastico del souk dei gioiellieri, io ho visto solo patacche.
Passeggiare a Tiznit però è un'ottima esperienza per vedere questa gente come vive, quali sono le sue abitudini, i prodotti che consuma. Anche qui contatti umani zero, a parte qualche scambio di battute con i proprietari del riad.
La cena si conferma squisita. Ridacchiamo non poco nel vedere lo sdegno esagerato di una giovane ospite vegana nell'accorgersi che nel piatto c'è qualche grammo di carne, racchiuso in una dorata (per noi squisita) frittella!
Passeggiare a Tiznit però è un'ottima esperienza per vedere questa gente come vive, quali sono le sue abitudini, i prodotti che consuma. Anche qui contatti umani zero, a parte qualche scambio di battute con i proprietari del riad.
La cena si conferma squisita. Ridacchiamo non poco nel vedere lo sdegno esagerato di una giovane ospite vegana nell'accorgersi che nel piatto c'è qualche grammo di carne, racchiuso in una dorata (per noi squisita) frittella!
Martedì 23 dicembre 2014 - Da Tiznit a Taroundant (255 km)
(Riad Asma - Taroundant - 45 euro con colazione e parcheggio privato moto)
L'indomani durante la colazione riceviamo una telefonata da parte del noleggiatore. Ci informa che se vogliamo recarci ad Agadir per cambiare la ruota posteriore lui è disponibile. Restiamo un pò perplessi perchè da un lato vorremmo cogliere al volo l'occasione, ma dall'altro siamo consapevoli che una deviazione di 150 chilometri più il tempo materiale di cambiare il pneumatico ci farebbero saltare la tappa e più in generale l'intera pianificazione del viaggio. Le giornate sono troppo corte e di viaggiare col buio non se ne parla. Inoltre la sfiducia nei marocchini ci porta a pensare che sia tutta una finta perchè Moucine sapeva benissimo che da Agadir passavamo ieri e non oggi!
Decidiamo dunque di proseguire il viaggio affidandoci alla sorte e ci dirigiamo verso Taroudant, distante circa 250 km.
La strada che attraversiamo è letteralmente stupenda, anche se il cielo è un pò velato e c'è un vento pazzesco che quasi sposta la moto. Fa piuttosto freddo ed il vento aumenta ulteriormente la percezione di gelo. Va anche detto però che in Marocco si viaggia quasi sempre in quota, anche oltre i 1300 metri.
I paesaggi più belli li troviamo dalle parti di Tafraoute e nella Valle di Ameln. Lungo la strada sono evidenti i segni dell'alluvione che circa un mese prima del nostro viaggio ha colpito il centro sud del Marocco, e difatti oltre a strade e ponti crollati troviamo innumerevoli cantieri che rallentano non poco il nostro girovagare.
E' pieno di villaggi incastonati tra le rocce di colore rosso. Le porte delle case sono dipinte con colori vivi e scargianti, dal verde al rosso al blu. Al posto delle recinzioni fitte piantagioni di cactus. Ogni tanto si sente il muazzin squarciare il silenzio e richiamare i fedeli alla preghiera.
(Riad Asma - Taroundant - 45 euro con colazione e parcheggio privato moto)
L'indomani durante la colazione riceviamo una telefonata da parte del noleggiatore. Ci informa che se vogliamo recarci ad Agadir per cambiare la ruota posteriore lui è disponibile. Restiamo un pò perplessi perchè da un lato vorremmo cogliere al volo l'occasione, ma dall'altro siamo consapevoli che una deviazione di 150 chilometri più il tempo materiale di cambiare il pneumatico ci farebbero saltare la tappa e più in generale l'intera pianificazione del viaggio. Le giornate sono troppo corte e di viaggiare col buio non se ne parla. Inoltre la sfiducia nei marocchini ci porta a pensare che sia tutta una finta perchè Moucine sapeva benissimo che da Agadir passavamo ieri e non oggi!
Decidiamo dunque di proseguire il viaggio affidandoci alla sorte e ci dirigiamo verso Taroudant, distante circa 250 km.
La strada che attraversiamo è letteralmente stupenda, anche se il cielo è un pò velato e c'è un vento pazzesco che quasi sposta la moto. Fa piuttosto freddo ed il vento aumenta ulteriormente la percezione di gelo. Va anche detto però che in Marocco si viaggia quasi sempre in quota, anche oltre i 1300 metri.
I paesaggi più belli li troviamo dalle parti di Tafraoute e nella Valle di Ameln. Lungo la strada sono evidenti i segni dell'alluvione che circa un mese prima del nostro viaggio ha colpito il centro sud del Marocco, e difatti oltre a strade e ponti crollati troviamo innumerevoli cantieri che rallentano non poco il nostro girovagare.
E' pieno di villaggi incastonati tra le rocce di colore rosso. Le porte delle case sono dipinte con colori vivi e scargianti, dal verde al rosso al blu. Al posto delle recinzioni fitte piantagioni di cactus. Ogni tanto si sente il muazzin squarciare il silenzio e richiamare i fedeli alla preghiera.
E quanti simpatici somarelli! In pratica i berberi usano questo animale per qualsiasi cosa, ivi compreso arare i campi.
Le zone che attraversiamo non mi sembrano particolarmente povere, ma di certo conservano abitudini di vita oramai divenute obsolete. Noto infatti che i locali si servono ancora di cavalli ed asini per arare i campi e che le donne usano scope artigianali senza manico per spazzare davanti all'uscio.
Le zone che attraversiamo non mi sembrano particolarmente povere, ma di certo conservano abitudini di vita oramai divenute obsolete. Noto infatti che i locali si servono ancora di cavalli ed asini per arare i campi e che le donne usano scope artigianali senza manico per spazzare davanti all'uscio.
Ci fermiamo in un bar per un caffè ed una pipì. Gli sguardi sono tutti per noi dato che altri turisti non se ne vedono. Nel giro di qualche minuto veniamo avvicinati da un ragazzo dalle buone maniere che vuole fare conoscenza perchè -dice lui- ha diversi parenti che vivono in Italia. In realtà vuol condurci a visitare la cooperativa di artigianato berbero in cui lavora. Decliniamo gentilmente l'invito e lui ci suggerisce di passare per una strada che la nostra mappa dà per sterrata ma che di recente è stata quasi interamente asfaltata. Dice che è una strada bellissima da fare in moto e che è tutta in quota tra le montagne dell'Anti Atlas. Decidiamo di dare fiducia a questo giovane e di rivedere il nostro itinerario. Anche se dovesse allungarsi un pò non sarebbe un problema, visto che abbiamo ancora diverse ore di luce.
Il consiglio si rivelerà azzeccato, nonostante la strada sia piena ancora di cantieri e di lunghi tratti privi di asfalto. Per fare i primi 50 km, inclusa qualche veloce sosta fotografica, impieghiamo circa due ore. Dopo proseguiremo un tantinello più spediti, sempre però in completa solitudine. Che dire? Il paesaggio è davvero fantastico, i villaggi che attraversiamo sembrano fuori dal tempo e l'altimetro arriva a toccare quota 1700 metri s.l.m.
Anche il vento non ci abbandona, se non per qualche breve tratto più riparato. Anche se il cielo è velato ed a tratti il sole si spegne, riusciamo a cogliere a pieno la bellezza di questa strada così desolata e selvaggia.
Il consiglio si rivelerà azzeccato, nonostante la strada sia piena ancora di cantieri e di lunghi tratti privi di asfalto. Per fare i primi 50 km, inclusa qualche veloce sosta fotografica, impieghiamo circa due ore. Dopo proseguiremo un tantinello più spediti, sempre però in completa solitudine. Che dire? Il paesaggio è davvero fantastico, i villaggi che attraversiamo sembrano fuori dal tempo e l'altimetro arriva a toccare quota 1700 metri s.l.m.
Anche il vento non ci abbandona, se non per qualche breve tratto più riparato. Anche se il cielo è velato ed a tratti il sole si spegne, riusciamo a cogliere a pieno la bellezza di questa strada così desolata e selvaggia.
Arriviamo a Taroundant stracotti ma appagati. Abbiamo prenotato in un riad in perfetto stile marocchino vicino alle mura. Ci accoglie un uomo sui sessant'anni che fin dal primo istante che ci ha visti ha deciso che sarebbe diventato la nostra ombra! A parte il thè ci offre ogni tipo di servizio, a cominciare dall'uso gratuito delle biciclette per proseguire con la visita guidata della città, anche questa gratuita. Poi mi chiede che genere di acquisti intendo fare a Taroundant e se vogliamo cenare al riad. Tolto il the di benvenuto rispondiamo no su tutto il resto, e lui sembra quasi offeso per questo ma si rassegna velocemente. Probabilmente anche lui è "convenzionato" con delle botteghe del luogo.
Nella nostra stanza, ampia e pacchiana, c'è tutto ciò che potrebbe servire ed anche di più: dalle salviettine ai cotton fioc alle ciabatte per fare la doccia, per proseguire con un mega televisore, un impianto stereo ed un ombrello. Non abbiamo bisogno di nulla, a parte un letto gigante e comodo per riposare.
L'omino darà il meglio di sè al mattino, con una colazione loculliana e la proiezione su schermo da cinema di un documentario sulla nostra prossima meta, Ouarzazate. Poi, dopo essersi sbagliato (naturalmente a suo favore) a darmi il resto, ci accompagnerà con la sua Mercedes fino all'incrocio per Ouarzazate. Non ha voluto sentire ragioni, ed anzi quando gli abbiamo detto che avevamo il navigatore satellitare e dunque potevamo fare a meno di lui, si è ulteriormente incaponito.
In realtà l'idea di non cenare al riad è stata pessima, perchè la cittadina è molto squallida e non offre nulla, tuttavia una full immersion nel luogo, per niente turistico e per questo marocchino al cento per cento, è comunque un'esperienza!
Nella nostra stanza, ampia e pacchiana, c'è tutto ciò che potrebbe servire ed anche di più: dalle salviettine ai cotton fioc alle ciabatte per fare la doccia, per proseguire con un mega televisore, un impianto stereo ed un ombrello. Non abbiamo bisogno di nulla, a parte un letto gigante e comodo per riposare.
L'omino darà il meglio di sè al mattino, con una colazione loculliana e la proiezione su schermo da cinema di un documentario sulla nostra prossima meta, Ouarzazate. Poi, dopo essersi sbagliato (naturalmente a suo favore) a darmi il resto, ci accompagnerà con la sua Mercedes fino all'incrocio per Ouarzazate. Non ha voluto sentire ragioni, ed anzi quando gli abbiamo detto che avevamo il navigatore satellitare e dunque potevamo fare a meno di lui, si è ulteriormente incaponito.
In realtà l'idea di non cenare al riad è stata pessima, perchè la cittadina è molto squallida e non offre nulla, tuttavia una full immersion nel luogo, per niente turistico e per questo marocchino al cento per cento, è comunque un'esperienza!
Mercoledì 24 dicembre 2014 - Da Taroundant ad Ouarzazate (296 km)
(Apparthotel Khris Palace - Ouarzazate - 64,75 euro con colazione e parcheggio pubblico moto)
La strada per Ouarzazate almeno nel primo tratto è lenta e squallida. Ci sono continue deviazioni dovute ai lavori in corso e purtroppo mangiamo tantissima polvere. Poi comincia il divertimento perchè la strada prende quota fino ad arrivare a duemila metri: attraversiamo splendidi altipiani e paesaggi da film western che ci esaltano molto. I panettoni di roccia rossa e le sfumature di polvere conferiscono ai panorami un che di magico e avventuroso. E poi lo sfondo innevato delle montagne dà al paesaggio desertico un tocco particolarmente suggestivo.
(Apparthotel Khris Palace - Ouarzazate - 64,75 euro con colazione e parcheggio pubblico moto)
La strada per Ouarzazate almeno nel primo tratto è lenta e squallida. Ci sono continue deviazioni dovute ai lavori in corso e purtroppo mangiamo tantissima polvere. Poi comincia il divertimento perchè la strada prende quota fino ad arrivare a duemila metri: attraversiamo splendidi altipiani e paesaggi da film western che ci esaltano molto. I panettoni di roccia rossa e le sfumature di polvere conferiscono ai panorami un che di magico e avventuroso. E poi lo sfondo innevato delle montagne dà al paesaggio desertico un tocco particolarmente suggestivo.
Circa 5 chilometri prima di entrare in città ci fermiamo per qualche foto davanti ai celebri Atlas Film Corporation Studios.
A Ouarzazate abbiamo affittato un elegante appartamento appena fuori dal centro. Ha quattro stanze, bagno e cucina e presenta al centro un patio con tanto di fontana... Una meraviglia! Aziz ha trovato accoglienza in un autolavaggio a pochi passi dal residence. In un tentativo di parcheggiarlo all'interno di un cancelletto una delle frecce ha subito un piccolo urto e la relativa lampada si è fulminata.
Giusto il tempo di un caffè e ci rechiamo subito alla famosissima Kasbah di Taourirt per approfittare dell'ultima luce della giornata per visitarla. Purtroppo la kasbah è chiusa, a causa di lavori di manutenzione resi necessari dalla recente alluvione. Anche qui incappiamo in numerose zecche, una delle quali particolarmente insistente e tenace che arriva perfino ad insultarci perchè rifiutiamo i suoi servigi. Ci chiede di essere pagato "comunque" ma potete immaginare la nostra risposta. Voleva portarci in un postaccio dove magari qualche suo compare ha qualche bottega o peggio ancora rapinarci: una brutta faccia insomma! Biasimo i connazionali che pur di togliersi di torno questa gente gli mettono in mano dei soldi, per il semplice motivo che incentivano questo genere di atteggiamento verso gli occidentali.
Dopo qualche chilometro a piedi, facciamo un pò di compere mangerecce, decisi a trascorrere la vigilia di Natale nella nostra bella casetta con un gustoso pollo arrosto, così da non fare la brutta fine fatta la sera prima a Taroundant. Spezziamo l'appetito con una pizza berbera che però di lì a poco provocherà in me reazioni a catena!
Ci colpiscono i ripetitori collocati in cima ad altissime palme, presumibilmente finte.
Ci colpiscono i ripetitori collocati in cima ad altissime palme, presumibilmente finte.
Giovedì 25 dicembre 2014 - Da Ouarzazate a Tinghir + Gole del Dades (275 km)
(Palmeraie Guest House - Tinghir - 70 euro con mezza pensione e garage moto)
L'indomani veniamo prima coccolati da una straordinaria colazione in camera e poi ci suona un meccanico che è stato fatto venire dalla reception per aggiustare la moto. Riusciamo a cambiare la lampadina e ripartiamo ma dopo cinque minuti le frecce e la luce posteriore decidono di mettersi in sciopero. La diagnosi che fa Andrea è "relè ko", dunque non c'è speranza di una riparazione di fortuna, dovremo fare come quando eravamo ragazzi con il motorino, cioè allargare il braccio ogni volta che dobbiamo girare!
Il termometro segna 1,5° e noi siamo super imbottiti perchè abbiamo da percorrere circa 300 km di strada di montagna. La giornata ci vede a zonzo tra villaggi berberi e profonde gole. Dapprima visitiamo le Gole del Dades, davvero belle, e piene di immagini curiose: dalle donne che fanno il bucato nel fiume ai bimbi che quasi ti assalgono per un chewingum. In uno dei villaggi compro del pane caldo e del formaggio e così consumiamo lungo il fiume un rapido spuntino, sotto gli occhi curiosi di alcuni locali e di un vigile che però si tengono a debita distanza.
(Palmeraie Guest House - Tinghir - 70 euro con mezza pensione e garage moto)
L'indomani veniamo prima coccolati da una straordinaria colazione in camera e poi ci suona un meccanico che è stato fatto venire dalla reception per aggiustare la moto. Riusciamo a cambiare la lampadina e ripartiamo ma dopo cinque minuti le frecce e la luce posteriore decidono di mettersi in sciopero. La diagnosi che fa Andrea è "relè ko", dunque non c'è speranza di una riparazione di fortuna, dovremo fare come quando eravamo ragazzi con il motorino, cioè allargare il braccio ogni volta che dobbiamo girare!
Il termometro segna 1,5° e noi siamo super imbottiti perchè abbiamo da percorrere circa 300 km di strada di montagna. La giornata ci vede a zonzo tra villaggi berberi e profonde gole. Dapprima visitiamo le Gole del Dades, davvero belle, e piene di immagini curiose: dalle donne che fanno il bucato nel fiume ai bimbi che quasi ti assalgono per un chewingum. In uno dei villaggi compro del pane caldo e del formaggio e così consumiamo lungo il fiume un rapido spuntino, sotto gli occhi curiosi di alcuni locali e di un vigile che però si tengono a debita distanza.
Arriviamo a Tinghir nel pomeriggio. Il tentativo di esplorare le Gole del Todra fallisce perchè oramai nelle profonde gole il sole è già svanito. Così torniamo indietro e ci fermiamo all'albergo prenotato su Booking per questa notte. Sulla strada principale ad attenderci uno dei gestori, che ci fa infilare la moto in un magazzino.
L'hotel si trova più sotto, al livello della palmeraie e del fiume, ma ai bagagli pensano loro. Fa parecchio freddo e la nostra stanza è addirittura gelida. Purtroppo il condizionatore non è in grado di scaldarla. Il bagno poi è una cella frigorifero!
Più calda invece, grazie alla presenza di alcune stufe a legna, è la casa principale, dove sorseggiamo a lungo the alla menta insieme ai tre fratelli berberi che hanno in gestione l'albergo. Chiacchieriamo a lungo, anche più tardi durante la cena, in quanto siamo gli unici ospiti. Ad un certo punto il discorso diventa un campo minato ed Andrea, nonostante eravamo d'accordo di spacciare le mie nipotine all'occorrenza per figlie nostre, fa l'errore di ammettere che non abbiamo figli. Il nostro interlocutore, con la sua pezza in testa, mi guarda strano e poi dice ad Andrea cose che a me hanno dato un pò fastidio, tipo di darci dentro e che nel suo paese se una dopo un anno di matrimonio non esce incinta viene ripudiata e l'uomo si risposa. E vabbè!
L'hotel si trova più sotto, al livello della palmeraie e del fiume, ma ai bagagli pensano loro. Fa parecchio freddo e la nostra stanza è addirittura gelida. Purtroppo il condizionatore non è in grado di scaldarla. Il bagno poi è una cella frigorifero!
Più calda invece, grazie alla presenza di alcune stufe a legna, è la casa principale, dove sorseggiamo a lungo the alla menta insieme ai tre fratelli berberi che hanno in gestione l'albergo. Chiacchieriamo a lungo, anche più tardi durante la cena, in quanto siamo gli unici ospiti. Ad un certo punto il discorso diventa un campo minato ed Andrea, nonostante eravamo d'accordo di spacciare le mie nipotine all'occorrenza per figlie nostre, fa l'errore di ammettere che non abbiamo figli. Il nostro interlocutore, con la sua pezza in testa, mi guarda strano e poi dice ad Andrea cose che a me hanno dato un pò fastidio, tipo di darci dentro e che nel suo paese se una dopo un anno di matrimonio non esce incinta viene ripudiata e l'uomo si risposa. E vabbè!
Venerdì 26 dicembre 2014 - Gole del Todra + da Tinghir a Merzouga (km 279)
(Kasbah Panorama - Merzouga - 70 euro a notte con mezza pensione e parcheggio privato moto)
L'indomani, ripartiti dopo una notte trascorsa con calzettoni e cappello di pile in testa, ci dirigiamo nuovamente alle Gole del Todra e ne seguiamo il percorso per diverse decine di chilometri prima di tornare indietro e riprendere la strada principale in direzione Merzouga.
(Kasbah Panorama - Merzouga - 70 euro a notte con mezza pensione e parcheggio privato moto)
L'indomani, ripartiti dopo una notte trascorsa con calzettoni e cappello di pile in testa, ci dirigiamo nuovamente alle Gole del Todra e ne seguiamo il percorso per diverse decine di chilometri prima di tornare indietro e riprendere la strada principale in direzione Merzouga.
Nelle gole si ripete l'episodio del pastore che ci chiede dei soldi. E' impressionante la velocità con cui scende dal pendio, attraversa il fiume e risale sulla strada per quasi strattonare Andrea e chiederci volgarmente del danaro. Una scena indegna e che in noi fa scattare una tristezza infinita. Siamo ad un punto di non ritorno, d'ora in avanti è certo che non daremo più fiducia ad alcun essere umano che dovessimo incontrare in Marocco.
Intanto, dopo i 3° delle Gole del Todra, va in tilt anche il termometro.
Arriviamo a Merzouga attraverso bei panorami nel primo pomeriggio. L'albergo è molto bello e sorge in mezzo al deserto su un montarozzo. Vi si accede attraverso un breve tratto di pista. Attorno le dune e all'orizzonte alte montagne che segnano il confine con l'Algeria. Ogni tanto passa qualche motorino o qualche dromedario.
Arriviamo a Merzouga attraverso bei panorami nel primo pomeriggio. L'albergo è molto bello e sorge in mezzo al deserto su un montarozzo. Vi si accede attraverso un breve tratto di pista. Attorno le dune e all'orizzonte alte montagne che segnano il confine con l'Algeria. Ogni tanto passa qualche motorino o qualche dromedario.
La nostra stanza è ampia ma spartana. Ci sono due grossi letti e niente più. Ma è discretamente pulita.
Le aree comuni e la terrazza invece sono molto ospitali. Ci appollaiamo su un divano davanti al fuoco approfittando del wi fii e ci gustiamo l'ennesimo the alla menta con le noccioline. Decidiamo di cenare in albergo e prenotiamo anche due escursioni per l'indomani, e cioè un 4x4 con autista per la mattina e un'escursione col dromedario per vedere il tramonto dalle dune.
Anche il dopocena è molto divertente: c'è musica dal vivo. Dapprima si esibiscono tre artisti locali, le cui facce ed espressioni sono davvero caratteristiche e divertenti. Hanno un modo di emettere suoni dalla bocca davvero curioso, e poichè la loro nenia si ripete all'infinito tiriamo un sospiro di sollievo quando cominciano a suonare i ragazzi più giovani, che -scaldati gli strumenti davanti al caminetto- fanno uscire dai tamburi ritmi scatenati e creano attorno a loro in men che non si dica grande sinergia e coinvolgimento da parte dei presenti.
Le aree comuni e la terrazza invece sono molto ospitali. Ci appollaiamo su un divano davanti al fuoco approfittando del wi fii e ci gustiamo l'ennesimo the alla menta con le noccioline. Decidiamo di cenare in albergo e prenotiamo anche due escursioni per l'indomani, e cioè un 4x4 con autista per la mattina e un'escursione col dromedario per vedere il tramonto dalle dune.
Anche il dopocena è molto divertente: c'è musica dal vivo. Dapprima si esibiscono tre artisti locali, le cui facce ed espressioni sono davvero caratteristiche e divertenti. Hanno un modo di emettere suoni dalla bocca davvero curioso, e poichè la loro nenia si ripete all'infinito tiriamo un sospiro di sollievo quando cominciano a suonare i ragazzi più giovani, che -scaldati gli strumenti davanti al caminetto- fanno uscire dai tamburi ritmi scatenati e creano attorno a loro in men che non si dica grande sinergia e coinvolgimento da parte dei presenti.
Sabato 27 dicembre 2014 - Merzouga e dintorni con 4x4 e dromedario
(80 euro noleggio 4x4 con autista per 5 ore, 20 euro a persona gita in dromedario per vedere il tramonto nel deserto)
Mi sveglio all'alba per fare qualche foto dalla terrazza panoramica dell'albergo e con l'occasione poco dopo facciamo amicizia con un viaggiatore solitario bergamasco che rientra da una cammellata per vedere l'alba.
(80 euro noleggio 4x4 con autista per 5 ore, 20 euro a persona gita in dromedario per vedere il tramonto nel deserto)
Mi sveglio all'alba per fare qualche foto dalla terrazza panoramica dell'albergo e con l'occasione poco dopo facciamo amicizia con un viaggiatore solitario bergamasco che rientra da una cammellata per vedere l'alba.
L'escursione in 4x4 si rivela una scelta azzeccata. La giornata è perfetta: turchese e senza vento. Il fuoristrada è solo per noi ed il nostro autista è bravissimo nella guida e infinitamente paziente. Ci scarrozza per cinque ore su pista orientandosi in maniera perfetta. Ci mostra zone piene di fossili e di pietra lavica, due magnifici laghi che le recenti abbondanti precipitazioni hanno formato appena dietro le dune e che secondo lui dureranno al massimo un paio di mesi (immagine davvero insolita), villaggi abbandonati, miniere di barite, accampamenti berberi e splendidi paesaggi di dune addirittura di tre differenti colori. Si vede che quest'uomo è molto innamorato della sua terra. Inoltre si ferma continuamente per suggerirmi delle fotografie, arrivando addirittura ad orientare la macchina in maniera tale che io possa farle dal finestrino.
Rientrati in albergo col collo un pò dolorante a causa del lungo percorso in fuoristrada, consumiamo un veloce spuntino seduti al sole sulla terrazza in compagnia di una dolce gattina che ci fa le fusa da quando siamo arrivati.
Alle 4 arriva Yousef con i nostri dromedari. Salgo in sella tranquilla ma in pochi secondi mi rendo conto che questa cavalcatura proprio non fa per me. Mi irrigidisco, vorrei scendere, non riesco a stare in equilibrio ed ho la sensazione di cadere lateralmente. Soprattutto quando la bestiona scende dalle dune.
Che dire? Erano anni che volevo cavalcare un cammello o un dromedario. E' bastato un attimo però a capire che non accadrà mai più.
I dromedari si chiamano Jimmy Hendrix e Bob Marley e sono piuttosto tranquilli. Io sono quella che sta davanti e dunque tutto sembra ancora più alto e vertiginoso. Inoltre il dromedario di Andrea si è invaghito del mio coscettone sinistro e ci sbava sopra alla grande senza che io, che rigidissima sto aggrappata con tutte le mie forze alla maniglia centrale, possa far nulla. Deve essere una scena buffa, perchè sia Andrea che i nostri due accompagnatori se la ridono alla grande mentre io sudo freddo e ho la nausea.
Che dire? Erano anni che volevo cavalcare un cammello o un dromedario. E' bastato un attimo però a capire che non accadrà mai più.
I dromedari si chiamano Jimmy Hendrix e Bob Marley e sono piuttosto tranquilli. Io sono quella che sta davanti e dunque tutto sembra ancora più alto e vertiginoso. Inoltre il dromedario di Andrea si è invaghito del mio coscettone sinistro e ci sbava sopra alla grande senza che io, che rigidissima sto aggrappata con tutte le mie forze alla maniglia centrale, possa far nulla. Deve essere una scena buffa, perchè sia Andrea che i nostri due accompagnatori se la ridono alla grande mentre io sudo freddo e ho la nausea.
Parcheggiati i due brontosauri, saliamo a piedi su una duna alta e ci godiamo lo spettacolo del tramonto.
Risalgo in sella finchè c'è sabbia, poi preferisco scendere e farmela a piedi.
L'escursione termica nel deserto è ampia e si sente.
L'esperienza in dromedario si rivela per me piuttosto dolorosa. Le braccia mi fanno talmente male che a stento riesco a scrivere con grafia molto tremolante. Mi faranno male per altri 4 giorni.
Ci godiamo una seconda serata cenando davanti al fuoco con spiedoni di carne e verdure.
L'esperienza in dromedario si rivela per me piuttosto dolorosa. Le braccia mi fanno talmente male che a stento riesco a scrivere con grafia molto tremolante. Mi faranno male per altri 4 giorni.
Ci godiamo una seconda serata cenando davanti al fuoco con spiedoni di carne e verdure.
Domenica 28 dicembre 2014 - Da Merzouga a Midelt (268 km)
(Riad Villa Midelt - Midelt - 84 euro con mezza pensione e parcheggio privato moto)
L'indomani ripartiamo diretti a Midelt. Attraversiamo bei paesaggi di montagna e le favolose Gole di Ziz. La strada è zeppa di curve e non ci sono guardrail neppure qua.
(Riad Villa Midelt - Midelt - 84 euro con mezza pensione e parcheggio privato moto)
L'indomani ripartiamo diretti a Midelt. Attraversiamo bei paesaggi di montagna e le favolose Gole di Ziz. La strada è zeppa di curve e non ci sono guardrail neppure qua.
I controlli della Polizia Reale però continuano ad essere frequentissimi, ed i militari sono spesso dotati di telelaser ed armati di mitra.
Io ho la gola gonfia e non sono molto in forma. L'ultima sudata nel deserto, quella sul dromedario, mi è stata fatale.
Lungo la strada facciamo conoscenza con una coppia di motociclisti spagnoli molto simpatici con i quali ci scambiamo gli indirizzi e-mail decisi a risentirci per confrontare le rispettive esperienze di viaggio. Per loro, residenti a Segovia, non è la prima volta in Marocco e così ci danno parecchi affidabili consigli.
Avendo in questo viaggio incontrato pochissime moto, addirittura zero durante la prima settimana, quando ci si incrocia viene spontaneo salutarsi molto calorosamente e, potendo, fermarsi a fare due chiacchiere.
La strada per Midelt ci consente di ammirare anche le montagne innevate del medio Atlas. Arriviamo in paese che sta per tramontare il sole. Poichè fa davvero freddo ed io sono raffreddatissima (ho paura di avere anche la febbre) ci rifugiamo subito nella nostra bella guesthouse. La casa è molto ospitale ed è gestita da due giovani fanciulle dallo splendido sorriso. Indossano abiti lunghi di seta ma non portano il capo coperto, facendo così sfoggio della loro bellezza.
Alloggiamo in una swite molto spaziosa esterna rispetto alla casa principale. Il condizionatore funziona bene e il letto è cosparso di petali di rose. In realtà trascorreremo quasi tutto il tempo nel salone della villa principale, a causa di un guasto elettrico che riusciranno a riparare soltanto verso le undici di sera. Ottima la cena a lume di candela. Ci sono ospiti di ogni parte d'Europa e il sottofondo in quattro lingue diverse davanti al caminetto è davvero rilassante.
Una signora americana sui sessant'anni si entusiasma quando si accorge che siamo motociclisti e ci benedice calorosamente augurandoci un buon proseguimento.
Io ho la gola gonfia e non sono molto in forma. L'ultima sudata nel deserto, quella sul dromedario, mi è stata fatale.
Lungo la strada facciamo conoscenza con una coppia di motociclisti spagnoli molto simpatici con i quali ci scambiamo gli indirizzi e-mail decisi a risentirci per confrontare le rispettive esperienze di viaggio. Per loro, residenti a Segovia, non è la prima volta in Marocco e così ci danno parecchi affidabili consigli.
Avendo in questo viaggio incontrato pochissime moto, addirittura zero durante la prima settimana, quando ci si incrocia viene spontaneo salutarsi molto calorosamente e, potendo, fermarsi a fare due chiacchiere.
La strada per Midelt ci consente di ammirare anche le montagne innevate del medio Atlas. Arriviamo in paese che sta per tramontare il sole. Poichè fa davvero freddo ed io sono raffreddatissima (ho paura di avere anche la febbre) ci rifugiamo subito nella nostra bella guesthouse. La casa è molto ospitale ed è gestita da due giovani fanciulle dallo splendido sorriso. Indossano abiti lunghi di seta ma non portano il capo coperto, facendo così sfoggio della loro bellezza.
Alloggiamo in una swite molto spaziosa esterna rispetto alla casa principale. Il condizionatore funziona bene e il letto è cosparso di petali di rose. In realtà trascorreremo quasi tutto il tempo nel salone della villa principale, a causa di un guasto elettrico che riusciranno a riparare soltanto verso le undici di sera. Ottima la cena a lume di candela. Ci sono ospiti di ogni parte d'Europa e il sottofondo in quattro lingue diverse davanti al caminetto è davvero rilassante.
Una signora americana sui sessant'anni si entusiasma quando si accorge che siamo motociclisti e ci benedice calorosamente augurandoci un buon proseguimento.
Lunedì 29 dicembre 2014 - Gole di Aouli + da Midelt a Fes (km 264)
(Hotel Ibis - Fes - 51,78 euro a notte senza colazione e parcheggio privato moto)
Uno dello staff ci suggerisce, giacchè siamo in moto, di esplorare le Gole di Aouli, che si trovano 25 km a est di Midelt. Avendo tempo a disposizione prima di orientare il manubrio in direzione Fes, decidiamo di seguire il suo suggerimento. Superata una vasta discarica appena fuori dal paese, la strada piuttosto disastrata comincia a farsi paesaggisticamente interessante. La guida è a tratti impegnativa ma seguire il letto del fiume è esaltante. A livello fotografico questi luoghi sono davvero stimolanti. Ci sono anche delle vecchie miniere di piombo, rame e argento, da poco abbandonate. Il luogo è pervaso da un'atmosfera da città fantasma, talvolta perfino un pò inquietante.
(Hotel Ibis - Fes - 51,78 euro a notte senza colazione e parcheggio privato moto)
Uno dello staff ci suggerisce, giacchè siamo in moto, di esplorare le Gole di Aouli, che si trovano 25 km a est di Midelt. Avendo tempo a disposizione prima di orientare il manubrio in direzione Fes, decidiamo di seguire il suo suggerimento. Superata una vasta discarica appena fuori dal paese, la strada piuttosto disastrata comincia a farsi paesaggisticamente interessante. La guida è a tratti impegnativa ma seguire il letto del fiume è esaltante. A livello fotografico questi luoghi sono davvero stimolanti. Ci sono anche delle vecchie miniere di piombo, rame e argento, da poco abbandonate. Il luogo è pervaso da un'atmosfera da città fantasma, talvolta perfino un pò inquietante.
Purtroppo, mentre fotografo Andrea che passa su un vecchio ponte rivestito di tavole di legno, mi dimentico di essere salita su un muretto e poi su un altro più alto e faccio un volo di circa un metro e mezzo. Riesco a cadere in piedi ma rimbalzo alla grande sulle ginocchia. Dolorosamente. Non è la prima volta che per fotografare incappo in questi incidenti, dovuti alla sbadataggine, ma per fortuna anche stavolta posso raccontarlo.
La catena di Aziz necessita di essere ingrassata ma tutti i distributori incontrati oggi non sono in grado di aiutarci. In compenso riesco finalmente a comprare una tavoletta di squisito cioccolato.
La deviazione per le Gole di Aouli è servita anche a ritardare il nostro arrivo a Fes, dove era previsto tempo brutto fino al primo pomeriggio. Riusciamo così ad evitare la pioggia.
La strada che da Midelt porta a Ifrane, considerata un pò la Cortina D'Ampezzo del Marocco in quanto residenza estiva di Re Mohammed VI, è molto bella e scavalca il Col du Zad, alto 2178 metri. Ci fermiamo più volte per delle foto e per riattivare la circolazione in quanto fa parecchio freddo. Io starnutisco generosamente nel casco ma l'umore resta altissimo.
La catena di Aziz necessita di essere ingrassata ma tutti i distributori incontrati oggi non sono in grado di aiutarci. In compenso riesco finalmente a comprare una tavoletta di squisito cioccolato.
La deviazione per le Gole di Aouli è servita anche a ritardare il nostro arrivo a Fes, dove era previsto tempo brutto fino al primo pomeriggio. Riusciamo così ad evitare la pioggia.
La strada che da Midelt porta a Ifrane, considerata un pò la Cortina D'Ampezzo del Marocco in quanto residenza estiva di Re Mohammed VI, è molto bella e scavalca il Col du Zad, alto 2178 metri. Ci fermiamo più volte per delle foto e per riattivare la circolazione in quanto fa parecchio freddo. Io starnutisco generosamente nel casco ma l'umore resta altissimo.
Lungo la strada, tra gli abeti, scorgiamo numerose scimmie e ci fermiamo a lungo per fare delle foto mentre offriamo loro delle noccioline. Anche qui spunta dal nulla un venditore di cianfrusaglie, ma riesco ad essere molto convincente sulla impossibilità di ospitare sulla moto i suoi prodotti dalle dimensioni piuttosto grandi. Scambiamo quattro chiacchiere con una famigliola marocchina che si è anche lei fermata a fotografare le scimmie e che ci regala gioiosi sorrisi ed una banana da dare ai macachi che, per questo genere di alimento, sono disposti a parecchie acrobazie.
Arriviamo a Fes che praticamente il sole è appena tramontato. Abbiamo prenotato un Ibis nella Ville Nouvelle per avere la garanzia di trovare una stanza calda e un parcheggio sicuro per Aziz. Appena arriviamo ci offrono una tettoia dove riparare Aziz e una stanza con terrazza dotata di riscaldamento. Certo questa stanza è un buco rispetto agli alloggi di cui abbiamo usufruito fino ad oggi e non è neppure troppo pulita, ma è per noi molto funzionale.
Chiedo al simpatico tipo della reception se può procurarci una guida in italiano per l'indomani e lui si attiva immediatamente. Dopo cinque minuti ci avvertono telefonicamente che Alì ci attende al bar per conoscerci ed accordarci per l'indomani.
A leggere la guida e le esperienze degli altri viaggiatori, mi sono fatta l'idea che per vedere bene l'antica Medina di Fes una guida locale sia indispensabile. E che solo in questo modo riusciremo ad evitare procacciatori d'affari, compari e guide improvvisate. Anche perchè le insegne che segnalano con diversi colori i percorsi turistici nella Medina, di cui parlava la guida Lonely Planet, non ci sono. Probabilmente sono stati fatti sparire dai locali proprio per poter continuare a vendere ai turisti i loro servizi.
Chiedo al simpatico tipo della reception se può procurarci una guida in italiano per l'indomani e lui si attiva immediatamente. Dopo cinque minuti ci avvertono telefonicamente che Alì ci attende al bar per conoscerci ed accordarci per l'indomani.
A leggere la guida e le esperienze degli altri viaggiatori, mi sono fatta l'idea che per vedere bene l'antica Medina di Fes una guida locale sia indispensabile. E che solo in questo modo riusciremo ad evitare procacciatori d'affari, compari e guide improvvisate. Anche perchè le insegne che segnalano con diversi colori i percorsi turistici nella Medina, di cui parlava la guida Lonely Planet, non ci sono. Probabilmente sono stati fatti sparire dai locali proprio per poter continuare a vendere ai turisti i loro servizi.
Martedì 30 dicembre 2014 - Fes
Così l'indomani di primo mattino Alì ci guida nella medina, prima che arrivi il grosso dei turisti. Abbiamo subito chiarito con lui che non siamo intenzionati a fare shopping e lui sembra aver inteso abbastanza. Tuttavia per visitare una conceria bisogna necessariamente entrare in un negozio di pellami; idem per vedere tessere un tappeto o per vedere delle ricamatrici all'opera. Comperiamo una cintura molto robusta di pelle di cammello e nulla più perchè, per quanto io mi sia dotata di pazienza, non riesco a sopportare la pressione della contrattazione dei marocchini che partono da cifre incredibili per poi più che dimezzarle. Ho quasi concluso la trattativa per una splendida sciarpa in shantung di seta quando decido di lasciar perdere perchè mi sento troppo tesa. Sono sinceramente convinta che se i marocchini mettessero prezzi fissi ed onesti venderebbero molto di più.
Comunque grazie all'ermetico Alì (che in realtà di italiano sa sì e no quattro parole)riusciamo a vedere bene la Medina. Compriamo del pane aromatizzato all'anice appena uscito dal forno, dei gustosi datteri e qualche altra leccornia da mangiare lungo la strada.
Così l'indomani di primo mattino Alì ci guida nella medina, prima che arrivi il grosso dei turisti. Abbiamo subito chiarito con lui che non siamo intenzionati a fare shopping e lui sembra aver inteso abbastanza. Tuttavia per visitare una conceria bisogna necessariamente entrare in un negozio di pellami; idem per vedere tessere un tappeto o per vedere delle ricamatrici all'opera. Comperiamo una cintura molto robusta di pelle di cammello e nulla più perchè, per quanto io mi sia dotata di pazienza, non riesco a sopportare la pressione della contrattazione dei marocchini che partono da cifre incredibili per poi più che dimezzarle. Ho quasi concluso la trattativa per una splendida sciarpa in shantung di seta quando decido di lasciar perdere perchè mi sento troppo tesa. Sono sinceramente convinta che se i marocchini mettessero prezzi fissi ed onesti venderebbero molto di più.
Comunque grazie all'ermetico Alì (che in realtà di italiano sa sì e no quattro parole)riusciamo a vedere bene la Medina. Compriamo del pane aromatizzato all'anice appena uscito dal forno, dei gustosi datteri e qualche altra leccornia da mangiare lungo la strada.
Alì ci mostra anche il vicolo più stretto della medina, dove passa una persona alla volta.
Essendo la medina in salita, ci scaldiamo rapidamente. La nostra guida ha il passo veloce ma noi le stiamo dietro senza problemi e così alle 11.30, con una stretta di mano e 250 dyram in meno nel portafoglio, la salutiamo.
A questo punto decidiamo di girare da soli, senza meta e liberi di perderci.
Dopo un the alla menta decidiamo di visitare sia la Medersa che il Museo dell'Artigianato Ligneo, che si rivelano entrambi interessanti. Dal tetto del Museo abbiamo ancora una volta la possibilità di ammirare Fes dall'alto.
A questo punto decidiamo di girare da soli, senza meta e liberi di perderci.
Dopo un the alla menta decidiamo di visitare sia la Medersa che il Museo dell'Artigianato Ligneo, che si rivelano entrambi interessanti. Dal tetto del Museo abbiamo ancora una volta la possibilità di ammirare Fes dall'alto.
Sono circa le 16 quando rientriamo in albergo, stracotti ma appagati da questa meravigliosa città. E' proprio vero quello che si legge su Fes, e cioè che è autentica e non si è lasciata cambiare dal turismo e dal tempo.
A dire il vero siamo anche stupiti del fatto che nessuno ci ha importunato. Sarà che ci hanno visto con Alì o piuttosto che abbiamo imparato a muoverci con più sicurezza. Inoltre io ho capito che per non ricevere richieste di danaro in cambio di indicazioni stradali, e soprattutto per ricevere indicazioni "corrette", il modo migliore è che io donna mi rivolga alle donne del posto, sempre cordiali e perfino liete di scambiare qualche parola con donne occidentali.
La sera decidiamo di raggiungere con un petit taxi un localetto suggeritoci dalla guida per gustare un couscous royal!
A dire il vero siamo anche stupiti del fatto che nessuno ci ha importunato. Sarà che ci hanno visto con Alì o piuttosto che abbiamo imparato a muoverci con più sicurezza. Inoltre io ho capito che per non ricevere richieste di danaro in cambio di indicazioni stradali, e soprattutto per ricevere indicazioni "corrette", il modo migliore è che io donna mi rivolga alle donne del posto, sempre cordiali e perfino liete di scambiare qualche parola con donne occidentali.
La sera decidiamo di raggiungere con un petit taxi un localetto suggeritoci dalla guida per gustare un couscous royal!
Mercoledì 31 dicembre 2014 - Da Fes a Chefchaouen (196 km)
(Residence Hotelière Chez Aziz - Chefchaouen - 60 euro con colazione e garage moto)
La gomma posteriore per fortuna ha resistito, così decidiamo di non tornare verso Marrakech ma di proseguire verso le montagne del Rif così da trascorrere l'ultimo dell'anno a Chefchaouen.
Vi arriviamo placidi verso ora di pranzo, attraverso una strada a tratti interessante e quasi deserta. I primi 80 chilometri li percorriamo su strade rurali, piene di somarelli e di contadini, senza incontrare neppure un centro urbano o un distributore di benzina. La moto è in riserva ed è la prima volta che non troviamo una stazione di servizio (in genere abbondano), ma alla fine come un miraggio eccone una!
Inoltre qui è strapieno di aironi e garzette. E incontriamo anche grossi stormi di cicogne.
(Residence Hotelière Chez Aziz - Chefchaouen - 60 euro con colazione e garage moto)
La gomma posteriore per fortuna ha resistito, così decidiamo di non tornare verso Marrakech ma di proseguire verso le montagne del Rif così da trascorrere l'ultimo dell'anno a Chefchaouen.
Vi arriviamo placidi verso ora di pranzo, attraverso una strada a tratti interessante e quasi deserta. I primi 80 chilometri li percorriamo su strade rurali, piene di somarelli e di contadini, senza incontrare neppure un centro urbano o un distributore di benzina. La moto è in riserva ed è la prima volta che non troviamo una stazione di servizio (in genere abbondano), ma alla fine come un miraggio eccone una!
Inoltre qui è strapieno di aironi e garzette. E incontriamo anche grossi stormi di cicogne.
A Chaouen abbiamo prenotato un piccolo appartamento in un residence. Il gestore ci offre il suo garage per Aziz e naturalmente siamo felici di accettare. E' l'ultimo dell'anno e non sappiamo se qui sparano i botti come da noi, lasciarla in strada potrebbe essere pericoloso.
Il paese è un incanto, con le case che sembrano scavate nella pietra e le mille porte azzurre. Lo giriamo tutto, perdendoci nella miriade di vicoli che lo attraversano da una parte all'altra. Saliamo fino al punto più alto dove c'è solo la gente del posto ed i bambini che giocano a pallone. Ogni tanto qualche piccolo gruppo di signore passa trasportando grosse teglie di biscotti o di altri dolci da cuocere nel forno comune.
Il paese è un incanto, con le case che sembrano scavate nella pietra e le mille porte azzurre. Lo giriamo tutto, perdendoci nella miriade di vicoli che lo attraversano da una parte all'altra. Saliamo fino al punto più alto dove c'è solo la gente del posto ed i bambini che giocano a pallone. Ogni tanto qualche piccolo gruppo di signore passa trasportando grosse teglie di biscotti o di altri dolci da cuocere nel forno comune.
Non riusciamo ad evitare il cazziatone di un anziano che ci dice che non sta bene fotografare la gente... Okay, ma allora non dovrei scattare neppure una foto, visto che il paese pullula di presenze!
Ci sono anche tanti turisti. E qui per la prima volta veniamo avvicinati dai celebri venditori di hashish...Brutte facce!
Rientrati in albergo ci accorgiamo che il condizionatore è scarico e dunque non genera aria calda. Spieghiamo il problema in reception e ci promettono di farci trovare il caminetto acceso al nostro ritorno dalla cena.
Anche il posto dove ceniamo è gelido, ma è evidente che qui non sono abituati ad avere turismo invernale e che fatta eccezione per il periodo natalizio il turismo lo vedono solo nei mesi caldi.
Comunque qualcosa riusciamo a mettere sotto ai denti.
Notiamo anche che i prezzi dei ristoranti sono di gran lunga più bassi che nel resto del paese.
Rientrati in albergo il tizio della reception ci omaggia di una invitante piccola torta e ci informa che troveremo la casetta bella calda.
Ci sono anche tanti turisti. E qui per la prima volta veniamo avvicinati dai celebri venditori di hashish...Brutte facce!
Rientrati in albergo ci accorgiamo che il condizionatore è scarico e dunque non genera aria calda. Spieghiamo il problema in reception e ci promettono di farci trovare il caminetto acceso al nostro ritorno dalla cena.
Anche il posto dove ceniamo è gelido, ma è evidente che qui non sono abituati ad avere turismo invernale e che fatta eccezione per il periodo natalizio il turismo lo vedono solo nei mesi caldi.
Comunque qualcosa riusciamo a mettere sotto ai denti.
Notiamo anche che i prezzi dei ristoranti sono di gran lunga più bassi che nel resto del paese.
Rientrati in albergo il tizio della reception ci omaggia di una invitante piccola torta e ci informa che troveremo la casetta bella calda.
Certo non avremmo immaginato di entrare in una ciminiera! C'è fumo dappertutto, quasi non ci si vede, ed il motivo è che il caminetto in realtà non ha una canna fumaria ed è solo un elemento decorativo. Strano che il gestore non ne fosse a conoscenza!
Lo chiamiamo e spalanchiamo tutte le finestre della casa, che in un attimo ridiventa una ghiacciaia.
Purtroppo, anche se dormiamo come sassi sotto due strati di pesanti coperte, l'odore del fumo mi fa svegliare con un forte mal di gola. Inoltre ogni cosa puzza terribilmente di fumo e noi ci ribattezziamo come "i micioni affumicati"!
Lo chiamiamo e spalanchiamo tutte le finestre della casa, che in un attimo ridiventa una ghiacciaia.
Purtroppo, anche se dormiamo come sassi sotto due strati di pesanti coperte, l'odore del fumo mi fa svegliare con un forte mal di gola. Inoltre ogni cosa puzza terribilmente di fumo e noi ci ribattezziamo come "i micioni affumicati"!
Giovedì 1° gennaio 2015 - Da Chefchaouen a Rabat (245 km)
(Hotel B.&B. Rabat Medina - Rabat - 68 euro senza colazione e con parcheggio privato moto)
Dopo un'ottima colazione in camera, un centinaio di "Sorry!" ed un simpatico omaggio da parte del gestore dell'albergo, riprendiamo la strada. La meta di oggi è la tranquilla capitale del Marocco, Rabat, che ci accoglie placida con le sue sembianze di città europea più che africana. Siamo ancora talmente affumicati da saturare in un attimo, aprendo la sacca stagna, la grande stanza dell'hotel che ci ospita. Abbiamo scelto un albergo nella città nuova, di quelli business e dotati di ogni confort.
(Hotel B.&B. Rabat Medina - Rabat - 68 euro senza colazione e con parcheggio privato moto)
Dopo un'ottima colazione in camera, un centinaio di "Sorry!" ed un simpatico omaggio da parte del gestore dell'albergo, riprendiamo la strada. La meta di oggi è la tranquilla capitale del Marocco, Rabat, che ci accoglie placida con le sue sembianze di città europea più che africana. Siamo ancora talmente affumicati da saturare in un attimo, aprendo la sacca stagna, la grande stanza dell'hotel che ci ospita. Abbiamo scelto un albergo nella città nuova, di quelli business e dotati di ogni confort.
Dopo qualche provvista alla celebre pasticceria Majestic, entriamo nella Medina e gustiamo del cibo da strada: c'è una signora che cuoce sulla piastra delle pizzette con le verdure davvero invitanti. Ne abbiamo mangiate spesso in questi giorni e sappiamo già che sono molto buone, sebbene siamo consapevoli che il cibo di strada possa essere fonte di batteri "nuovi" e sconosciuti.
Percorso il souk, ci incamminiamo verso la grande panoramica Kasbah per esplorarla a piedi e godere di un bellissimo tramonto prima di intraprendere il salitone del ritorno.
Al rientro in albergo ricomincia per me la bua al pancino, che mi porto dietro oramai da sei giorni mentre scrivo questo report. Evidentemente i batteri marocchini hanno trovato terreno fertile, per fortuna il reparto "intestino" della nostra farmacia portatile è fornitissimo, e dunque questa cosa non ci rovinerà il viaggio.
Percorso il souk, ci incamminiamo verso la grande panoramica Kasbah per esplorarla a piedi e godere di un bellissimo tramonto prima di intraprendere il salitone del ritorno.
Al rientro in albergo ricomincia per me la bua al pancino, che mi porto dietro oramai da sei giorni mentre scrivo questo report. Evidentemente i batteri marocchini hanno trovato terreno fertile, per fortuna il reparto "intestino" della nostra farmacia portatile è fornitissimo, e dunque questa cosa non ci rovinerà il viaggio.
Venerdì 2 gennaio 2015 - Da Rabat a Marrakech (327 km)
(Riad Dar Beldia - Medina di Marrakech - 48 euro con colazione)
L'indomani inforchiamo la veloce autostrada che da Rabat in meno di tre ore ci conduce a Marrakech. Assistiamo perplessi al teatrino di quelli che di prepotenza scavalcano la coda alla barriera: molto peggio che da noi. Un tizio con un macchinone cerca di infilarsi davanti a noi che siamo in paziente coda da dieci minuti buoni, ma non lo facciamo passare: di fronte alla scena alcuni addetti ai caselli scoppiano a ridere e ci guardano con approvazione.
Arriviamo al riad in moto scortati da un simpatico bambino in bicicletta che non riesce a distogliere lo sguardo da Aziz.
Ormai il battistrada è completamente esaurito e la moto è piena di fango e polvere ma va da Dio. Il noleggiatore verrà a riprendersela nel pomeriggio, tra una passeggiata e l'altra nella splendida medina di Marrakech. E' buffo ma nessuno più ci importuna, camminiamo sicuri nel souq come fossimo a casa e ci dedichiamo anche allo shopping prima di tornare nella cooperativa che tanto ci era piaciuta il primo giorno per acquistare delle preziose pashmine.
L'ultimo spettacolo lo viviamo la sera nell'affollatissima grande piazza, dove consumiamo l'ultima cena del viaggio. Rispetto alla prima sera c'è tantissima gente e fa meno freddo. Investiamo i dynar residui in un chilo di datteri e ce ne torniamo placidi al riad.
(Riad Dar Beldia - Medina di Marrakech - 48 euro con colazione)
L'indomani inforchiamo la veloce autostrada che da Rabat in meno di tre ore ci conduce a Marrakech. Assistiamo perplessi al teatrino di quelli che di prepotenza scavalcano la coda alla barriera: molto peggio che da noi. Un tizio con un macchinone cerca di infilarsi davanti a noi che siamo in paziente coda da dieci minuti buoni, ma non lo facciamo passare: di fronte alla scena alcuni addetti ai caselli scoppiano a ridere e ci guardano con approvazione.
Arriviamo al riad in moto scortati da un simpatico bambino in bicicletta che non riesce a distogliere lo sguardo da Aziz.
Ormai il battistrada è completamente esaurito e la moto è piena di fango e polvere ma va da Dio. Il noleggiatore verrà a riprendersela nel pomeriggio, tra una passeggiata e l'altra nella splendida medina di Marrakech. E' buffo ma nessuno più ci importuna, camminiamo sicuri nel souq come fossimo a casa e ci dedichiamo anche allo shopping prima di tornare nella cooperativa che tanto ci era piaciuta il primo giorno per acquistare delle preziose pashmine.
L'ultimo spettacolo lo viviamo la sera nell'affollatissima grande piazza, dove consumiamo l'ultima cena del viaggio. Rispetto alla prima sera c'è tantissima gente e fa meno freddo. Investiamo i dynar residui in un chilo di datteri e ce ne torniamo placidi al riad.
Sabato 3 gennaio 2015 - Da Marrakech a casa
Qualche ora di sonno, la sveglia alle sei ed il volo diretto per Roma, pullulante di italiani che rientrano dal capodanno in tenda nel deserto, pezzo forte di pacchetti turistici all inclusive, e che si lamentano perchè faceva un gran freddo! E' divertente sentire le altrui esperienze, un pò tutte uguali però; molti si lamentano dell'insistenza dei marocchini nello spillare soldi, altri confessano di aver scoperto solo l'ultimo giorno che di buono da mangiare c'era altro a parte le taijine e il cous cous riferendosi in primis ai gustosi spiedini, meno cosparsi di spezie e più digeribili e gustosi.
Il volo è tranquillo, a parte qualche sporadica turbolenza, e intorno alle tre recuperiamo l'auto e decidiamo di non fermarci a Roma ma di proseguire direttamente per Pescara, così da fare il tragitto di giorno.
Ha fatto tantissima neve e lo spettacolo lungo l'A25 è meraviglioso: il Gran Sasso e la Majella si tingono di rosa e ci mostrano profili conosciutissimi e profondamente amati.
Rientriamo a casa con dentro la gioia per quest'altro bel viaggio compiuto insieme in sella ad una motocicletta. E il primo saluto è a Pippo ed Olivia in garage perchè, inutile dirlo, ci è dispiaciuto un pò non avere con noi il nostro piccolino che in Tunisia l'anno scorso avevamo ribattezzato "Pippo l'Africano".
Qualche ora di sonno, la sveglia alle sei ed il volo diretto per Roma, pullulante di italiani che rientrano dal capodanno in tenda nel deserto, pezzo forte di pacchetti turistici all inclusive, e che si lamentano perchè faceva un gran freddo! E' divertente sentire le altrui esperienze, un pò tutte uguali però; molti si lamentano dell'insistenza dei marocchini nello spillare soldi, altri confessano di aver scoperto solo l'ultimo giorno che di buono da mangiare c'era altro a parte le taijine e il cous cous riferendosi in primis ai gustosi spiedini, meno cosparsi di spezie e più digeribili e gustosi.
Il volo è tranquillo, a parte qualche sporadica turbolenza, e intorno alle tre recuperiamo l'auto e decidiamo di non fermarci a Roma ma di proseguire direttamente per Pescara, così da fare il tragitto di giorno.
Ha fatto tantissima neve e lo spettacolo lungo l'A25 è meraviglioso: il Gran Sasso e la Majella si tingono di rosa e ci mostrano profili conosciutissimi e profondamente amati.
Rientriamo a casa con dentro la gioia per quest'altro bel viaggio compiuto insieme in sella ad una motocicletta. E il primo saluto è a Pippo ed Olivia in garage perchè, inutile dirlo, ci è dispiaciuto un pò non avere con noi il nostro piccolino che in Tunisia l'anno scorso avevamo ribattezzato "Pippo l'Africano".
INFO UTILI:
ü 1 euro equivale a 11 dyram. Vi sono sia negozi dove cambiare contanti che sportelli ATM. Prelevare al bancomat è molto più conveniente che cambiare contanti (abbiamo appurato che si arrivano a risparmiare circa 8 euro ogni 100 che se ne cambiano). Anche nei negozi e negli alberghi i marocchini applicano a chi paga in euro il cambio 1 euro=10 dyram;
ü In inverno quasi nessun albergo consente di pagare con carta di credito. La risposta è sempre che il pos ha problemi di collegamento. I pochi alberghi che consentono di usare la carta di credito fanno la transazione in dollari americani, per noi al momento poco conveniente, per cui suggeriamo di dotarsi sempre di contanti;
ü Costo benzina: 11 dyram a litro nei primi dieci giorni di viaggio, poi è scesa a 9 dyram. Distributori frequentissimi. Pagamento solo in contanti;
ü Costo di 1kg di arance: 10 dyram per noi, un terzo per la gente del posto;
ü Costo di un thè alla menta: da 5 a 25 dyram. Idem per il caffè;
ü Tolto aereo e noleggio, ce la siamo cavata con circa 400 euro a persona a settimana, tutto incluso, mantenendo un livello medio-alto per quel che concerne le sistemazioni alberghiere. Queste ultime le abbiamo prenotate sempre la sera prima tramite Internet utilizzando Booking.com. Attenzione a verificare che vi sia il riscaldamento perchè molte strutture, lavorando prevalentemente se non quasi esclusivamente in estate, ne sono sprovviste o hanno i condizionatori scarichi;
ü Nelle città i parcheggi pubblici custoditi costano 20 dyram al giorno, ma noi non ne abbiamo mai usufruito;
ü Se avete bisogno di spostarvi velocemente in città sono molto convenienti i petit taxi (ad esempio dalla ville nouvelle alla Medina di Fes mettete in preventivo 10 - 12 dyram a corsa);
ü Molto costoso il trasferimento dall'aeroporto alla Medina di Marrakech. Poichè ogni riad ha un proprio servizio di transfer, conviene pagare 20 euro al riad anzicchè utilizzare i taxi pubblici, anche perchè così arriverete sani e salvi fino al riad e non rischierete di perdervi o cadere in mano ad ulteriori facchini (necessari se il riad è in vicoli della medina dove non si arriva in auto);
ü Il noleggio della moto ci è costato 54 euro al giorno. Fatevi fare diversi preventivi tramite Internet, sui periodi lunghi è facile ottenere sconti;
ü Buone le condizioni delle strade principali, in linea di massima percorribili con qualsiasi tipo di moto perchè asfaltate. Nel deserto potreste dover percorrere brevi tratti di pista per raggiungere il vostro albergo, ma trattasi di piste compatte e dunque percorribili con qualsiasi moto;
ü Diffidate di chi cerca di fermarvi per strada e state in guardia dai marocchini che sono molto scaltri e furbi;
ü Frequentissimi i controlli della polizia reale, situate all'ingresso delle città o dei paesi. Troverete veri e propri posti di blocco, dove procedere a passo d'uomo fintanto che un poliziotto vi farà segno di passare. Noi non siamo mai stati fermati.
ü 1 euro equivale a 11 dyram. Vi sono sia negozi dove cambiare contanti che sportelli ATM. Prelevare al bancomat è molto più conveniente che cambiare contanti (abbiamo appurato che si arrivano a risparmiare circa 8 euro ogni 100 che se ne cambiano). Anche nei negozi e negli alberghi i marocchini applicano a chi paga in euro il cambio 1 euro=10 dyram;
ü In inverno quasi nessun albergo consente di pagare con carta di credito. La risposta è sempre che il pos ha problemi di collegamento. I pochi alberghi che consentono di usare la carta di credito fanno la transazione in dollari americani, per noi al momento poco conveniente, per cui suggeriamo di dotarsi sempre di contanti;
ü Costo benzina: 11 dyram a litro nei primi dieci giorni di viaggio, poi è scesa a 9 dyram. Distributori frequentissimi. Pagamento solo in contanti;
ü Costo di 1kg di arance: 10 dyram per noi, un terzo per la gente del posto;
ü Costo di un thè alla menta: da 5 a 25 dyram. Idem per il caffè;
ü Tolto aereo e noleggio, ce la siamo cavata con circa 400 euro a persona a settimana, tutto incluso, mantenendo un livello medio-alto per quel che concerne le sistemazioni alberghiere. Queste ultime le abbiamo prenotate sempre la sera prima tramite Internet utilizzando Booking.com. Attenzione a verificare che vi sia il riscaldamento perchè molte strutture, lavorando prevalentemente se non quasi esclusivamente in estate, ne sono sprovviste o hanno i condizionatori scarichi;
ü Nelle città i parcheggi pubblici custoditi costano 20 dyram al giorno, ma noi non ne abbiamo mai usufruito;
ü Se avete bisogno di spostarvi velocemente in città sono molto convenienti i petit taxi (ad esempio dalla ville nouvelle alla Medina di Fes mettete in preventivo 10 - 12 dyram a corsa);
ü Molto costoso il trasferimento dall'aeroporto alla Medina di Marrakech. Poichè ogni riad ha un proprio servizio di transfer, conviene pagare 20 euro al riad anzicchè utilizzare i taxi pubblici, anche perchè così arriverete sani e salvi fino al riad e non rischierete di perdervi o cadere in mano ad ulteriori facchini (necessari se il riad è in vicoli della medina dove non si arriva in auto);
ü Il noleggio della moto ci è costato 54 euro al giorno. Fatevi fare diversi preventivi tramite Internet, sui periodi lunghi è facile ottenere sconti;
ü Buone le condizioni delle strade principali, in linea di massima percorribili con qualsiasi tipo di moto perchè asfaltate. Nel deserto potreste dover percorrere brevi tratti di pista per raggiungere il vostro albergo, ma trattasi di piste compatte e dunque percorribili con qualsiasi moto;
ü Diffidate di chi cerca di fermarvi per strada e state in guardia dai marocchini che sono molto scaltri e furbi;
ü Frequentissimi i controlli della polizia reale, situate all'ingresso delle città o dei paesi. Troverete veri e propri posti di blocco, dove procedere a passo d'uomo fintanto che un poliziotto vi farà segno di passare. Noi non siamo mai stati fermati.