Per noi i paesi anglosassoni hanno un fascino speciale, non possiamo stare lontani a lungo da quelle atmosfere e da quei cieli così mutevoli senza sentirne la nostalgia... E difatti avevamo deciso che la meta di quest'anno sarebbe stata l'Inghilterra ancor prima che il referendum decidesse l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea e -indirettamente- il collasso della sterlina.
La nostra settima volta nel Regno Unito!
La prima volta fu nel 1998; ci siamo incontrati proprio lì, nel Kent, dove entrambi eravamo per migliorare il nostro Inglese. Le altre sei volte sono state in moto, naturalmente insieme, a zonzo per Inghilterra, Scozia e Irlanda, alla scoperta di paesaggi magnifici, pieni di luce e di bellezza.
Cornovaglia e Galles le mete di quest'anno.
Abbiamo complessivi 21 giorni e tanta voglia di passeggiate tra le brughiere e di pinte di birra ale. E ci pregustiamo anche la visita di Troyes e di Dijon, cittadine francesi in cui faremo tappa durante il viaggio di trasferimento cercando di arrivare già per ora di pranzo così da avere tempo sufficiente a visitarle.
Partiamo in una domenica di esodo estivo di fine luglio. Tiriamo, nonostante qualche coda all'altezza di Bologna, fino a Chambery, passando per il tunnel del Frejus. Avevamo pianificato di fare il traforo del Monte Bianco e di dormire a Chamonix, ma man mano che saliamo lungo lo stivale controlliamo tramite telefonino le condizioni del traffico e constatiamo che il tempo d'attesa per percorrere il traforo aumenta di ora in ora, tant'è che ci convinciamo a cambiare rotta. Oramai siamo abitudinari della Torino Piacenza e del Frejus, non ci hanno mai riservato brutte sorprese, ed anche se si allunga un pochino, una trentina di chilometri in più non sono nulla rispetto alla fatica di una coda estiva.
A Chambery arriviamo alle 5:30 del pomeriggio, dopo 879 km, così che abbiamo tutto il tempo per una piacevole passeggiata e una gustosa cena al frequentatissimo ristorante indiano.
L'indomani ripartiamo di buon'ora, decisi ad arrivare presto a Troyes, deliziosa cittadina della regione Champagne-Ardenne distante 490 km.
Partiamo con l'antipioggia addosso e temperature piuttosto basse, ma quando intorno alle 2 arriviamo all'hotel prenotato da casa il tempo si è abbastanza rimesso. Siamo in pieno centro e c'è l'isola pedonale. Camminiamo a lungo ammirando le case a graticcio che caratterizzano il luogo e visitiamo la mastodontica cattedrale. La temperatura è piacevole, intorno ai 20 gradi, e facciamo merenda su una panchina con una squisita brioche all'albicocca selezionata ed acquistata in una pasticceria del centro che ne vendeva almeno otto varianti.
La nostra settima volta nel Regno Unito!
La prima volta fu nel 1998; ci siamo incontrati proprio lì, nel Kent, dove entrambi eravamo per migliorare il nostro Inglese. Le altre sei volte sono state in moto, naturalmente insieme, a zonzo per Inghilterra, Scozia e Irlanda, alla scoperta di paesaggi magnifici, pieni di luce e di bellezza.
Cornovaglia e Galles le mete di quest'anno.
Abbiamo complessivi 21 giorni e tanta voglia di passeggiate tra le brughiere e di pinte di birra ale. E ci pregustiamo anche la visita di Troyes e di Dijon, cittadine francesi in cui faremo tappa durante il viaggio di trasferimento cercando di arrivare già per ora di pranzo così da avere tempo sufficiente a visitarle.
Partiamo in una domenica di esodo estivo di fine luglio. Tiriamo, nonostante qualche coda all'altezza di Bologna, fino a Chambery, passando per il tunnel del Frejus. Avevamo pianificato di fare il traforo del Monte Bianco e di dormire a Chamonix, ma man mano che saliamo lungo lo stivale controlliamo tramite telefonino le condizioni del traffico e constatiamo che il tempo d'attesa per percorrere il traforo aumenta di ora in ora, tant'è che ci convinciamo a cambiare rotta. Oramai siamo abitudinari della Torino Piacenza e del Frejus, non ci hanno mai riservato brutte sorprese, ed anche se si allunga un pochino, una trentina di chilometri in più non sono nulla rispetto alla fatica di una coda estiva.
A Chambery arriviamo alle 5:30 del pomeriggio, dopo 879 km, così che abbiamo tutto il tempo per una piacevole passeggiata e una gustosa cena al frequentatissimo ristorante indiano.
L'indomani ripartiamo di buon'ora, decisi ad arrivare presto a Troyes, deliziosa cittadina della regione Champagne-Ardenne distante 490 km.
Partiamo con l'antipioggia addosso e temperature piuttosto basse, ma quando intorno alle 2 arriviamo all'hotel prenotato da casa il tempo si è abbastanza rimesso. Siamo in pieno centro e c'è l'isola pedonale. Camminiamo a lungo ammirando le case a graticcio che caratterizzano il luogo e visitiamo la mastodontica cattedrale. La temperatura è piacevole, intorno ai 20 gradi, e facciamo merenda su una panchina con una squisita brioche all'albicocca selezionata ed acquistata in una pasticceria del centro che ne vendeva almeno otto varianti.
Dopo un centinaio di foto e qualche altro chilometro a piedi anche nella parte più nuova della città, ci fermiamo in un bistrot per una Leffe ghiacciata.
Cenetta in camera con una salutare insalatona fai da te perchè domani dobbiamo alzarci presto per attraversare la Manica.
Cenetta in camera con una salutare insalatona fai da te perchè domani dobbiamo alzarci presto per attraversare la Manica.
Ripartiamo di buon'ora con l'antipioggia addosso, ancora indecisi tra ferry ed eurotunnel. Nel bauletto c'è un bel thermos di caffè fatto con la moka e qualche dolcino acquistato nella pasticceria attigua all'albergo che mi ha svegliata di buon'ora con i suoi straordinari profumi!
Ci imbarchiamo sul ferry delle 14:20, rigorosamente sotto la pioggia, dopo 400 km tranquilli ma bagnati. La strada fin qui è esattamente come la ricordavamo: un'infinita distesa di campi di grano scuro, con tanti rapaci e qualche cervo. Un pugno nell'occhio il gigantesco campo migranti a Calais, delimitato dal filo spinato; di colpo ci riporta ad una realtà totalmente in contrasto con lo spirito vacanziero che ci anima.
Sbarchiamo dopo circa un paio d'ore a Dover, con le bianche scogliere avvolte dalla nebbia che sembrano fantasmi e la guida a sinistra!
Arrivati a Maidstone gironzoliamo per una buona mezzora alla ricerca di un B.&B. ma non troviamo nulla. Chiediamo una stanza ad un hotel ma ci spara una cifra assurda. Così -chiedendoci come facevamo quando non c'era Booking.com- sfruttiamo il wi-fi free del Mc Donald per prenotare un hotel a 65 sterline (78 euro).
Siamo contenti, nonostante la pioggia sottile, la nebbia e la guida a sinistra, perchè qua tutto ha un suo fascino, a volte squallido perchè heavy e cupo, ma comunque old e british! Perfino il lavandino con il doppio rubinetto per acqua calda (ustionante) e fredda (gelida) sembra aver senso!
Faccio notare ad Andrea che nessuno, da quando siamo sbarcati, ci ha ichiesto i documenti, nè al porto nè in albergo.
Comunque siamo arrivati, nel senso che da oggi e per molti giorni a venire tutto sarà very british! E difatti cominciano anche i primi contatti con la gente del posto; più di una persona, vedendo la moto con la targa italiana, si avvcina e comincia a chiacchierare. Ma si sa, gli inglesi sono un popolo molto friendly, abituati a viaggiare, ad esplorare, anticonformisti ed essenziali. D'ora in avanti cambia anche l'estetica della gente attorno a noi, viene meno l'apparenza e vediamo solo gente vestita comoda, donne con scarpe basse e confortevoli, senza trucco e abbellimenti.
Molti ci dicono che le spiagge italiane sono bellissime, ma noi rispondiamo che sono anche affollate e calde, mentre qua si può passeggiare respirando l'oceano.
La nostra prima giornata inglese si rivela particolarmente intensa, perchè è caratterizzata da un'alternanza di città e paesaggi marini schiaffeggiati dal vento, di strade veloci e single track roads con pecore e salite mozzafiato, di traffico e stradine quasi desolate. La mattinata ci vede a Salisbury, per la visita della sua splendida abbazia del XIII secolo, dove è conservata una delle quattro copie originali della Magna Charta, ed una passeggiata per il suo colorato e vivace centro pedonale.......
Sbarchiamo dopo circa un paio d'ore a Dover, con le bianche scogliere avvolte dalla nebbia che sembrano fantasmi e la guida a sinistra!
Arrivati a Maidstone gironzoliamo per una buona mezzora alla ricerca di un B.&B. ma non troviamo nulla. Chiediamo una stanza ad un hotel ma ci spara una cifra assurda. Così -chiedendoci come facevamo quando non c'era Booking.com- sfruttiamo il wi-fi free del Mc Donald per prenotare un hotel a 65 sterline (78 euro).
Siamo contenti, nonostante la pioggia sottile, la nebbia e la guida a sinistra, perchè qua tutto ha un suo fascino, a volte squallido perchè heavy e cupo, ma comunque old e british! Perfino il lavandino con il doppio rubinetto per acqua calda (ustionante) e fredda (gelida) sembra aver senso!
Faccio notare ad Andrea che nessuno, da quando siamo sbarcati, ci ha ichiesto i documenti, nè al porto nè in albergo.
Comunque siamo arrivati, nel senso che da oggi e per molti giorni a venire tutto sarà very british! E difatti cominciano anche i primi contatti con la gente del posto; più di una persona, vedendo la moto con la targa italiana, si avvcina e comincia a chiacchierare. Ma si sa, gli inglesi sono un popolo molto friendly, abituati a viaggiare, ad esplorare, anticonformisti ed essenziali. D'ora in avanti cambia anche l'estetica della gente attorno a noi, viene meno l'apparenza e vediamo solo gente vestita comoda, donne con scarpe basse e confortevoli, senza trucco e abbellimenti.
Molti ci dicono che le spiagge italiane sono bellissime, ma noi rispondiamo che sono anche affollate e calde, mentre qua si può passeggiare respirando l'oceano.
La nostra prima giornata inglese si rivela particolarmente intensa, perchè è caratterizzata da un'alternanza di città e paesaggi marini schiaffeggiati dal vento, di strade veloci e single track roads con pecore e salite mozzafiato, di traffico e stradine quasi desolate. La mattinata ci vede a Salisbury, per la visita della sua splendida abbazia del XIII secolo, dove è conservata una delle quattro copie originali della Magna Charta, ed una passeggiata per il suo colorato e vivace centro pedonale.......
.........poi Corfe Castle, dove però arriviamo che il castello è già chiuso (poco male perchè in realtà i suggestivi ruderi sono ben visibili anche da fuori).......
........infine il footpath per la bella baia di Durdle Door, caratterizzata da uno splendido arco di roccia incorniciato da baie scintillanti.
E' già tardi quando raggiungiamo la spiaggia ed io, stupidamente, inciampo mentre sto facendo una foto troppo ravvicinata ad un'onda che si infrange sulla battigia; nonostante quest'ultima sia piuttosto rialzata l'acqua riesce a passare ed io per non bagnarmi tento di arretrare ma cado di schiena...una bella botta, speriamo che il rachide non si infiammi! Però la foto non è male!
Dormiamo a Weymouth, in un B.&B. fronte mare, con la proprietaria a cui non piace Olivia parcheggiata sul marciapiede.
Cena a base di pesce arrosto in un locale un pò triste ma con la cucina ancora aperta (cosa rara dopo le 20:30) e via a nanna, siamo stracotti di vento e di felicità!
L'indomani, dopo la nostra prima english breakfast e qualche bella foto ai pescherecci che animano questa deliziosa cittadina costiera, riprendiamo la strada che sono già le 10:30. La mia schiena va benino per fortuna.
Cena a base di pesce arrosto in un locale un pò triste ma con la cucina ancora aperta (cosa rara dopo le 20:30) e via a nanna, siamo stracotti di vento e di felicità!
L'indomani, dopo la nostra prima english breakfast e qualche bella foto ai pescherecci che animano questa deliziosa cittadina costiera, riprendiamo la strada che sono già le 10:30. La mia schiena va benino per fortuna.
La prima parte della giornata la trascorriamo tra i bellissimi panorami del Dorset e la visita ad un luogo alquanto insolito, l'Abbotsbury Swannery, una cigneria. Sì, una cigneria! Situata in un contesto paesaggistico notevole, è un luogo davvero suggestivo e naturalisticamente interessante. Ospita anche alcuni rapaci e due volte al giorno si può assistere ad uno spettacolo di falconeria. Vi trascorriamo due ore molto piacevoli e scatto tantissime foto, capita raramente infatti di vedere i cigni volare!
Andrea, come da tradizione, mi regala un cigno di peluche... Io, anche se siamo in moto, scelgo quello grosso, il piccino non mi piace!
Dal Dorset entriamo nel Devon, con la sua Jurassic Coast e gli splendidi villaggi marini: ci troviamo in un intricato e delirante reticolo di stradine ondulate, strette e con pendenze pazzesche, che Andrea affronta con disinvoltura e prudenza al tempo stesso. Purtroppo in giro c'è tantissima gente, anche molto turismo locale: ce ne accorgiamo sia per il traffico intenso sebbene molto disciplinato, sia perchè stiamo incontrando grosse difficoltà nel prenotare gli alloggi, il che vuol dire poca scelta e prezzi alti. Tolto l'aspetto "accomodations", stiamo beneficiando molto dell'effetto Brexit e dell'euro forte sulla sterlina, scesa addirittura al di sotto di 1,2 euro. Tanto per dare un'idea, qua un litro di benzina costa all'incirca 1, 1 pound, cioè 1,3 euro; le autostrade sono gratuite, le moto non pagano pedaggi (ad esempio ponti) ma nella maggiorparte dei parcheggi hanno le stesse tariffe delle automobili.
Stasera dormiamo ad Exeter, ed anche se i nostri orari non coincidono con quelli di apertura della sua mastodontica e famosissima cattedrale, ce la gustiamo dalla finestra della stanza del pub dove dormiamo, lo stupendo City Gate. Ci fanno parcheggiare Olivia nel Beer Garden, tra i tavoli, e devo dire che sembra dare a questo locale già molto bello un tocco in più di colore e brio! Già, è proprio una gran bella moto!
L'indomani ci vede a zonzo tra gli splendidi paesaggi del Dartmoor National Park. Ci sono mucche che non ho mai visto prima, nere con una cinta bianca piuttosto spessa. E ci sono molti megaliti.
Un motociclista olandese ci vede e si ferma a fare quattro chiacchiere, in cerca di suggerimenti e per scambiare esperienze. Oggi siamo di pic nic, graziati da un sole che spunta proprio quando decidiamo di fermarci per pranzare. Veniamo attratti da un panchina di legno sedendosi sulla quale si domina il panorama; sulla stessa vi sono varie targhe metalliche dalle quali capiamo che è dedicata ad una madre prematuramente scomparsa. La più bella delle tre targhe recita più o meno così: "L'assenza è il vento che spegne la candela piccola ma sventola i carboni caldi del fuoco fino a generare una fiamma ardente".
Stasera dormiamo in una frazioncina di St. Austen, Sticker, in una guest house ancora libera trovata al termine di una ricerca estenuante sul web. Vi sosteremo per due notti, accontentandoci di un letto matrimoniale standard alias alla francese, qui purtroppo diffusissimo. Siamo due bestioni e per noi questo tipo di sistemazione non è il massimo del confort, ma tocca accontentarsi. Per il resto la casa di campagna in cui alloggiamo è fantastica: ben tenuta, pulita, con due cagnoloni super coccoloni e padroni di casa simpatici. Anche il pub del paese è carinissimo e vi si mangia molto bene: naturalmente tra tutte queste mucche, non si può non scegliere una tenera bistecca!
Purtroppo ci alziamo già che sta per piovere. Ce la prendiamo comoda per la colazione, giochiamo un pò coi cani, ma poi partiamo per fermarci poco dopo a mettere la tuta impermeabile.
Purtroppo ci alziamo già che sta per piovere. Ce la prendiamo comoda per la colazione, giochiamo un pò coi cani, ma poi partiamo per fermarci poco dopo a mettere la tuta impermeabile.
Il primo obiettivo di oggi è St. Michael Mount, la Mont S. Michel della Cornovaglia, un isolotto collegato alla terra ferma da una striscia di terra rialzata attraversabile a piedi solo con la bassa marea. Arriviamo che ancora cade qualche gocciolina di pioggia e l'isola è avvolta da una nebbia fitta che impedisce perfino di vedere l'abbazia che la sovrasta. Decidiamo di effettuare comunque la nostra escursione a piedi e partiamo dalla vicina Marazion con indosso le antipioggia in goretex, considerati anche i 16 gradi di temperatura. Fotografo parecchio perchè, con la nebbia, il paesaggio è ancora più suggestivo.
Man mano che avanziamo verso l'isolotto la nebbia si dirada e comincia a spuntare un timido sole che accende il paesaggio circostante: tutto brilla, dal verde intenso delle alghe, alle case colorate di Marazion, alla spiaggia di sabbia bianca. Oggi è domenica e sull'isola è tutto chiuso: oltre all'abbazia, sono chiusi anche bar, ristorante e negozietti vari. Poco male, c'è già troppa gente così, figurati quanta di più ce ne sarebbe stata con l'abbazia aperta!
Ci godiamo ogni metro di St. Michael Mount: il panorama cambia ad ogni angolo, grazie anche alla mutevolezza del cielo e della luce.
Ci godiamo ogni metro di St. Michael Mount: il panorama cambia ad ogni angolo, grazie anche alla mutevolezza del cielo e della luce.
Tornati sulla terra ferma dopo un paio d'ore di passeggiata fotografica, compriamo dei panini al forno locale e li farciamo con pomodorini ed olio d'oliva, dopo di che ce li andiamo a mangiare sulla spiaggia, tra chiassosi gabbiani che chiedono invano di poterli assaggiare.
Verso le tre del pomeriggio ripartiamo e ci regaliamo dapprima un giro a piedi per il suggestivo villaggio di Mousehole e poi un giro tra le scogliere a Lands End, dal nome suggestivo ma tutt'altro che desolata in quanto rovinata dalla costruzione di un vero e proprio centro commerciale in nome del business.
Verso le tre del pomeriggio ripartiamo e ci regaliamo dapprima un giro a piedi per il suggestivo villaggio di Mousehole e poi un giro tra le scogliere a Lands End, dal nome suggestivo ma tutt'altro che desolata in quanto rovinata dalla costruzione di un vero e proprio centro commerciale in nome del business.
La giornata di oggi prevedeva in origine anche la visita di St. Yves e di altri luoghi, ma ci siamo attardati parecchio nei primi posti dell'itinerario e si è fatto tardi. D'altronde da tempo giriamo senza guardare l'orologio e porci limiti perchè siamo convinti che viaggiare non sia spuntare i cd. luoghi d'interesse su una cartina ma godersi appieno i posti che ti coinvolgono, anche e soprattutto i meno conosciuti. E d'altronde non avrebbe senso fermarsi cinque minuti su ogni scogliera, meglio sceglierne una, percorrerne il sentiero, stendersi tra l'erica ad ammirare il paesaggio, semplicemente goderne con lo sguardo incantato ed i polmoni pieni.
Lo stesso con i paesini: meglio girarne uno e coglierne l'atmosfera, magari sorseggiando una cup of the con vista, piuttosto che dare uno sguardo qua e là a più villaggi apparentemente simili.
La serata si conclude con una seconda cena al pub di Sticker, dove ci riconoscono subito e ci accolgono con un caloroso sorriso ed una buona pinta di local ale.
L'indomani ci alziamo un pò stanchi, anche a causa della cuccia troppo piccola. Partiamo sotto la pioggia, ma nel giro di mezzora il cielo si apre e si fa sempre più limpido. Arriviamo a Trevose Head attraverso una strada privata (a pagamento per le auto ma gratuita per le moto) e qua ci arrampichiamo sulla scogliera per un buon moka coffee di fronte all'Oceano.
Lo stesso con i paesini: meglio girarne uno e coglierne l'atmosfera, magari sorseggiando una cup of the con vista, piuttosto che dare uno sguardo qua e là a più villaggi apparentemente simili.
La serata si conclude con una seconda cena al pub di Sticker, dove ci riconoscono subito e ci accolgono con un caloroso sorriso ed una buona pinta di local ale.
L'indomani ci alziamo un pò stanchi, anche a causa della cuccia troppo piccola. Partiamo sotto la pioggia, ma nel giro di mezzora il cielo si apre e si fa sempre più limpido. Arriviamo a Trevose Head attraverso una strada privata (a pagamento per le auto ma gratuita per le moto) e qua ci arrampichiamo sulla scogliera per un buon moka coffee di fronte all'Oceano.
Peccato che dopo poco vediamo delle nuvole dense di pioggia venirci incontro dal mare e dunque dobbiamo darcela a gambe per non bagnarci. Di nuovo indossiamo l'antipioggia, di nuovo troviamo il traffico delle spiagge balneabili, poi una ripidissima single track road e l'arrivo nel paesino di Tintagel, dove facciamo un gustoso pic nic seduti su una panchina utilizzando il bauletto sinistro di Olivia come tavolino. Più di qualche passante ci guarda e ci sorride. Fa freschino, ci sono i soliti 19 gradi ventosi tipici dei posti di mare. Dopo pranzo sistemiamo Olivia in un parcheggio registrando la targa al parcometro (qua le moto pagando la prima ora possono sostare per l'intera giornata) e decidiamo di affrontare il sentiero pedonale che dal paese porta alle cliffs e al castello.
E' dunque tardo pomeriggio quando raggiungiamo il nostro spettacolare B.&B. a Parkham, con una vista idilliaca sulla campagna circostante e due cani tenerissimi che ci si strusciano addosso senza ritegno.
Unica rottura è che il pub del paese ha finito il cibo e dunque siamo costretti a riprendere la moto per cercare un posto dove mangiare. Lo troviamo a circa tre chilometri, seguendo alcune indicazioni lungo la strada, e sebbene siano già le otto e mezza ci accoglie senza problemi. Attiriamo la curiosità di alcuni frequentatori abituali, con i quali ben presto ci troviamo a chiacchierare del nostro viaggio e delle nostre impressioni sui luoghi visitati. Agli inglesi piace sapere cosa possa spingere due italiani a venire in moto fino lì, soprattutto quando si vive in un paese con un clima migliore e delle spiagge bellissime, ma quando proviamo a spiegargli perchè amiamo tanto questi posti ci guardano sempre con tenerezza. Poi il massimo è se ci sono delle signore, perchè allora Andrea gli racconta che noi ci siamo incontrati proprio in Inghilterra e solitamente è tutto un susseguirsi di vocalizzi e di esclamazioni tenere!
Gli inglesi hanno anche un gran rispetto per gli animali domestici, difatti i cani hanno accesso a pub e ristoranti, e fuori ogni negozio c'è una ciotola d'acqua per loro. Anche i nostri amici di questa sera ne hanno uno, uno splendido boxer femmina particolarmente interessato al nostro gustoso hamburger.
La birra di stasera me la segno sul quadernino: John Smith extra smooth! La conoscevo già, ma questa variante le dà davvero un gusto unico e fresco! Mi spiace per Andrea che, dovendo guidare, si è accontentato di una bevanda meno alcolica preparata dalla barista con birra leggera e limonata.
La nuova giornata si apre con una full english breakfast: uova strapazzate, bacon, frittata di patate, funghi, pomodoro arrosto, salsiccetta e -non per me ma per il Micio sì- fagioli in salsa, a detta di Andrea molto dolci.
Come al solito ripartiamo sotto l'acqua, che ci accompagna per la prima parte della giornata per poi migliorare gradualmente e lasciare il posto ad un cielo pieno di luce nel primo pomeriggio. Ci godiamo delle stradine panoramiche zeppe di pecore e di brughiere all'interno dell' Exmoor National Park.
Gli inglesi hanno anche un gran rispetto per gli animali domestici, difatti i cani hanno accesso a pub e ristoranti, e fuori ogni negozio c'è una ciotola d'acqua per loro. Anche i nostri amici di questa sera ne hanno uno, uno splendido boxer femmina particolarmente interessato al nostro gustoso hamburger.
La birra di stasera me la segno sul quadernino: John Smith extra smooth! La conoscevo già, ma questa variante le dà davvero un gusto unico e fresco! Mi spiace per Andrea che, dovendo guidare, si è accontentato di una bevanda meno alcolica preparata dalla barista con birra leggera e limonata.
La nuova giornata si apre con una full english breakfast: uova strapazzate, bacon, frittata di patate, funghi, pomodoro arrosto, salsiccetta e -non per me ma per il Micio sì- fagioli in salsa, a detta di Andrea molto dolci.
Come al solito ripartiamo sotto l'acqua, che ci accompagna per la prima parte della giornata per poi migliorare gradualmente e lasciare il posto ad un cielo pieno di luce nel primo pomeriggio. Ci godiamo delle stradine panoramiche zeppe di pecore e di brughiere all'interno dell' Exmoor National Park.
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Poi giungiamo nel paesino di Lynton, poi Porlock e Porlock Weir, infine Dunster: uno più bello dell'altro, per non parlare dei bellissimi panorami marini e delle tante brughiere incontrate lungo l'itinerario.
Ad un tratto decidiamo di fare la nostra pausa con il moka coffee proprio tra le brughiere e, inoltratici all'interno delle stesse, ci sediamo in una piccola radura circondata dai cespugli. La sensazione è fantastica, non sentiamo più neppure il vento, siamo completamente protetti ed isolati dalla brughiera rispetto ad ogni rumore e ad ogni forza esterna: un mantello soffice ed avvolgente che ci accoglie protettivo e ci offre anche gustosi mirtilli maturi.
Inoltre approfittando del cielo limpido son tutti a tagliare il fieno e a fare i rotoloni per l'inverno, che qui vengono imballati con la plastica, spesso di un colore rosa intenso. Stasera si dorme in un pub a Bridgwater, uno di quei posti che attorno non ha nulla ma dentro ha tutto quello che serve.
Poichè le previsioni meteo danno un brusco peggioramento da dopodomani decidiamo di fermarci a Cardiff per due notti e di dedicare l'indomani alle Black Mountains, piccola anticipazione delle meraviglie del Galles. La scelta si rivela azzeccata perchè, anche se non troviamo un gran sole, questi luoghi desolati e selvaggi sono semplicemente spettacolari. Ci fermiamo in più punti per passeggiare a piedi lungo la strada larga poco più di un sentiero e inoltrarci tra la vegetazione tra pecore, cavalli, vento e nuvole a fare foto o semplicemente per contemplare in silenzio tanta armoniosa bellezza. Ci sono appena 14 gradi, freddi ed intensi, ma il paesaggio è magnifico. Fermarsi significa anche assistere alla lenta magica esplosione della natura, rigogliosa e piena di luci e di ombre a seconda dell'umore del cielo sovrastante.
Raccolgo a terra uno dei tanti batuffoli di pelo strappati dai cespugli ai ricchi mantelli delle pecore e lo ripongo nella tasca del mio moleskine, dove trovano posto solo i ricordi più belli e suggestivi di ogni viaggio.
Poichè le previsioni meteo danno un brusco peggioramento da dopodomani decidiamo di fermarci a Cardiff per due notti e di dedicare l'indomani alle Black Mountains, piccola anticipazione delle meraviglie del Galles. La scelta si rivela azzeccata perchè, anche se non troviamo un gran sole, questi luoghi desolati e selvaggi sono semplicemente spettacolari. Ci fermiamo in più punti per passeggiare a piedi lungo la strada larga poco più di un sentiero e inoltrarci tra la vegetazione tra pecore, cavalli, vento e nuvole a fare foto o semplicemente per contemplare in silenzio tanta armoniosa bellezza. Ci sono appena 14 gradi, freddi ed intensi, ma il paesaggio è magnifico. Fermarsi significa anche assistere alla lenta magica esplosione della natura, rigogliosa e piena di luci e di ombre a seconda dell'umore del cielo sovrastante.
Raccolgo a terra uno dei tanti batuffoli di pelo strappati dai cespugli ai ricchi mantelli delle pecore e lo ripongo nella tasca del mio moleskine, dove trovano posto solo i ricordi più belli e suggestivi di ogni viaggio.
Verso le due del pomeriggio, infreddoliti ma felici, ci ritroviamo a gironzolare tra le stradine di Hay On Wye, paesino allegro e colorato pullulante di turisti e zeppo di libri usati. Qui ci fermiamo in un pub per una gustosa baked potato con bacon e brie e una mezza pinta di local ale.
E' pomeriggio inoltrato quando arriviamo a Cardiff e subito si pone il problema del parcheggio sicuro per Olivia. Non vogliamo lasciarla fuori perchè sappiamo che la città ha una vita notturna piuttosto animata e che qua la gente di sera beve parecchio. D'altro canto il parcheggio dell'albergo per due notti costa la bellezza di 28 sterline anche per la moto, c'è un parcometro automatico dove si registra la targa e una videocamera che monitora la situazione ogni mezzora. Su suggerimento della tizia della reception, dopo un inutile giro ricognitivo con la moto per studiare la situazione, paghiamo le prime tre ore (la sosta di durata minore tra quelle possibili) ed usciamo a piedi a cercare un garage meno costoso, ma quello che ci aveva consigliato la receptionist non accetta motocicli e gli altri costano perfino di più o sono addirittura all'aperto. Decidiamo di pagare il parcheggio di Olivia, che alla fine per due notti arriverà all'esorbitante cifra di 31 sterline (pari a circa 37 euro), e di non complicarci ulteriormente la vita. In fondo siamo in vacanza e più volte nelle città abbiamo dovuto sottostare a questi ricatti per poter tenere al sicuro la nostra cavalcatura. Senza contare che 37 euro nell'economia di una vacanza così lunga non sono nulla alla fine!
Cena in camera con una salutare insalatona fai da te e passeggiata per le vie del centro prima di un lungo sonno ristoratore.
La giornata successiva è interamente a piedi per le vie di Cardiff. Usciamo con l'ombrello ma per fortuna dopo poco smette di piovere e ci possiamo dunque muovere con maggiore libertà: fare le foto da sotto l'ombrello non è nè agevole nè piacevole!
Per una volta tradiamo la nostra moka e ci gustiamo un espresso da Costa: è vero che costa, ma nei 3,10 pounds del caffè sono compresi anche il sedersi ad un tavolo dietro la vetrina e l'uso del bagno. Comunque la mia moka da viaggio è imbattibile anche in quanto a sapore, soprattutto se usata con una eccellente miscela arabica 100%.
Cena in camera con una salutare insalatona fai da te e passeggiata per le vie del centro prima di un lungo sonno ristoratore.
La giornata successiva è interamente a piedi per le vie di Cardiff. Usciamo con l'ombrello ma per fortuna dopo poco smette di piovere e ci possiamo dunque muovere con maggiore libertà: fare le foto da sotto l'ombrello non è nè agevole nè piacevole!
Per una volta tradiamo la nostra moka e ci gustiamo un espresso da Costa: è vero che costa, ma nei 3,10 pounds del caffè sono compresi anche il sedersi ad un tavolo dietro la vetrina e l'uso del bagno. Comunque la mia moka da viaggio è imbattibile anche in quanto a sapore, soprattutto se usata con una eccellente miscela arabica 100%.
Con dispiacere di Andrea, che vede il rotolo impermeabile posizionato sul baule destro di Olivia crescere ad ogni tappa, Cardiff pullulla di bellissimi negozi di ogni genere. Mi imbatto in una svendita di capi tecnici da montagna e acquisto svariate magliette tecniche di buona qualità da utilizzare in moto. Poi compro una felpina da Joules, altra catena inglese che fa cosine fiorite deliziose. Non entro da Mark & Spencer per evitare il divorzio, ma la visita è solo rimandata alla prossima città.
Camminando arriviamo al mercato coperto di Cardiff, un luogo molto suggestivo e pullulante di vita. Lo visitiamo a lungo e facciamo anche qualche foto dal piano sopraelevato dove si trova una mostra di cose d'epoca. Acquistiamo dei gustosi maritozzi con l'uva passa ricoperti di zucchero e della frutta. Adoro la pasta di pane dolce, forse perchè mi ricorda di quando frequentavo le elementari e alle 10:30 suonava la campanella ad annunciare l'arrivo di Berto il panettiere, un omone rozzo e scuro che ci portava dei maritozzi caldi deliziosi per la merenda in delle grosse spaselle di legno. Ce li dava su un pezzo di carta marrone strappata con le mani da fogli grandi e noi bambini facevamo a gara a chi riusciva a mangiarne di più. Io oltre quattro non sono mai andata, ma se li avessi davanti oggi, dopo quasi quarant'anni, supererei di certo quel numero.
Camminando arriviamo al mercato coperto di Cardiff, un luogo molto suggestivo e pullulante di vita. Lo visitiamo a lungo e facciamo anche qualche foto dal piano sopraelevato dove si trova una mostra di cose d'epoca. Acquistiamo dei gustosi maritozzi con l'uva passa ricoperti di zucchero e della frutta. Adoro la pasta di pane dolce, forse perchè mi ricorda di quando frequentavo le elementari e alle 10:30 suonava la campanella ad annunciare l'arrivo di Berto il panettiere, un omone rozzo e scuro che ci portava dei maritozzi caldi deliziosi per la merenda in delle grosse spaselle di legno. Ce li dava su un pezzo di carta marrone strappata con le mani da fogli grandi e noi bambini facevamo a gara a chi riusciva a mangiarne di più. Io oltre quattro non sono mai andata, ma se li avessi davanti oggi, dopo quasi quarant'anni, supererei di certo quel numero.
A questo punto acquistiamo i tickets per il tour del Castello e ci godiamo pigramente e senza fretta la visita. Alle tre ci sediamo alla caffetteria del castello, con una vista bellissima sul maniero, e ci gustiamo il maritozzo acquistato al mercato con un buon thè caldo al latte, proprio come due inglesi.
Rientrati in albergo a svuotare lo zaino con gli acquisti, usciamo poco dopo per raggiungere a piedi la Cardiff Bay, circa 6 chilometri tra andata e ritorno. Se proprio dovessimo stancarci visto che abbiamo già camminato tutto il giorno possiamo sempre prendere un autobus, tanto i biglietti si fanno a bordo. In realtà ci godiamo l'intera passeggiata a piedi respirando iodio grazie al vento nonostante vi sia ovunque solo cemento.
Per sera ci regaliamo una cena dieci e lode alla steakhouse in centro, dove riusciamo a mangiare senza prenotazione solo perchè arriviamo per le 19, direttamente dalla baia.
La giornata successiva ci vede felici a Tenby, nel Pembrokeshire, su una splendida spiaggia bianca. Siamo in Galles, e il paesaggio è diverso da quello della Cornovaglia. Ci sono spiagge bianche pullulanti di bagnanti, strade più panoramiche e con meno vegetazione ai lati, dune di sabbia ma -ahimè- anche qua ci sono tanto traffico e tantissimi turisti ovunque.
La giornata successiva ci vede felici a Tenby, nel Pembrokeshire, su una splendida spiaggia bianca. Siamo in Galles, e il paesaggio è diverso da quello della Cornovaglia. Ci sono spiagge bianche pullulanti di bagnanti, strade più panoramiche e con meno vegetazione ai lati, dune di sabbia ma -ahimè- anche qua ci sono tanto traffico e tantissimi turisti ovunque.
Abbiamo preso per le prossime tre notti un hotel costoso (non c'era altro) e dalla posizione baricentrica per molteplici escursioni. Si trova a Lianfairpwllgwyngyll, famoso per essere il paese con il nome più lungo del mondo. Guardando le previsioni meteo, che purtroppo non sono molto confortanti, decidiamo di dedicare la prima giornata allo Snowdonia National Park.
La vetta più alta è il Mount Snowdon, che raggiunge i 1085 metri di altitudine. Possono sembrare pochi, ma vi assicuro che a queste latitudini un'altezza del genere la si percepisce davvero come qualcosa di maestoso.
C'è tantissima gente. I parcheggi lungo la strada, tutti a pagamento, sono zeppi di automobili e in marcia bisogna fare molta attenzione agli escursionisti a piedi. Ci accorgiamo inoltre che, a causa della pioggia caduta, i sentieri sono pieni di fango e molto infidi.
Ci fermiamo a fare delle foto in più punti ma la giornata è davvero cupa e appiattisce molto la bellezza del luogo soprattutto perchè copre le vette e le mille sfumature dell'erica. Senza contare che ogni tanto piove.
La vetta più alta è il Mount Snowdon, che raggiunge i 1085 metri di altitudine. Possono sembrare pochi, ma vi assicuro che a queste latitudini un'altezza del genere la si percepisce davvero come qualcosa di maestoso.
C'è tantissima gente. I parcheggi lungo la strada, tutti a pagamento, sono zeppi di automobili e in marcia bisogna fare molta attenzione agli escursionisti a piedi. Ci accorgiamo inoltre che, a causa della pioggia caduta, i sentieri sono pieni di fango e molto infidi.
Ci fermiamo a fare delle foto in più punti ma la giornata è davvero cupa e appiattisce molto la bellezza del luogo soprattutto perchè copre le vette e le mille sfumature dell'erica. Senza contare che ogni tanto piove.
Dopo aver gironzolato in moto per il parco, decidiamo di fare una sosta nel paesino di Beldgelert, molto suggestivo con il suo torrente e le case in pietra. C'è un airone stranamente socievole che ci regala scatti inusuali e si mangia un pescione di oltre venti centimetri in un solo boccone: vedo il collo gonfiarsi mentre il pesce va giù e rimango un attimino perplessa pensando che quella preda arriverà nello stomaco dell'airone ancora viva!
C'è un bellissimo negozietto di artigianato in legno. Facciamo conoscenza con la proprietaria nel tentativo di spedire in Italia un mio acquisto piuttosto ingombrante che, alla fine, troverà anch'esso posto su uno dei bauletti laterali di Olivia. La signora, incinta di parecchi mesi, è un'amante delle due ruote e ci accompagna fuori per vedere Olivia, parcheggiata lungo il torrente insieme ad una sfilza di bellissimi cagnoloni.
Ci sono anche una pizzeria niente male ed una gelateria italiana che fa cialde artigianali davvero squisite.
C'è un bellissimo negozietto di artigianato in legno. Facciamo conoscenza con la proprietaria nel tentativo di spedire in Italia un mio acquisto piuttosto ingombrante che, alla fine, troverà anch'esso posto su uno dei bauletti laterali di Olivia. La signora, incinta di parecchi mesi, è un'amante delle due ruote e ci accompagna fuori per vedere Olivia, parcheggiata lungo il torrente insieme ad una sfilza di bellissimi cagnoloni.
Ci sono anche una pizzeria niente male ed una gelateria italiana che fa cialde artigianali davvero squisite.
Intanto il tempo migliora e noi inforchiamo un sentiero lungo il fiume piuttosto frequentato. Esce il sole e ne approfittiamo per mettere le zampe nel torrente e fare un pisolino tra l'erba umida e profumata, con le vette che finalmente si sono scoperte e il trenino a scartamento ridotto che fischia rumoroso e scoppiettante mentre si arrampica fino in vetta allo Snowdon.
Ripresa la moto, raggiungiamo alcuni punti panoramici per goderceli ora che il tempo si è un pò rimesso e fare qualche foto.
La nostra attenzione è calamitata da alcuni fogli gialli incelofanati presenti sui parabrezza delle auto parcheggiate lungo la strada: non ci vuole molto a capire che sono multe per divieto di sosta, opportunamente rese impermeabili.
Cena in camera con una salutare insalatona e una goduriosa bruschetta all'olio d'oliva abbrustolita con la padella in pietra e il fornellino che in via precauzionale ci siamo portati dall'Italia. Cose queste ultime che la prossima volta non porteremo con noi perchè in realtà si sono rivelate superflue, dato che volendo anche in Inghilterra si può mangiare bene e senza rovinarsi lo stomaco.
Cena in camera con una salutare insalatona e una goduriosa bruschetta all'olio d'oliva abbrustolita con la padella in pietra e il fornellino che in via precauzionale ci siamo portati dall'Italia. Cose queste ultime che la prossima volta non porteremo con noi perchè in realtà si sono rivelate superflue, dato che volendo anche in Inghilterra si può mangiare bene e senza rovinarsi lo stomaco.
L'indomani ci mettiamo un pò a carburare. Il mio letto è molto scomodo e mi alzo tutta rotta: se si considera che questa è una "luxury accomodation" da circa 100 euro a notte ci sarebbe molto da protestare!
Niente english breakfast ma solo pane tostato con burro e marmellata e un paio di tazze di thè.
La strada è grigia e piuttosto desolata, qua la gente esce piuttosto tardi ed in effetti alle 9 del mattino si ha ancora la sensazione che sia l'alba. Ci fermiamo a lungo su una laguna ad ammirare alcuni uccelli impegnati nelle attività quotidiane di sostentamento.
Niente english breakfast ma solo pane tostato con burro e marmellata e un paio di tazze di thè.
La strada è grigia e piuttosto desolata, qua la gente esce piuttosto tardi ed in effetti alle 9 del mattino si ha ancora la sensazione che sia l'alba. Ci fermiamo a lungo su una laguna ad ammirare alcuni uccelli impegnati nelle attività quotidiane di sostentamento.
Poi ci godiamo l' affollata spiaggia di Rhosneigr, dove ognuno fa ciò che più gli piace: chi va in surf, chi si lascia cullare dalle onde su piccole barche a vela, tantissimi giocano con i cani dotati di palle con l'elastico, molti passeggiano, i bambini sfruttano le piscinette create dalla bassa marea, qualcuno cerca vongole e altre delizie del mare. Ad un tratto un cane molto simpatico mi chiama con una zampa sulla coscia e mi indica con la testa di prendere la palla che ha messo vicino ai nostri piedi...e io sto al gioco, sotto lo sguardo sorridente della proprietaria che sembra quasi volersi scusare per la dolce sfrontatezza del suo adorabile amico a quattro zampe.
Non so dire quanti italiani si lascerebbero rapire da un posto del genere, so però che a me piace da morire nonostante l'aria cupa e la confusione. Lo trovo bellissimo nella sua mutevolezza ed in continuo divenire. E dallo sguardo di Andrea capisco che è così anche per lui senza bisogno di parole.
Non so dire quanti italiani si lascerebbero rapire da un posto del genere, so però che a me piace da morire nonostante l'aria cupa e la confusione. Lo trovo bellissimo nella sua mutevolezza ed in continuo divenire. E dallo sguardo di Andrea capisco che è così anche per lui senza bisogno di parole.
Il resto della giornata lo trascorriamo quasi interamente a South Stack a passeggiare tra le scogliere e le brughiere fiorite. A tratti spunta il sole illuminando il faro e consentendoci di ammirare questo luogo sperduto in tutta la sua magnificenza. Ci resterà nel cuore come uno dei più belli dell'intero viaggio, forse perchè vi abbiamo trovato quello per cui abbiamo deciso di tornare ancora una volta in Inghilterra.
L'indomani è il momento di ripartire, ma il cielo per la prima volta è turchese fin dal primo mattino ed allora decidiamo che, prima di raggiungere Bath dove resteremo per due notti, torneremo in quota ad ammirare i panorami, le vette e i laghi dello Snowdonia National Park in tutto il loro splendore, messo ancor più in risalto dal mantello puntiforme e sfumato dell'erica illuminata dal sole. Proprio mentre sostiamo nei pressi di un lago per fare qualche foto ci accorgiamo di una moto con targa italiana e adesivo di Mototurismo che si sta fermando accanto a noi: conosciamo così Lorenzo, un forumista di Como che come noi è innamorato dei paesi anglosassoni. Ci scambiamo le nostre esperienze e ci accorgiamo di avere un modo di viaggiare ed una sensibilità molto simili: non tutti vanno a naso e sono capaci di fermare la moto anche per un paio di giorni per farsi a piedi qualche chilometro di sentiero costiero.
Si sta facendo tardi ed è ora di prendere una strada più veloce per raggiungere Bath. Inoltre io ho il collo molto dolorante e risento parecchio delle vibrazioni dell'asfalto e della spinta del vento. Siamo convinti che raggiungere Bath, a circa 400 km di distanza (il navigatore dà poco più di tre ore di marcia) sia cosa da poco, ed invece ci imbattiamo nell'esodo degli inglesi e in interminabili estenuanti code. Senza contare che improvvisamente il termometro della moto arriva a toccare i 29 gradi!
In queste condizioni, con il peso del casco e il vento, il mio collo peggiora nettamente costringendoci a fermarci più volte. Oramai non riesco a sfilarmi il casco senza lacrime di dolore e infilarlo nuovamente è ancora più doloroso. Capisco quindi che non si tratta di un banale torcicollo ma di una vera e propria ernia cervicale, cosa che mi viene poi confermata dalle fitte dolorosissime che man mano che procediamo mi fanno chiudere gli occhi fino quasi a svenire. Non sono in grado di girare la testa nè a destra nè a sinistra e questo mi obbliga ad una posizione scomoda e poco vigile. Per la prima volta mi sento una zavorra vera perchè non riesco a partecipare al viaggio e non mi sento parte dell'equipaggio ma solo un inutile peso.
Quando arriviamo verso le 18 alla guest house prenotata giorni prima sono esausta. Ho con me il Voltaren e diversi analgesici, ho le vertigini e con Andrea vagliamo anche l'ipotesi di un rientro in aereo. Ma non voglio rinunciare a questo punto del viaggio, siamo alla fine e sarebbe terribile per me dover lasciare solo il mio compagno proprio ora che c'è da rientrare. Intanto ce ne stiamo fermi a Bath per due giorni, poi si vedrà. Sicuramente cercheremo di dividere il rientro in più tappe così da non tirare troppo, sempre ammesso che dopodomani io riesca a infilarmi il casco.
Bath è una meraviglia di tranquillità e di architettura. E ce la godiamo con una luce fantastica, con i palazzi bianchi sullo sfondo di un magnifico cielo turchese. Grazie al Voltaren e al calore del sole il mio collo durante il giorno sembra migliorare, la notte invece stare sdraiata è una penitenza e una veglia di dolore.
In queste condizioni, con il peso del casco e il vento, il mio collo peggiora nettamente costringendoci a fermarci più volte. Oramai non riesco a sfilarmi il casco senza lacrime di dolore e infilarlo nuovamente è ancora più doloroso. Capisco quindi che non si tratta di un banale torcicollo ma di una vera e propria ernia cervicale, cosa che mi viene poi confermata dalle fitte dolorosissime che man mano che procediamo mi fanno chiudere gli occhi fino quasi a svenire. Non sono in grado di girare la testa nè a destra nè a sinistra e questo mi obbliga ad una posizione scomoda e poco vigile. Per la prima volta mi sento una zavorra vera perchè non riesco a partecipare al viaggio e non mi sento parte dell'equipaggio ma solo un inutile peso.
Quando arriviamo verso le 18 alla guest house prenotata giorni prima sono esausta. Ho con me il Voltaren e diversi analgesici, ho le vertigini e con Andrea vagliamo anche l'ipotesi di un rientro in aereo. Ma non voglio rinunciare a questo punto del viaggio, siamo alla fine e sarebbe terribile per me dover lasciare solo il mio compagno proprio ora che c'è da rientrare. Intanto ce ne stiamo fermi a Bath per due giorni, poi si vedrà. Sicuramente cercheremo di dividere il rientro in più tappe così da non tirare troppo, sempre ammesso che dopodomani io riesca a infilarmi il casco.
Bath è una meraviglia di tranquillità e di architettura. E ce la godiamo con una luce fantastica, con i palazzi bianchi sullo sfondo di un magnifico cielo turchese. Grazie al Voltaren e al calore del sole il mio collo durante il giorno sembra migliorare, la notte invece stare sdraiata è una penitenza e una veglia di dolore.
Decido comunque di provare a rientrare in moto, con tappe più brevi e tranquille.
E tutto sommato il rientro è abbastanza quieto. Di nuovo ferry e non eurotunnel perchè le quotazioni del giorno danno il primo alla metà del prezzo del secondo; per la prima volta ammiriamo le Bianche Scogliere di Dover sullo sfondo di un cielo turchese: sono bianche come il latte, davvero belle!
Facciamo tappa ad Arras, ad un centinaio di chilometri da Calais.
E tutto sommato il rientro è abbastanza quieto. Di nuovo ferry e non eurotunnel perchè le quotazioni del giorno danno il primo alla metà del prezzo del secondo; per la prima volta ammiriamo le Bianche Scogliere di Dover sullo sfondo di un cielo turchese: sono bianche come il latte, davvero belle!
Facciamo tappa ad Arras, ad un centinaio di chilometri da Calais.
L'indomani la sosta è invece nella meravigliosa Dijon, dove arriviamo che piove ma poi per fortuna il tempo si rimette quel tanto che basta per farmi scattare qualche suggestiva cartolina. Il collo fa ancora male ma sfilarsi ed infilarsi il casco non è più doloroso, come pure le notti non sono più un'infinita veglia a cercare la posizione meno dolorosa.
L'indomani ci vede pranzare vista lago sul Passo del Moncenisio: niente Frejus, la giornata è magnifica e c'è un cielo azzurro che sembra invita a salire in quota.
Per la tappa prenotiamo un hotel a due passi dall'uscita autostradale di Piacenza, che si rivelerà ottimo.
Peccato che durante l'ultima sera a Piacenza, proprio mentre stiamo per gustarci un'ottima pinsa, arriva la telefonata in cui il papà di Andrea vuota il sacco e ci rivela che qualche notte prima i ladri sono entrati in casa nostra: difficile capire per telefono cosa abbiano preso, tuttavia sembrerebbe essere stato un furto non di professionisti, forse di zingari. Peccato che per entrare abbiano fatto non pochi danni: due doppi vetri rotti, una zanzariera ed una porta finestra fuori uso.
E' chiaro che l'umore cambia repentinamente e la gioia del viaggio lascia il posto ad una inquietudine profonda e incredibilmente stonata. Mi sforzo di sembrare poco preoccupata per aiutare Andrea a non perdere la concentrazione, soprattutto quando ci tocca affrontare una terribile coda all'altezza di Bologna, dove non vi è neppure la corsia di emergenza a consentire alle moto di non restare intrappolate nell'esodo rovente.
All'inquietudine dei ladri, due giorni dopo il rientro si aggiunge l'incubo di un nuovo terremoto che ci sveglia di soprassalto nel cuore della notte... Così ci è voluta qualche settimana per tornare a rivivere questo bel viaggio e cominciare a ruminarlo e a scrivere questo report...
Peccato che durante l'ultima sera a Piacenza, proprio mentre stiamo per gustarci un'ottima pinsa, arriva la telefonata in cui il papà di Andrea vuota il sacco e ci rivela che qualche notte prima i ladri sono entrati in casa nostra: difficile capire per telefono cosa abbiano preso, tuttavia sembrerebbe essere stato un furto non di professionisti, forse di zingari. Peccato che per entrare abbiano fatto non pochi danni: due doppi vetri rotti, una zanzariera ed una porta finestra fuori uso.
E' chiaro che l'umore cambia repentinamente e la gioia del viaggio lascia il posto ad una inquietudine profonda e incredibilmente stonata. Mi sforzo di sembrare poco preoccupata per aiutare Andrea a non perdere la concentrazione, soprattutto quando ci tocca affrontare una terribile coda all'altezza di Bologna, dove non vi è neppure la corsia di emergenza a consentire alle moto di non restare intrappolate nell'esodo rovente.
All'inquietudine dei ladri, due giorni dopo il rientro si aggiunge l'incubo di un nuovo terremoto che ci sveglia di soprassalto nel cuore della notte... Così ci è voluta qualche settimana per tornare a rivivere questo bel viaggio e cominciare a ruminarlo e a scrivere questo report...