E' da quando abbiamo esplorato il centro nord che avevamo voglia di tornare in Portogallo per visitare Lisbona e tutto quanto sta a sud di questa capitale, e finalmente si è presentata l'occasione giusta. Certo siamo al limite dei giorni, se si considera che il traghetto arriva a Barcellona e da lì per raggiungere Lisbona (circa 1200 km) una giornata di trasferimento non basta. Ma i giorni a disposizione, al netto del viaggio in nave, sono nove e non possono aumentare, e noi ormai abbiamo in testa il Portogallo come unica destinazione possibile.
E' tutto molto veloce perchè quando decidiamo di andare mancano solo quattro giorni alla partenza. Dire che abbiamo pianificato il viaggio nei dettagli stavolta non si può. Tutto o quasi -almeno da parte mia- è lasciato all'improvvisazione. Ci viene in aiuto l'amico Brag, che partirà dieci giorni dopo di noi, fornendoci le sue tracce gps, e così basta adattarle al nostro ritmo e ai nostri gusti per mettere in piedi un itinerario su misura per noi in poche ore.
La Cruise Barcelona, colosso della Grimaldi Line, ci accoglie a Civitavecchia in una serata fredda di metà aprile. Legata Olivia nella stiva, dopo qualche chiacchiera con una simpatica coppia di bikers diretti nel nord della Spagna, ci abbandoniamo ad un lungo sonno rigeneratore. Il viaggio è lungo ma scorre veloce e tutto sommato tranquillo nonostante la nave sia zeppa di studenti in gita scolastica, rumorosi e in calore.
Alle 18.20 del giorno successivo sbarchiamo nella caotica Barcellona. Sapendo di non avere tempo per visitare la città, abbiamo prenotato un Ibis con garage un pò periferico (Sant Andreu de la Barca) ma a buon mercato, giusto per fare tappa. Naturalmente ci godiamo una gustosa cenetta a base di pesce in un ristorante del posto che non ha l'aria di essere una trappola per turisti. Il vino è tinto ma soave!
L'indomani, di buon'ora, saliamo in sella per raggiungere il nostro primo obiettivo, la città di Toledo, che da Barcellona dista circa 670 km.
E' una tappa abbastanza veloce e molto "fresca". Le autovie iberiche, quasi sempre a doppia corsia per carreggiata, sono veloci e scorrevoli ma soprattutto gratuite, e dunque sono un'alternativa perfetta alle autostrade (autopiste) che qua costano davvero tanto e spesso scorrono parallele appunto alle autovie. La benzina verde in Spagna si trova a 1,19 a litro, circa trenta centesimi in meno che da noi, il che non può che aumentare il nostro buonumore!
Inoltre il paesaggio lungo la strada è davvero bello, con le particolari formazioni rocciose prima rosse poi bianche poi di nuovo rosse. E ci sono già un mucchio di cicogne con i pulcini appena nati nei nidi, e tantissimi grossi rapaci che volano bassi e fieri regalandoci splendidi voli. Ad un tratto si scorgono anche le montagne innevate...davvero magnifiche! Un mix di paesaggi differenti che potrebbe essere d'impulso ad un ulteriore ritorno nella penisola iberica...chissà!
Ci ristoriamo lungo la strada con un boccadillo al jamon iberico da dieci e lode. Avevamo dimenticato che anche qua il prosciutto crudo viene tagliato rigorosamente a mano ed è uno spettacolo!
Arriviamo a Toledo verso le 15:30. Il nostro hotel è situato nel centro storico ed ha un riparo sicuro anche per Olivia. Naturalmente usciamo subito per goderci questa magnifica cittadina con la luce del pomeriggio, che è la migliore, e lungo la via ci imbattiamo in una gastronomia che ci propone uno spettacolare boccadillo al jamon iberico che consumiamo camminando e fotografando le belle strade di Toledo.
E' tutto molto veloce perchè quando decidiamo di andare mancano solo quattro giorni alla partenza. Dire che abbiamo pianificato il viaggio nei dettagli stavolta non si può. Tutto o quasi -almeno da parte mia- è lasciato all'improvvisazione. Ci viene in aiuto l'amico Brag, che partirà dieci giorni dopo di noi, fornendoci le sue tracce gps, e così basta adattarle al nostro ritmo e ai nostri gusti per mettere in piedi un itinerario su misura per noi in poche ore.
La Cruise Barcelona, colosso della Grimaldi Line, ci accoglie a Civitavecchia in una serata fredda di metà aprile. Legata Olivia nella stiva, dopo qualche chiacchiera con una simpatica coppia di bikers diretti nel nord della Spagna, ci abbandoniamo ad un lungo sonno rigeneratore. Il viaggio è lungo ma scorre veloce e tutto sommato tranquillo nonostante la nave sia zeppa di studenti in gita scolastica, rumorosi e in calore.
Alle 18.20 del giorno successivo sbarchiamo nella caotica Barcellona. Sapendo di non avere tempo per visitare la città, abbiamo prenotato un Ibis con garage un pò periferico (Sant Andreu de la Barca) ma a buon mercato, giusto per fare tappa. Naturalmente ci godiamo una gustosa cenetta a base di pesce in un ristorante del posto che non ha l'aria di essere una trappola per turisti. Il vino è tinto ma soave!
L'indomani, di buon'ora, saliamo in sella per raggiungere il nostro primo obiettivo, la città di Toledo, che da Barcellona dista circa 670 km.
E' una tappa abbastanza veloce e molto "fresca". Le autovie iberiche, quasi sempre a doppia corsia per carreggiata, sono veloci e scorrevoli ma soprattutto gratuite, e dunque sono un'alternativa perfetta alle autostrade (autopiste) che qua costano davvero tanto e spesso scorrono parallele appunto alle autovie. La benzina verde in Spagna si trova a 1,19 a litro, circa trenta centesimi in meno che da noi, il che non può che aumentare il nostro buonumore!
Inoltre il paesaggio lungo la strada è davvero bello, con le particolari formazioni rocciose prima rosse poi bianche poi di nuovo rosse. E ci sono già un mucchio di cicogne con i pulcini appena nati nei nidi, e tantissimi grossi rapaci che volano bassi e fieri regalandoci splendidi voli. Ad un tratto si scorgono anche le montagne innevate...davvero magnifiche! Un mix di paesaggi differenti che potrebbe essere d'impulso ad un ulteriore ritorno nella penisola iberica...chissà!
Ci ristoriamo lungo la strada con un boccadillo al jamon iberico da dieci e lode. Avevamo dimenticato che anche qua il prosciutto crudo viene tagliato rigorosamente a mano ed è uno spettacolo!
Arriviamo a Toledo verso le 15:30. Il nostro hotel è situato nel centro storico ed ha un riparo sicuro anche per Olivia. Naturalmente usciamo subito per goderci questa magnifica cittadina con la luce del pomeriggio, che è la migliore, e lungo la via ci imbattiamo in una gastronomia che ci propone uno spettacolare boccadillo al jamon iberico che consumiamo camminando e fotografando le belle strade di Toledo.
Riusciamo per un soffio a visitare la cattedrale prima che chiuda.
Poi continuiamo a perderci lungo le vie di questa splendida cittadina medievale, finchè il sole non comincia a tramontare. Ecco che allora la stanchezza inizia a farsi sentire. Tornati in hotel, decidiamo di cenare a prezzo fisso nella cerveteria di fronte e di andare a letto presto.
La mattina successiva riprendiamo la strada vestiti di tutto punto perchè fa freddino (8°) e c'è il solito vento che a queste latitudini non manca mai. La temperatura comincia a salire (16°) quando, dopo circa 300 km, entriamo in Portogallo e lasciamo l'autovia per imboccare l'autostrada. E' un tripudio di cicogne in volo! Noto subito che qua le cicogne scelgono da sole le basi per i nidi perchè non vi sono piattaforme messe lì apposta dall'uomo, così ogni traliccio dell'alta tensione ospita un consistente numero di nidi ed alcuni sono altissimi o in posti improbabili come i cartelloni luminosi dell'autopista!
L'arrivo a Lisbona avviene verso le 15:00 ora locale (in Portogallo bisogna mettere l'orologio indietro di un'ora) con l'attraversamento dello spettacolare Ponte Vasco de Gama (pedaggio moto 2,70 euro). Peccato che la giornata grigia appiattisca il paesaggio.
L'arrivo a Lisbona avviene verso le 15:00 ora locale (in Portogallo bisogna mettere l'orologio indietro di un'ora) con l'attraversamento dello spettacolare Ponte Vasco de Gama (pedaggio moto 2,70 euro). Peccato che la giornata grigia appiattisca il paesaggio.
L'impatto con Lisbona non è dei migliori. Facciamo un pò fatica ad orientarci e a trovare il ritmo giusto per esplorare questa caotica capitale. La città ci sembra subito sporca e squallida, tra le cacche dei gabbiani e le scritte sui muri che sono praticamente ovunque, ma abbiamo il sentore che la mancanza di luce e la pioggia sottile ne celino i pregi mettendo in evidenza solo i difetti.
E' sera e dunque ci scegliamo un localetto dove mangiare a base di pesce (O Bacalhoeiro): baccalà per Andrea e un bel trancio di tonno alla plancia per me; insalata di polpo, frittelle di baccalà e ginja!
Soddisfatti torniamo in hotel, certi che domani la città saprà svelarci anche i suoi lati migliori.
E così sarà, anche se ci metteremo un pò a entrare in sintonia con Lisbona e a coglierne l'atmosfera e il fascino, forse anche a causa della pioggia che caratterizzerà la prima parte della giornata.
Comunque non ci siamo fatti mancare nulla delle famose attrattive della capitale, dal giro sul tram 28 ai miradores, dalle degustazioni delle innumerevoli specialità gastronomiche alla visita dei principali monumenti. Ma è quando ti perdi tra i vicoli e scopri un angolino nascosto che hai voglia di scattare davvero una foto alla città; è la pasta alla crema del bugigattollo fuori dal circuito turistico principale a farti sentire davvero quanto sia fragrante la sfoglia o delicata la crema all'uovo; è l'azuleios sporca ma baciata dal sole a farti cogliere l'atmosfera! Per il resto devi adeguarti alla confusione, alla gente, al traffico ed al rumore per poter godere della città e sentirtene un pò parte. Perchè Lisbona è come un grande cuore pulsante, che batte e vibra senza mai fermarsi: terremoto o danza sta a voi deciderlo.
E' sera e dunque ci scegliamo un localetto dove mangiare a base di pesce (O Bacalhoeiro): baccalà per Andrea e un bel trancio di tonno alla plancia per me; insalata di polpo, frittelle di baccalà e ginja!
Soddisfatti torniamo in hotel, certi che domani la città saprà svelarci anche i suoi lati migliori.
E così sarà, anche se ci metteremo un pò a entrare in sintonia con Lisbona e a coglierne l'atmosfera e il fascino, forse anche a causa della pioggia che caratterizzerà la prima parte della giornata.
Comunque non ci siamo fatti mancare nulla delle famose attrattive della capitale, dal giro sul tram 28 ai miradores, dalle degustazioni delle innumerevoli specialità gastronomiche alla visita dei principali monumenti. Ma è quando ti perdi tra i vicoli e scopri un angolino nascosto che hai voglia di scattare davvero una foto alla città; è la pasta alla crema del bugigattollo fuori dal circuito turistico principale a farti sentire davvero quanto sia fragrante la sfoglia o delicata la crema all'uovo; è l'azuleios sporca ma baciata dal sole a farti cogliere l'atmosfera! Per il resto devi adeguarti alla confusione, alla gente, al traffico ed al rumore per poter godere della città e sentirtene un pò parte. Perchè Lisbona è come un grande cuore pulsante, che batte e vibra senza mai fermarsi: terremoto o danza sta a voi deciderlo.
Il terzo giorno a Lisbona è dedicato ai dintorni, per cui riprendiamo la moto e ci dirigiamo a Belem per la visita al Mosteiro dos Jeronimos e alla famosa torre. C'è una copiosa fila di crocieristi per cui decidiamo di non entrare alla torre e di ammirarla dall'attigua sala da tè gustandoci l'ennesima pasta alla crema, e poi sù per la strada costiera fino a Cabo de Roca.
La prima parte del tragitto è trafficata e noiosa, poi la strada si fa più stretta e panoramica e l'incontro con l'Oceano Atlantico si fa ravvicinato e sempre più intimo: cominciano le alte scogliere punteggiate dalle fioriture gialle e fucsia, i pescatori temerari sulle scogliere schiaffeggiate dal vento, i gabbiani e gli altri uccelli acquatici. Contemplare l'Atlantico dalle scogliere ha un che di magico, che acquieta l'anima. Le onde sono alte, vigorose, ma non tutte hanno voce, e così l'Oceano è a tratti fragoroso ed a tratti silenzioso, ma sempre forte e misterioso nel dimostrare la sua impetuosa e maestosa grandezza.
Cabo de Roca è grandioso con i suoi panorami a picco sul mare e le fioriture di stagione. Tutto sommato siamo in pochi ed andare per sentieri è facile e piacevole.
Cabo de Roca è grandioso con i suoi panorami a picco sul mare e le fioriture di stagione. Tutto sommato siamo in pochi ed andare per sentieri è facile e piacevole.
Sintra invece è affollata e rumorosa, quasi ci disturba dopo la desolazione magica di Cabo de Roca. E' una meta "da non perdere" per il turismo di massa, quindi è tutta un negozio di souvenir e ristori mangerecci, tantopiù che la sua posizione interna e in quota fa sì che il cielo sia plumbeo.
Tra scolaresche e crocieristi è per noi tutt'altro che da non perdere, così ritorniamo lungo la costa alla bella Praia Grande do Guincho. Lasciamo i caschi su Olivia e attraverso la comoda gradinata costruita tra le dune di sabbia scendiamo alla baia e camminiamo a lungo a piedi nudi nell'oceano. L'acqua é fredda ma ristoratrice e la prospettiva fotografica dalla riva esaltante.
Rientrati in albergo mentre la palla rossa del sole affonda nel mare, ci regaliamo una cena dieci e lode alla steak house vicina al nostro hotel, puntata già due sere prima perchè molto invitante.
E' ora di riassemblare le nostre cose, sparpagliate a destra e a manca considerata la sosta di tre notti a Lisbona. Due bottiglie di ginja di quelle buone devono trovare la loro collocazione sulla moto insieme ad una tela acquistata di getto da un pittore locale senza pensare a come fare a portarla a casa senza rovinarla.
Le previsioni del tempo sono desolanti. Rispetto a quelle a lungo termine viste prima di partire sono peggiorate parecchio e non lasciano dubbi sul fatto che le prossime giornate saranno bagnate. Questo fatto mi incupisce un pò, quando il sole accende le cose è tutto più amico e più bello, immensamente più bello, e per chi come me ama fotografare l'assenza di luce è come uno schiaffo in pieno volto.
Partiamo piuttosto tardi, con l'antipioggia addosso. Pur essendoci alzati presto, sbirciato fuori il meteo avverso, ci siamo sentiti improvvisamente stanchi ed abbiamo faticato a carburare.
Lasciamo Lisbona attraverso il Ponte XXV Aprile, percorriamo un piccolo tratto di autopista e ci imbarchiamo a Setubal sulla chiatta che porta a Troia. Il battello ha un nome che sa di buon auspicio: "Abre a felicidade"!
E' ora di riassemblare le nostre cose, sparpagliate a destra e a manca considerata la sosta di tre notti a Lisbona. Due bottiglie di ginja di quelle buone devono trovare la loro collocazione sulla moto insieme ad una tela acquistata di getto da un pittore locale senza pensare a come fare a portarla a casa senza rovinarla.
Le previsioni del tempo sono desolanti. Rispetto a quelle a lungo termine viste prima di partire sono peggiorate parecchio e non lasciano dubbi sul fatto che le prossime giornate saranno bagnate. Questo fatto mi incupisce un pò, quando il sole accende le cose è tutto più amico e più bello, immensamente più bello, e per chi come me ama fotografare l'assenza di luce è come uno schiaffo in pieno volto.
Partiamo piuttosto tardi, con l'antipioggia addosso. Pur essendoci alzati presto, sbirciato fuori il meteo avverso, ci siamo sentiti improvvisamente stanchi ed abbiamo faticato a carburare.
Lasciamo Lisbona attraverso il Ponte XXV Aprile, percorriamo un piccolo tratto di autopista e ci imbarchiamo a Setubal sulla chiatta che porta a Troia. Il battello ha un nome che sa di buon auspicio: "Abre a felicidade"!
Abbiamo prenotato un resort a Zambujera do Mar, ma prima di arrivarci ci attendono il Lagoa de Santo Andrè, Sines con la bella Praia de Morgavel, Porto Covo, Vila Nova de Milfontes e Cabo Sardao.
Cabo Sardao è il posto che più ci affascina per i suoi panorami selvaggi sul mare in tempesta. Una cicogna ha fatto il nido a picco sulla scogliera e osservarla dall'alto sullo sfondo in continuo movimento dell'Oceano è esaltante. Cova tre minuscoli pulcini, credo nati da poco. Solo la pioggia sempre più forte riesce a staccarmi da quella scena.
l resort, a cui arriviamo che è già sera, è delizioso. E' una ex casa colonica trasformata in albergo di categoria elevata, con una lady simpaticissima e una tettoia per Olivia. Purtroppo continua a piovere e fa anche freddo e dunque possiamo goderci poco l'esterno e le aree comuni. Realizziamo subito che siamo gli unici ospiti!
Ci facciamo suggerire un ristorantino di pesce, decisi a trascorrere una serata godereccia, e ci riusciamo in pieno grazie all'ottimo cibo e al vino tinto soave con cui annaffiamo un pasto "mare e monti"! Tant'è che la cameriera dopo averci chiesto "Finished?" guardandoci in faccia, ha subito esclamato "Finished!!" vedendo i piatti puliti fino all'ultima ombra di cibo!
L'indomani ripartiamo col solito cielo grigio con l'obiettivo di percorrere la splendida strada Vicentina, il tratto di costa più selvaggio e incontaminato del Portogallo, ma non prima di aver fatto una passeggiata per il paesino di Zambujera do Mar, con le tipiche case bianche, blu e gialle e la sua posizione privilegiata di splendida terrazza sul mare sottostante. Se avessimo avuto più tempo questo paesino autentico e sperduto sarebbe stato il posto ideale dove indugiare per almeno un altro giorno.
Ci facciamo suggerire un ristorantino di pesce, decisi a trascorrere una serata godereccia, e ci riusciamo in pieno grazie all'ottimo cibo e al vino tinto soave con cui annaffiamo un pasto "mare e monti"! Tant'è che la cameriera dopo averci chiesto "Finished?" guardandoci in faccia, ha subito esclamato "Finished!!" vedendo i piatti puliti fino all'ultima ombra di cibo!
L'indomani ripartiamo col solito cielo grigio con l'obiettivo di percorrere la splendida strada Vicentina, il tratto di costa più selvaggio e incontaminato del Portogallo, ma non prima di aver fatto una passeggiata per il paesino di Zambujera do Mar, con le tipiche case bianche, blu e gialle e la sua posizione privilegiata di splendida terrazza sul mare sottostante. Se avessimo avuto più tempo questo paesino autentico e sperduto sarebbe stato il posto ideale dove indugiare per almeno un altro giorno.
Abbiamo calcolato una tappa di 240 km fino ad Ourique, ma ci rendiamo subito conto che il ritmo della giornata è lento, soprattutto quando ci troviamo di fronte alle magnifiche scogliere del Parque Natural do Sudoeste Alentejano e Costa Vicentina. Imbocchiamo una strada sterrata che passa vicinissima alle scogliere e fermiamo la moto nei punti più belli per esplorarle a piedi e raggiungere i punti panoramici. Il tutto ci porta via diverse ore e avviene sotto una pioggia leggera ma costante.
Il circuito di Carrapaitera è talmente bello che al confronto il tratto di costa successivo (Sagres, Lagos, etc.) è poco interessante e potrebbe tranquillamente essere saltato. Quando, piuttosto stanchi, ci interniamo per raggiungere Ourique -che altro non è che una tappa per dormire- il maltempo si scatena, e così ci troviamo a percorrere una disastrata strada di montagna piena di buche sotto una pioggia torrenziale. Arriviamo in albergo talmente stanchi e fradici che decidiamo di non uscire per la cena, accontentandoci degli avanzi del pranzo al sacco, soprattutto frutta. Fortuna che la stanza è ampia e c'è il condizionatore, così portiamo il termostato a 30° e mettiamo ad asciugare giacche e altri indumenti.
L'indomani ripartiamo che già piove. La destinazione di oggi è Evora, sebbene per dormire faremo tappa a Badajoz, in Spagna. Infatti anche per i portoghesi il 25 aprile è festa, così che trovare da dormire a Evora di sabato sera si rivela praticamente impossibile.
L'intero tragitto è sotto la pioggia, almeno fino a quando arriviamo a destinazione. Poi per fortuna un timido sole fa a tratti capolino, regalandoci un pò di luce per fotografare la splendida cittadina medievale che stiamo visitando.
Appena arrivati, ci fermiamo a pranzo in un localetto vegano davvero niente male che però non ci sazia. Poi la sosta in un'antica pastelaria del centro storico, prima di percorrere le stradine di Evora in lungo e in largo alla scoperta dei suoi incantevoli scorci. C'è parecchia gente in giro e ci dispiace un pò non aver trovato posto per dormire.
L'indomani ripartiamo che già piove. La destinazione di oggi è Evora, sebbene per dormire faremo tappa a Badajoz, in Spagna. Infatti anche per i portoghesi il 25 aprile è festa, così che trovare da dormire a Evora di sabato sera si rivela praticamente impossibile.
L'intero tragitto è sotto la pioggia, almeno fino a quando arriviamo a destinazione. Poi per fortuna un timido sole fa a tratti capolino, regalandoci un pò di luce per fotografare la splendida cittadina medievale che stiamo visitando.
Appena arrivati, ci fermiamo a pranzo in un localetto vegano davvero niente male che però non ci sazia. Poi la sosta in un'antica pastelaria del centro storico, prima di percorrere le stradine di Evora in lungo e in largo alla scoperta dei suoi incantevoli scorci. C'è parecchia gente in giro e ci dispiace un pò non aver trovato posto per dormire.
Ma anche Badajoz si rivela una bella cittadina, accogliente e piena di localetti carini.
Ceniamo a base di arrosto di maiale e buona birra locale e decidiamo che domani faremo tappa a Salamanca, città che non siamo riusciti a visitare nel nostro precedente viaggio in terra iberica.
L'indomani 300 km freddi e veloci ci portano a Salamanca. Arriviamo verso la mezza e subito ci incamminiamo a piedi verso il centro storico, infreddoliti perchè ci sono 8 gradi. Intanto il tempo è in netto miglioramento e noi siamo a dir poco rapiti da questa meravigliosa città che mette allegria.
L'indomani 300 km freddi e veloci ci portano a Salamanca. Arriviamo verso la mezza e subito ci incamminiamo a piedi verso il centro storico, infreddoliti perchè ci sono 8 gradi. Intanto il tempo è in netto miglioramento e noi siamo a dir poco rapiti da questa meravigliosa città che mette allegria.
Concludiamo la giornata con una paella senza infamia e senza lode mangiata in un locale del centro zeppo di gente ma con un'età media intorno agli ottant'anni! Curiosi questi anziani, in particolare un tipo che fa il gallo al bar con tre turisti sui 60 mentre inzuppa dei biscotti in un cioccolato caldo. Ci diverte vederlo masticare con difficoltà e fare il gallo tra un boccone e l'altro con le tre signore sedute al banco vicino a lui... Loro non se lo filano ma lui insiste, vien da pensare che abbia qualche rotella fuori posto nonostante l'aspetto distinto ed elegante!
Da Salamanca ripartiamo la mattina dopo intorno alle 8.15. La strada fino a Barcellona è lunga (circa 840 km) e la nave parte alle 22:30. Appena ci mettiamo in moto ci rendiamo subito conto che la temperatura esterna è piuttosto bassa, intorno ai 5-6 gradi, così ci vestiamo di tutto punto,antipioggia in goretex comprese. All'imbocco dell'autovia la temperatura scende ancora e si attesta tra 2,5 e 3,5 gradi... E' una fatica immane percorrere così i primi 300 km di strada!
Per fortuna verso mezzogiorno ci fermiamo in una specie di autogrill che ci ristora con due boccadilli caldi al jamon che ci scaldano dentro e fuori. Intanto il termometro è salito fino a 9-10 gradi e la strada scorre tranquilla e zeppa di nidi di cicogne e di bei panorami.
Arriviamo al porto di Barcellona intorno alle 18.30: prendiamo i biglietti e poi usciamo alla ricerca di derrate alimentari per il viaggio. L'attesa per l'imbarco, che avviene verso le 20.30, è piacevole grazie alla simpatia degli altri motocicilisti con cui la condividiamo. Poi, una volta a bordo, ci godiamo la nostra junior swite tra pappa e nanna. C'è mare grosso e si balla ma questo non ci impedisce di farci una bella dormita.
Anche il viaggio di ritorno scorre veloce e alle 19:30, un pò in ritardo a causa del mare grosso, sbarchiamo a Civitavecchia.
Noi scendiamo e l'amico Brag sale sulla stessa nave per lo stesso giro... un bel modo per non tornare veramente, almeno con il pensiero! Attenderemo con gioia i suoi messaggini dal Portogallo per gironzolare ancora un pò!
Da Salamanca ripartiamo la mattina dopo intorno alle 8.15. La strada fino a Barcellona è lunga (circa 840 km) e la nave parte alle 22:30. Appena ci mettiamo in moto ci rendiamo subito conto che la temperatura esterna è piuttosto bassa, intorno ai 5-6 gradi, così ci vestiamo di tutto punto,antipioggia in goretex comprese. All'imbocco dell'autovia la temperatura scende ancora e si attesta tra 2,5 e 3,5 gradi... E' una fatica immane percorrere così i primi 300 km di strada!
Per fortuna verso mezzogiorno ci fermiamo in una specie di autogrill che ci ristora con due boccadilli caldi al jamon che ci scaldano dentro e fuori. Intanto il termometro è salito fino a 9-10 gradi e la strada scorre tranquilla e zeppa di nidi di cicogne e di bei panorami.
Arriviamo al porto di Barcellona intorno alle 18.30: prendiamo i biglietti e poi usciamo alla ricerca di derrate alimentari per il viaggio. L'attesa per l'imbarco, che avviene verso le 20.30, è piacevole grazie alla simpatia degli altri motocicilisti con cui la condividiamo. Poi, una volta a bordo, ci godiamo la nostra junior swite tra pappa e nanna. C'è mare grosso e si balla ma questo non ci impedisce di farci una bella dormita.
Anche il viaggio di ritorno scorre veloce e alle 19:30, un pò in ritardo a causa del mare grosso, sbarchiamo a Civitavecchia.
Noi scendiamo e l'amico Brag sale sulla stessa nave per lo stesso giro... un bel modo per non tornare veramente, almeno con il pensiero! Attenderemo con gioia i suoi messaggini dal Portogallo per gironzolare ancora un pò!