Così ci imbarchiamo da Ancona per la Grecia senza neppure rendercene conto: nessuna coda al porto, la pancia della nave delle Minoan Lines che ci accoglie quieta insieme ad altre moto. In un attimo siamo in cabina, rilassati e pronti per una nuova intensa avventura.
Siamo insieme, con Olivia carica e la spensieratezza che pian piano prende il sopravvento sui cattivi pensieri e le preoccupazioni di questa fase della vita... E' questa per noi la magia della moto: noi tre insieme ed il mondo attorno da scoprire, senza particolari esigenze, senza scadenze o impegni inderogabili.
Il telefonino aziendale riemerge dal fondo del borsello e chiede il codice puk che non ho dietro: non so bene cosa sia accaduto, ma in un attimo decido di "rischiare" un richiamo anzicchè fornire all'ufficio il mio numero privato... In fondo il mio contratto non prevede alcuna reperibilità! E la Grecia è lì che ci aspetta, con la nostra moto e il desiderio di nuove scoperte.
Le previsioni del tempo non sono per niente buone ma abbiamo deciso di partire comunque, non avendo la possibilità di spostare le ferie.Sbarchiamo ad Igoumenitsa in tarda mattinata con il cielo denso di nuvole nere e il desiderio di un caffè.
Imbocchiamo la stradina costiera che passa per Sivota e Parga.
Incontriamo numerose greggi di pecore e capre, ulivi secolari e fioriture generose e colorate... La strada si arrampica e le curve sembrano cullarci insieme all' "odore del mare", un misto di iodio ed erbe selvatiche... Distinguiamo origano e finocchio selvatico ai margini della strada, ma c'è di più e il profumo che ci avvolge è davvero piacevole ed inebriante. Ci accompagnerà per l’intero viaggio, in alcuni tratti lasciando il passo all’intenso aroma degli aranci in fiore.
E' il sabato santo ma in giro non c'è nessuno, forse la gente è stata scoraggiata dal cattivo tempo.
L’indomani, docciati ma non riposati, riprendiamo la strada in direzione di Messolongi passando per la foce dell‘Acheronte, non prima però di aver condiviso con la nostra padrona di casa un assaggio dei tipici dolci pasquali e qualche sorriso. I nostri ospiti sono indaffaratissimi a cucinare un gigantesco agnello allo spiedo: a vederlo girare così infilzato fa un po’ impressione, ma l’odore che emana è davvero stuzzicante.
Lungo la strada incontriamo però anche numerose pecore ancora vive, che ribatteziamo “i sopravvisuti” e che ci costringono più di una volta a fermarci… Sembrano incustodite, non ci sono né pastori né cani, e sono anche piuttosto socievoli.Ci fermiamo prima sul lungomare e poi su una laguna abitata da aironi e garzette. Attorno generose e profumate fioriture, ma la luce è piatta e uniforme. Facciamo una passeggiata a piedi fino alla spiaggia per godere un pochino della pace del luogo. Ci fermiamo anche in prossimità di una fortezza che però è chiusa.
Sono circa le tre quando finalmente troviamo un localetto aperto, ma nonostante la scritta in inglese ”Food served all day”, l’unica cosa che ci propone sono due miseri toasts! Siamo ad Astakos, seduti proprio di fronte al mare; l’atmosfera è quieta e rilassata e a rallegrarci arriva una vivace cagnolina di razza “melinda” di nome Irma, di proprietà dei nostri vicini di tavolo, probabilmente una coppia gay, entrambi fumatori accaniti.
Andrea ed io amiamo molto questo genere di posti, ci piacciono perché nel loro essere apparentemente desolati brulicano di vita… Ci piace perfino il cattivo odore delle acque che stagnano e così forniscono cibo a numerose creature, molte delle quali a noi non visibili. E’ su queste acque calme e piatte che spesso il sole crea magici giochi di luce, dando loro preziose sfumature striate.
Un tremendo vento non ci fa godere a pieno la traversata del ponte di Patrasso, ma si sa che il vento serve anche a spazzar via le nuvole e noi abbiamo tanta voglia di un po’ di sole, grande assente in questo nostro viaggio in terra ellenica. Becchiamo acqua lungo il tratto autostradale in direzione Atene: una strada ad una sola corsia, dove si viaggia però anche sulla corsia d’emergenza, appiccicati ed al limite della sicurezza, seguendo il flusso delle macchine che è spesso rallentato dal traffico intenso dovuto al rientro pasquale in città. Un inferno che dura un paio d’ore.
La stanza è molto confortevole e spaziosa, ha il parcheggio privato per Olivia, ma è un pochino distante dal centro e dunque siamo costretti a riprendere la moto.
La città ci accoglie in un’atmosfera festosa: c’è parecchia gente, i vicoli e i locali brulicano di presenze. Purtroppo la luce è piatta: cielo e mare si confondono all’orizzonte in un’unica triste tonalità di grigio. Ci godiamo la cittadina, entriamo in qualche negozio ma non acquistiamo nulla perché non c’è niente di particolare che cattura la nostra attenzione ed inoltre i prezzi ci sembrano piuttosto alti per le cineserie proposte. Mi fermo da un artigiano del cuoio incuriosita dal fatto che produce sandali anche della mia misura (43) ma non c’è grande scelta di modelli e dunque non acquisto nulla.
Arriviamo a Monemvasìa nel primo pomeriggio e ci lasciamo catturare dalla magia di questo paesino che qualcuno ha ribattezzato “la Mont Saint Michel della Grecia”. In greco Monemvasìa significa “unico ingresso” e difatti quest’isola, collegata alla terra ferma da un ponte, è accessibile da un solo punto. Il borgo medievale si svela all’improvviso, oltrepassata una piccola galleria di roccia non accessibile con il proprio mezzo ma soltanto a piedi.
Fa piuttosto caldo.
Consumato il nostro pranzo a sacco a base di pomodori succosi e formaggio di capra, ci dedichiamo alla scoperta di questo posticino delizioso. Scopro una bottega artigiana che produce gioielli in argento ed in bronzo tipici greci e ne esco dopo aver acquistato tre paia di orecchini con il portafoglio parecchio alleggerito ma l’approvazione di Andrea che, come me, ha trovato i gioielli della signora davvero raffinati e particolari.
Percorriamo il periplo delle mura fin dove una fune impedisce il passaggio, forse a causa di un crollo dovuto ai recenti terremoti che hanno colpito la Grecia, obbligandoci a fare dietro front. Scatto a più non posso tra gli antichi vicoli, i gatti sornioni, le fioriture di margherite e le anfore che ornano balconi e facciate delle case dalle tinte pastello che sembrano appese alla erta montagna color ocra.
Ci fermiamo a mangiare polipo arrosto all’aperto in una taverna che dà proprio su quella spiaggia, così da poterla ammirare a lungo in tutte le sfumature di luce che assume via via a seconda degli umori del cielo capriccioso che la sovrasta. Il vento forte fa sì che non piova, ed ogni tanto gli schizzi delle onde arrivano fino a noi.
Ci lasciamo accalappiare da un signora che ci propone una panoramicissima stanza nel suo hotel a gestione familiare: abbiamo un bellissimo balcone che guarda il mare dall’alto attraverso la valle tempestata di ulivi e attraversata da una ripida parete di roccia. Restiamo stregati da questa immagine e la contempliamo a lungo prima di uscire alla scoperta del paese. A dire il vero per il resto Delphi non è un granchè, è troppo turistica per piacerci. Arriviamo a piedi fino alla zona archeologica, decisi ad attaccarla di primo mattino anticipando i gruppi organizzati sputati fuori dai grossi pulman granturismo che arrivando in città abbiamo incontrato numerosi.
Così, dopo una gustosa cenetta tipica in una taverna del posto, ancora una volta a base di agnello, andiamo a nanna con la sveglia alle 6.45. La levataccia ci premierà, in quanto ci consentirà di visitare l’antica Delphi in completa solitudine, passeggiando tra le splendide rovine in compagnia solo di gatti e di qualche insetto. Con soddisfazione vediamo i pulman scaricare turisti di ogni età mentre noi lasciamo il sito archeologico.
Ci fermiamo a pranzo in una bettola sul mare ad Anphiloia, dove assaggiamo gustose specialità locali. Un buon caffè e attraversiamo il tunnel sottomarino che collega Astio a Preveza, sempre con l’antipioggia addosso.
L’impressione finale conferma quella già riportata a casa lo scorso anno, quando abbiamo visitato parte della Grecia di ritorno dalla Turchia, e cioè che sia un paese molto ospitale ed aperto, con una cultura forte. La gente è molto godereccia e poco amante delle regole, soprattutto alla guida. Si mangia bene e, soprattutto per dormire, considerata probabilmente anche l’elevata ricettività turistica, si spende poco (per una stanza doppia preventivate tra 35 e 50 euro). Inoltre è una terra perfetta da girare in moto considerata la tipologia delle strade ed il territorio molto montuoso.