Il nostro amico Andonio, molisano doc, ce ne aveva parlato con orgoglio e passione.
Così, con un paio di mesi d'anticipo, abbiamo messo su un piccolo gruppo di amici ed abbiamo prenotato delle stanze nel centro storico di Campobasso. Oltre a noi e ad Andonio, i presenti sono Muccaviola, Massimo e Sabrina. A spot ci fa compagnia anche Orologiaiomatto, altro nick del forum, anche lui del capoluogo molisano. Tutti siamo armati di macchina fotografica e di buon appetito.
Premetto che il Molise non smette mai di stupirmi: la considero una meta da intenditori, poco turistica e per questo particolarmente bella da girare in motocicletta. Non ci sono solo tradizioni antiche come i Misteri, ma anche paesini suggestivi, bei panorami di montagna, belle spiagge e sapori genuini e goderecci.
L'appuntamento è alle 10 di sabato mattina al Santuario dell'Addolorata, a Castelpetroso (IS).
In realtà becchiamo Amy lungo la SS17 Isernia-Campobasso, già intenta ad immortalare una suggestiva cartolina del santuario con la sua reflex.
All'arrivo troviamo Andonio che ci accoglie con un bel sorriso ed una t-shirt che la dice lunga su quello che ci attende!
Il nostro amico è un'Aquila d'oro del CAI e si vede: queste montagne che ora noi ammiriamo in sella alla nostra moto, lui le ha percorse a piedi in lungo e in largo. Ci racconta di quando da ragazzo insieme a due compagni di arrampicata saliva con gli sci in spalla dalla stazione di San Massimo; ci fa conoscere un suo amico che ha un noleggio di sci; ci parla di quando andò con la Protezione Civile a soccorrere un uomo precipitato dalla montagna per salvare un cane e scoprì che il codice "nero" era un suo caro amico; ci spiega che quello strano brutto ponte che troviamo a metà strada serve a deviare le slavine; e ci mostra alcuni degli inghiottitoi che attraversano Campitello. Ascolto e immagino come dovevano essere quei posti cinquant'anni fa, e penso a quanta passione Andonio e i suoi compagni dovevano avere per la montagna per affrontare la fatica e poterla così vivere intensamente.
Mi piace un sacco ascoltare i suoi racconti perchè trasudano esperienza, passione, vita vissuta, impegno e coraggio. Inoltre lui ha il dono di saper raccontare in chiave ironica. Ed infatti vedo che anche Andrea, Amy, Sabrina e Massimo, lo ascoltano con attenzione e profonda ammirazione.
Capiamo subito che la questione è "seria", con dispiacere manderemo indietro buona parte delle abbondanti porzioni preparate per noi dalle mani esperte della mamma dei proprietari, che poi scopriremo anche essere la moglie del signore conosciuto a Campitello. Ma da queste parti si usa così: le porzioni sono molto -"troppo"- generose!
Arriviamo al nostro B.&B. e, dopo una breve doccia, scopriamo che c'è un altro tavolo prenotato per la cena! Nessuno di noi però è in grado di riprendere a mangiare, nonostante Andonio ci mostri a passo veloce le bellezze del centro storico per aiutare la lenta faticosa digestione, così per sera onoriamo la città che ci accoglie assaporando soltanto una buona birra artigianale.
In un vicolo una vecchietta ultranovantenne ci ferma per chiacchierare. Ad un certo punto la sua attenzione è calamitata da Andrea: dandogli del voi lo definisce un "bel giovanotto"... Poi si guarda attorno e chiede "a chi appartiene questo bel giovanotto?"... Mi faccio avanti e lei mi guarda un pò delusa... In un attimo parte la "cazziata" perchè un così bel giovane non si lascia indietro, qualcuna se ne potrebbe approfittare! Simpatica la vecchina!
Devo dire che il mio ricordo del capoluogo molisano, risalente a quasi trent'anni fa ed all'esame di solfeggio dato nel suo conservatorio, è tutt'altro che attendibile. Ricordavo una città piccola, pianeggiante, poco interessante, ed invece scopro una città universitaria vivace, colta, piena di scorci suggestivi, di scale e di localetti ricercati.
C'è parecchia gente in giro, i Misteri sono un richiamo forte sia per i residenti che per i forestieri.
Purtroppo andiamo a letto con la "pulsazione" che durerà fino alle quattro e mezza di notte. Poi un silenzio assordante fino alle nove del mattino.
Abbiamo la fortuna di avere il balcone della stanza che si affaccia su una delle strade percorse dal corteo e così ne approfittiamo per assistere a questa prima parte della processione senza tuffarci tra la folla. Per la mia reflex è una prospettiva ideale.
Ciascuno dei carri, rigorosamente portati a braccia, è preceduto dalla banda musicale. Il corteo è impressionante, ma ciò che più stupisce sono questi meravigliosi bambini che sembrano volare grazie all'ingegno di Paolo Saverio di Zinno, l'uomo che quasi tre secoli fa costruì queste "macchine volanti", capolavoro di tecnica oltre che di creatività artistica. Si tratta in pratica di "macchine" costituite da una base in legno in cui è inserita una struttura in ferro fucinato che, sviluppandosi in verticale, si ramifica e porta a ciascuna estremità delle imbracature. In tali imbracature vengono posti i bambini, vestiti ora da angeli, ora da demoni, santi o madonnine; sembrano sospesi nel vuoto perchè i loro antichi costumi mascherano struttura ed imbracature. Il passo cadenzato dei portatori fa oscillare la struttura in ferro e così crea l'illusoria sensazione che gli angeli e i demoni volino.
Il folclore, la religiosità e la devozione popolare hanno fatto sì che queste rappresentazioni di scene dell'Antico e del Nuovo Testamento giungessero fino a noi.
Oggi restano solo 12 dei 24 Misteri progettati da Di Zinno. Un tredicesimo fu realizzato nel 1959 dai cugini Tucci, sulla base di un disegno originale di Di Zinno.
C'è pure la televisione, proprio sul balcone di fronte al nostro!
Andonio è impegnatissimo con la Protezione Civile: siamo stupiti della sua resistenza fisica dato che fa piuttosto caldo.
Terminata la processione, ci riappropriamo del tavolo della sera prima e pasteggiamo con birra e salsiccia. Inoltre onoriamo la multipremiata pasticceria di un detenuto che, appresa l'arte pasticcera napoletana nel carcere di Campobasso, ha aperto -una volta uscito- una bottega attigua al penitenziario.
Sono quasi le sei quando, dopo un buon caffè a casa di Andonio e di sua moglie Armida, riprendiamo la strada diretti ciascuno a casa propria. Basta pensare al dispiacere con cui ci siamo salutati per capire una volta di più quanto questo fine settimana sia stato bello per tutti noi: tutti avremmo voluto farlo durare un pò di più.
Un ringraziamento speciale al mitico Andonio per averci fatto scoprire un evento così antico e suggestivo!