Sono settimane ormai che ho una tosse bestiale, di quelle che non riesci a respirare, e nonostante abbia passato gli ultimi giorni al calduccio non accenna a diminuire… Così oggi ho deciso di provare con la “mototerapia”, e con Frush ce ne siamo andati a respirare un po’ d’aria di montagna a qualche decina di chilometri da casa…
Ci siamo messi in sella, belli imbacuccati, intorno alle 11, decisi a sfruttare soltanto le ore centrali della giornata… Andrea ha provato fino all’ultimo a girare il manubrio in direzione della costa, ma io ho insistito per andare in quota… A dire il vero, non è che poi ho dovuto insistere così tanto, dato che anche lui è sensibilissimo al richiamo della montagna…
Infilata la A25 a Chieti, la lasciamo alla prima uscita (Alanno-Scafa) per infilarci sulla statale Tiburtina diretti a San Valentino in Abruzzo Citeriore, da dove -dopo un buon caffè e qualche provvista- proseguiamo per Caramanico e Santa Eufemia diretti alla nostra meta odierna: Passo San Leonardo, a 1280 metri d’altezza…
Man mano che saliamo di quota l’aria si fa più asciutta… C’è neve, eppure il sole è caldo e non tira un alito di vento…Il termometro oscilla trai 6 e i 7 gradi, ma non sento freddo… Ho almeno tre strati di pantaloni tecnici e cinque strati tra maglie e giacca, che mi fanno muovere in modo un po’ goffo ma che si riveleranno provvidenziali quando, poco dopo, in cima al passo, farò un brutto scivolone nella neve per fare una foto…
I bauletti sono pieni di cose buone: due ricotte freschissime comprate al caseificio di Santa Eufemia, una decina di bocconcini affumicati, 5 pacchi di biscotti aquilani pro terremotati (quelli con l’adesivo: “Dacci una mano, compra aquilano!”), pizza bianca e due trancetti di torta alle mandorle fatta ieri sera con le mie manine… Tutto avrei immaginato, tranne che avremmo potuto pranzare all’aria aperta, in mezzo alla neve, senza sentire freddo ed anzi beandoci della carezza del sole sulla pelle… Siamo proprio sotto il cartello del Passo, qualche centinaio di metri dopo l’unica struttura della zona, una costruzione rotonda che deturpa incredibilmente il paesaggio ma fa da rifugio e punto di riferimento alle famiglie di piccoli urlanti sciatori in erba… Per fortuna, presto torna il silenzio, evidentemente è ora di pranzo anche per loro!
Ci divertiamo a fare qualche autoscatto, approfittando del fatto che non passa nessuno… I pochissimi veicoli in transito ci guardano con sorpresa, come se fossimo degli extraterrestri o più semplicemente degli sciroccati… Che ne sanno loro di come si sta bene in moto in queste giornate in cui l’inverno va in pausa e ti consente di godere a 360 gradi di posti che altrimenti in questa stagione sarebbero proibitivi per chiunque?
Purtroppo bisogna sforzarsi e riprendere la via del ritorno: è inverno e fa buio presto… Se cala il sole, ci coglierà la morsa del freddo proprio durante il suggestivo tratto della discesa a valle… Così ci avviamo, ma scendiamo quasi a folle, lentamente e leggiadramente, godendo a pieno del panorama attorno a noi e del colorato volo di un’upupa… Fino a valle dove -ahimè- comincia il "freddo"!
Tornati a casa, mi infilo in un bagno bollente perché sono gelata… La tosse non va né meglio né peggio, ma il naso è libero… Mi infilo il grembiule, stendo la sfoglia e con la ricotta di Santa Eufemia in men che non si dica do vita ad un bel vassoio di gustosi ravioli casarecci…
In fondo oggi cosa ho fatto? Ho solo assaporato il gusto della moto in inverno…nonostante la tosse!
Questo giro mi piace definirlo l’Aspirina della Befana!
Ci siamo messi in sella, belli imbacuccati, intorno alle 11, decisi a sfruttare soltanto le ore centrali della giornata… Andrea ha provato fino all’ultimo a girare il manubrio in direzione della costa, ma io ho insistito per andare in quota… A dire il vero, non è che poi ho dovuto insistere così tanto, dato che anche lui è sensibilissimo al richiamo della montagna…
Infilata la A25 a Chieti, la lasciamo alla prima uscita (Alanno-Scafa) per infilarci sulla statale Tiburtina diretti a San Valentino in Abruzzo Citeriore, da dove -dopo un buon caffè e qualche provvista- proseguiamo per Caramanico e Santa Eufemia diretti alla nostra meta odierna: Passo San Leonardo, a 1280 metri d’altezza…
Man mano che saliamo di quota l’aria si fa più asciutta… C’è neve, eppure il sole è caldo e non tira un alito di vento…Il termometro oscilla trai 6 e i 7 gradi, ma non sento freddo… Ho almeno tre strati di pantaloni tecnici e cinque strati tra maglie e giacca, che mi fanno muovere in modo un po’ goffo ma che si riveleranno provvidenziali quando, poco dopo, in cima al passo, farò un brutto scivolone nella neve per fare una foto…
I bauletti sono pieni di cose buone: due ricotte freschissime comprate al caseificio di Santa Eufemia, una decina di bocconcini affumicati, 5 pacchi di biscotti aquilani pro terremotati (quelli con l’adesivo: “Dacci una mano, compra aquilano!”), pizza bianca e due trancetti di torta alle mandorle fatta ieri sera con le mie manine… Tutto avrei immaginato, tranne che avremmo potuto pranzare all’aria aperta, in mezzo alla neve, senza sentire freddo ed anzi beandoci della carezza del sole sulla pelle… Siamo proprio sotto il cartello del Passo, qualche centinaio di metri dopo l’unica struttura della zona, una costruzione rotonda che deturpa incredibilmente il paesaggio ma fa da rifugio e punto di riferimento alle famiglie di piccoli urlanti sciatori in erba… Per fortuna, presto torna il silenzio, evidentemente è ora di pranzo anche per loro!
Ci divertiamo a fare qualche autoscatto, approfittando del fatto che non passa nessuno… I pochissimi veicoli in transito ci guardano con sorpresa, come se fossimo degli extraterrestri o più semplicemente degli sciroccati… Che ne sanno loro di come si sta bene in moto in queste giornate in cui l’inverno va in pausa e ti consente di godere a 360 gradi di posti che altrimenti in questa stagione sarebbero proibitivi per chiunque?
Purtroppo bisogna sforzarsi e riprendere la via del ritorno: è inverno e fa buio presto… Se cala il sole, ci coglierà la morsa del freddo proprio durante il suggestivo tratto della discesa a valle… Così ci avviamo, ma scendiamo quasi a folle, lentamente e leggiadramente, godendo a pieno del panorama attorno a noi e del colorato volo di un’upupa… Fino a valle dove -ahimè- comincia il "freddo"!
Tornati a casa, mi infilo in un bagno bollente perché sono gelata… La tosse non va né meglio né peggio, ma il naso è libero… Mi infilo il grembiule, stendo la sfoglia e con la ricotta di Santa Eufemia in men che non si dica do vita ad un bel vassoio di gustosi ravioli casarecci…
In fondo oggi cosa ho fatto? Ho solo assaporato il gusto della moto in inverno…nonostante la tosse!
Questo giro mi piace definirlo l’Aspirina della Befana!