Quest’anno l’inverno è stato particolarmente lungo e piovoso, costringendoci a passare tanti fine settimana in casa piuttosto che a zonzo con le nostre amate due ruote.
Addirittura da noi in Abruzzo è stata una Pasqua con la neve!
Tutto questo ha contribuito non poco ad aumentare l’arsura da moto, e così con Andrea ci siamo ripromessi di acchiappa re al volo le prime giornate di primavera per concederci un weekend al mare, con destinazione le Isole Flegree.
Partiamo il giovedì mattina e da Pescara raggiungiamo Pozzuoli per imbarcarci in sella al nostro fedele Pippo attraversando l’Appennino via Roccaraso con neve ed il termometro che arriva a sfiorare i tre gradi.
Già la traversata è uno spettacolo e ci regala bei panorami sui Campi Flegrei.
Addirittura da noi in Abruzzo è stata una Pasqua con la neve!
Tutto questo ha contribuito non poco ad aumentare l’arsura da moto, e così con Andrea ci siamo ripromessi di acchiappa re al volo le prime giornate di primavera per concederci un weekend al mare, con destinazione le Isole Flegree.
Partiamo il giovedì mattina e da Pescara raggiungiamo Pozzuoli per imbarcarci in sella al nostro fedele Pippo attraversando l’Appennino via Roccaraso con neve ed il termometro che arriva a sfiorare i tre gradi.
Già la traversata è uno spettacolo e ci regala bei panorami sui Campi Flegrei.
In circa quaranta minuti il traghetto ci porta a Procida, dove Andrea non è mai stato mentre io non vedevo l'ora di rimetterci piede perché in me aveva lasciato un bellissimo ricordo. L'isola ci accoglie con una luce splendida, limpida e senza nuvole. Già il porto (Marina Grande) è uno spettacolo di case color pastello e di logge, oltre ad essere il centro sociale ed economico dell'isola.
Giusto il tempo di scaricare il bagaglio al B.&B. prenotato per la notte e cambiarci le scarpe e, con la macchina fotografica al collo ed una mappa dell’isola in mano, ci dedichiamo ai panorami e alle strette stradine di Procida.
Un’immagine più di ogni altra rapisce i nostri cuori ed è la veduta della celebre Marina Corricella che si ammira lungo il camminamento che porta al borgo alto di Terra Murata ed alla Abbazia di San Michele, in cui sono esposti i carri allegorici che il venerdì santo vengono portati a braccia per le vie dell’isola in una cerimonia bella e sentita a cui personalmente ho avuto l’onore di presenziare anni fa.
Un’immagine più di ogni altra rapisce i nostri cuori ed è la veduta della celebre Marina Corricella che si ammira lungo il camminamento che porta al borgo alto di Terra Murata ed alla Abbazia di San Michele, in cui sono esposti i carri allegorici che il venerdì santo vengono portati a braccia per le vie dell’isola in una cerimonia bella e sentita a cui personalmente ho avuto l’onore di presenziare anni fa.
Di panorama in panorama arriviamo al Cimitero ed alla attigua Cala di Pozzo Vecchio, famosa per essere una delle location del celebre film “Il postino”.
Anche questa spiaggia, fuori stagione e con le onde che lambiscono la riva, ci fa battere forte il cuore: tutta per noi, scarabocchiata dalle impronte dei gabbiani che numerosi volano via man mano che la attraversiamo a piedi da una estremità all’altra. Passando su dei sassi in un centinaio di metri si giunge a vedere un’altra baia, anch’essa color smeraldo, dove però si arriva solo se il mare è calmo.
Anche questa spiaggia, fuori stagione e con le onde che lambiscono la riva, ci fa battere forte il cuore: tutta per noi, scarabocchiata dalle impronte dei gabbiani che numerosi volano via man mano che la attraversiamo a piedi da una estremità all’altra. Passando su dei sassi in un centinaio di metri si giunge a vedere un’altra baia, anch’essa color smeraldo, dove però si arriva solo se il mare è calmo.
Ci godiamo a lungo questo incredibile spettacolo della natura prima di riprendere il nostro giro alla ricerca di altri angoli suggestivi e splendide stradine strette e solitarie. E poi il giallo incredibile dei limoni, per i quali Procida è famosissima.
Procida è un’isola piuttosto piccola, che si gira tranquillamente anche a piedi, tuttavia l’ideale è visitarla in sella ad un agile mezzo a due ruote. Ci è capitato di imboccare stradine sterrate che magari non avevano uscita o che terminavano con una scala, e non sempre abbiamo avuto spazio sufficiente per girare la moto e fare inversione di marcia. Dunque abbiamo benedetto più volte la decisione di portare con noi Pippo anzicchè Olivia. Inoltre abbiamo spesso parcheggiato fin dove si poteva arrivare in moto per poi percorrere a piedi il sentiero che portava al faro o a qualche baia nascosta.
Altre vedute suggestive sono il Porto turistico, Cala S. Antonio, Marina Chiaiolella, Silurenza e i panorami su Capri e la terraferma.
Procida è un’isola piuttosto piccola, che si gira tranquillamente anche a piedi, tuttavia l’ideale è visitarla in sella ad un agile mezzo a due ruote. Ci è capitato di imboccare stradine sterrate che magari non avevano uscita o che terminavano con una scala, e non sempre abbiamo avuto spazio sufficiente per girare la moto e fare inversione di marcia. Dunque abbiamo benedetto più volte la decisione di portare con noi Pippo anzicchè Olivia. Inoltre abbiamo spesso parcheggiato fin dove si poteva arrivare in moto per poi percorrere a piedi il sentiero che portava al faro o a qualche baia nascosta.
Altre vedute suggestive sono il Porto turistico, Cala S. Antonio, Marina Chiaiolella, Silurenza e i panorami su Capri e la terraferma.
L’aria è profumata e carica di iodio e, nonostante i 15 gradi, cominciano già le stordenti fioriture delle ginestre.
Purtroppo già da qualche mese l’isolotto di Vivara, collegato a Procida da un ponte pedonale, è chiuso al pubblico. E’ una zona di produzione faunistica in cui scavi recenti hanno portato alla luce preziose testimonianze dell’età neolitica e resti di ceramiche micenee.
Purtroppo già da qualche mese l’isolotto di Vivara, collegato a Procida da un ponte pedonale, è chiuso al pubblico. E’ una zona di produzione faunistica in cui scavi recenti hanno portato alla luce preziose testimonianze dell’età neolitica e resti di ceramiche micenee.
Terminato il giro, parcheggiamo la moto per ammirare la Corricella dal di dentro, curiosi di vederla colorarsi di rosa man mano che si avvicina l’ora del tramonto. Pescatori intenti a pulire cassette di alici, rumorosi ragazzi del posto divisi tra una barca a remi e vecchie bicilette, gatti sornioni e gabbiani: un’atmosfera strana, completamente diversa da quella della vicina Ischia, un’atmosfera che rende Procida un’isola che non si è piegata a logiche turistiche ed anzi ha conservato intatta la sua natura di isola di pescatori. Proprio questa atmosfera mi aveva colpito la prima volta che c’ero stata anni fa, ed ora ritrovarla è molto piacevole.
I ristoranti della Corricella espongono invitanti menu di pesce ma i prezzi piuttosto alti ci inducono a decidere di cenare altrove. Così, seguendo i consigli del nostro padrone di casa, ci rechiamo a piedi nella zona del porto e qui ci divoriamo spaghetti alle vongole, frittura di paranza, insalata mista ed un buon limoncino fatto in casa per 26 euro a testa.
Siamo indecisi se trascorrere a Procida l’intero weekend oppure spostarci nella vicina Ischia.
Da un lato infatti vorremmo goderci ancora l’atmosfera rilassata e romantica di Procida, dall’altro invece, avendo a disposizione altri tre giorni, vorremmo aggiungere nuovi panorami e nuove emozioni al nostro giro. Inoltre mentre io sono già stata ad Ischia, per Andrea sarebbe la prima volta. L’indecisione ci accompagna fino al mattino dopo, quando decidiamo di dedicare la mattinata a Procida e di spostarci ad Ischia subito dopo pranzo. Prenotiamo per due notti un B.&B. nel comune di Forio, località Succhivo, con vista sul celeberrimo Borgo di Sant’Angelo, e ad appena trecento metri dalla splendida baia di Sorgeto, famosa per le sue pozze di acqua bollente.
Nei miei ricordi questa parte di Ischia è la zona più bella e selvaggia, grazie anche agli ottocento metri del Monte Epomeo, dalla cui vetta si gode una vista impareggiabile.
Da un lato infatti vorremmo goderci ancora l’atmosfera rilassata e romantica di Procida, dall’altro invece, avendo a disposizione altri tre giorni, vorremmo aggiungere nuovi panorami e nuove emozioni al nostro giro. Inoltre mentre io sono già stata ad Ischia, per Andrea sarebbe la prima volta. L’indecisione ci accompagna fino al mattino dopo, quando decidiamo di dedicare la mattinata a Procida e di spostarci ad Ischia subito dopo pranzo. Prenotiamo per due notti un B.&B. nel comune di Forio, località Succhivo, con vista sul celeberrimo Borgo di Sant’Angelo, e ad appena trecento metri dalla splendida baia di Sorgeto, famosa per le sue pozze di acqua bollente.
Nei miei ricordi questa parte di Ischia è la zona più bella e selvaggia, grazie anche agli ottocento metri del Monte Epomeo, dalla cui vetta si gode una vista impareggiabile.
Dedichiamo il pomeriggio alla visita del Borgo di Sant’ Angelo, famoso per essere un posto vip ma che noi ci godiamo in solitudine e con il cielo terso e il sole pieno. E’ un posto davvero suggestivo.
Poi ripresa la moto ci arrampichiamo lungo la salita che, passando per vari punti panoramici, porta a circa 600 metri di altezza, dove comincia il sentiero che in trenta minuti di ripida salita, porta in vetta all’Epomeo. C’è anche la possibilità di percorrere il sentiero a cavallo.
Poi ripresa la moto ci arrampichiamo lungo la salita che, passando per vari punti panoramici, porta a circa 600 metri di altezza, dove comincia il sentiero che in trenta minuti di ripida salita, porta in vetta all’Epomeo. C’è anche la possibilità di percorrere il sentiero a cavallo.
Dopo una doccia per alleviare l’insolazione, eccoci pronti per la cena.
Seguendo il suggerimento della nostra ospite, percorriamo i cinquecento metri e la ripida salita che conducono ad un ristorante panoramico posto in cima ad un’altura. E’ un posto incredibile, poiché ha una forma circolare e le vetrate panoramiche a quasi 360 gradi sul mare. La Sig.ra Gisella, la proprietaria, ci accoglie con fare materno. Siamo gli unici italiani del locale, i numerosi avventori infatti sono tutti tedeschi.
La signora si informa su dove dormiamo e ci suggerisce di ordinare solo il primo perché le porzioni a suo dire sono molto abbondanti. Così scegliamo un piatto tipico della casa, a chilometri zero, e cioè i paccheri allo scoglio.
Dopo una buona mezzora e due buoni bicchieri di vinello secco della casa ci arriva una gigantesca padella piena di paccheri con cozze, calamari, seppie, gamberi, polipetti e vongole. Una goduria incredibile! A dire il vero ci avrebbero mangiato almeno quattro persone! La signora è felicissima di ritirare la padella vuota ed anche ripassata col pane, così invece di ricevere i nostri complimenti li fa lei a noi ringraziandoci perché siamo “ragazzi che danno soddisfazione”!
Seguendo il suggerimento della nostra ospite, percorriamo i cinquecento metri e la ripida salita che conducono ad un ristorante panoramico posto in cima ad un’altura. E’ un posto incredibile, poiché ha una forma circolare e le vetrate panoramiche a quasi 360 gradi sul mare. La Sig.ra Gisella, la proprietaria, ci accoglie con fare materno. Siamo gli unici italiani del locale, i numerosi avventori infatti sono tutti tedeschi.
La signora si informa su dove dormiamo e ci suggerisce di ordinare solo il primo perché le porzioni a suo dire sono molto abbondanti. Così scegliamo un piatto tipico della casa, a chilometri zero, e cioè i paccheri allo scoglio.
Dopo una buona mezzora e due buoni bicchieri di vinello secco della casa ci arriva una gigantesca padella piena di paccheri con cozze, calamari, seppie, gamberi, polipetti e vongole. Una goduria incredibile! A dire il vero ci avrebbero mangiato almeno quattro persone! La signora è felicissima di ritirare la padella vuota ed anche ripassata col pane, così invece di ricevere i nostri complimenti li fa lei a noi ringraziandoci perché siamo “ragazzi che danno soddisfazione”!
Anche il sorbetto della casa, che dovrebbe aiutarci a digerire il lauto pasto, è sovradimensionato: ben cinque palle a testa!
Quello che ci stupisce è il conto: appena trenta euro in due!
Percorriamo la strada panoramica fino al nostro albergo brilli e cullati dal rumore delle onde, leggeri e felici.
L’indomani decidiamo di sfruttare le prime ore del mattino per visitare la Baia di Sorgeto e le sue sorgenti di acqua calda. Vi arriviamo al temine di una breve camminata e di una ripida scalinata. Il sole la illumina parzialmente e ci saranno sì e no una decina di visitatori. Ci godiamo le fumarole e poi il sole che arriva e ci trova appollaiati sugli scogli in riva al mare a fotografare i numerosissimi granchi che popolano la baia. L’acqua è verde smeraldo e in trasparenza si vedono sassi colorati.
Quello che ci stupisce è il conto: appena trenta euro in due!
Percorriamo la strada panoramica fino al nostro albergo brilli e cullati dal rumore delle onde, leggeri e felici.
L’indomani decidiamo di sfruttare le prime ore del mattino per visitare la Baia di Sorgeto e le sue sorgenti di acqua calda. Vi arriviamo al temine di una breve camminata e di una ripida scalinata. Il sole la illumina parzialmente e ci saranno sì e no una decina di visitatori. Ci godiamo le fumarole e poi il sole che arriva e ci trova appollaiati sugli scogli in riva al mare a fotografare i numerosissimi granchi che popolano la baia. L’acqua è verde smeraldo e in trasparenza si vedono sassi colorati.
Tornati in albergo riprendiamo Pippo e ci arrampichiamo per strette stradine panoramiche alla ricerca di punti panoramici, con molteplici soste.
Oggi il cielo è un po’ velato e l’aria è meno nitida dei giorni precedenti, anche se è comunque una bella giornata.
Dopo una visita a Punta Imperatore da cui si gode una splendida visuale sulla spiaggia di Citara ed il parco termale Giardini Poseidon (il più famoso di Ischia), mangiamo una pizza vista mare presso la Baia di San Francesco. Poi, dopo un giro a piedi per il centro pedonale di Forio e qualche foto agli Scogli Innamorati e alla Chiesa del Soccorso, ce ne andiamo a sonnecchiare in riva al mare sulla spiaggia di Maronti. E’ buffo osservare come i sassolini da cui è composta assorbano velocemente le onde sulla battigia: l’acqua sembra scomparire non appena giunge a contatto con gli spessi granelli porosi.
Oggi il cielo è un po’ velato e l’aria è meno nitida dei giorni precedenti, anche se è comunque una bella giornata.
Dopo una visita a Punta Imperatore da cui si gode una splendida visuale sulla spiaggia di Citara ed il parco termale Giardini Poseidon (il più famoso di Ischia), mangiamo una pizza vista mare presso la Baia di San Francesco. Poi, dopo un giro a piedi per il centro pedonale di Forio e qualche foto agli Scogli Innamorati e alla Chiesa del Soccorso, ce ne andiamo a sonnecchiare in riva al mare sulla spiaggia di Maronti. E’ buffo osservare come i sassolini da cui è composta assorbano velocemente le onde sulla battigia: l’acqua sembra scomparire non appena giunge a contatto con gli spessi granelli porosi.
Siamo stanchi. Abbiamo girellato come trottole, ubriachi di sole e di vento, e avvertiamo tutta insieme una sana soddisfatta stanchezza. Inoltre l’ottima pizza del pranzo ci ha un po’ stesi, così decidiamo di ritirarci saltando la cena per un lungo sonno ristoratore.
L’indomani ci vede a zonzo di primo mattino per Casamicciola ed Ischia Ponte nell’attesa del traghetto in partenza alle 11.40. Un saluto al Castello è l’ultima sosta che ci concediamo prima della partenza.
L’indomani ci vede a zonzo di primo mattino per Casamicciola ed Ischia Ponte nell’attesa del traghetto in partenza alle 11.40. Un saluto al Castello è l’ultima sosta che ci concediamo prima della partenza.
Il ritorno a casa è piuttosto lungo ma tranquillo. Facciamo provvista di mozzarella di bufala in un caseificio lungo la strada già sperimentato negli anni scorsi.
Poi l’Altopiano delle Cinque Miglia e le pozze lasciate dalla neve che si sta sciogliendo che risplendono del rosa dei crochi appena spuntati (all’andata non c’erano)…una meraviglia!
Scrivo che siamo rientrati oramai da qualche giorno, ma la sensazione di benessere lasciata da questo piccolo viaggio è ancora forte e tangibile. Inoltre abbiamo già in programma di completare il giro visitando Capri alla prima occasione…e poi magari tornare a Procida ad ammirare lo splendore della Corricella che ci ha rapito anema e core!
Scrivo che siamo rientrati oramai da qualche giorno, ma la sensazione di benessere lasciata da questo piccolo viaggio è ancora forte e tangibile. Inoltre abbiamo già in programma di completare il giro visitando Capri alla prima occasione…e poi magari tornare a Procida ad ammirare lo splendore della Corricella che ci ha rapito anema e core!