Il giro in moto di fine anno non poteva mancare…
Giorgio era solito correre verso il mare, e noi avevamo promesso a Minnie che avremmo rispettato questa tradizione…
D’altronde in giornate limpide e gelide come quella di ieri le montagne le si possono ammirare solo da lontano: il Gran Sasso è più evidente che mai per la neve che lo fa splendere e lo rende visibile ed inarrivabile ovunque sei…
Così abbiamo imboccato la statale 16, quella del mare per intenderci, lasciandoci cullare dalle curve dolci e dai paesaggi marini che da Ortona in poi diventano sempre più selvaggi e suggestivi…
Una visita al castello aragonese di Ortona ci ha fatto scaldare i muscoli, il cielo turchese ed il mare agitatissimo hanno fatto il resto…Ci siamo fermati lungo la strada a San Vito Chietino più volte ed a lungo, per ammirare i trabocchi più suggestivi schiaffeggiati dalla furia del mare e incredibilmente stabili, fermi, perfettamente in piedi… So che ci sono trabocchi fino al Gargano (dove sono tutelati come patrimonio monumentale del Parco Nazionale del Gargano), ma quelli che si possono ammirare tra Ortona e Vasto lungo la cd. Costa dei Trabocchi sono senz’altro i più autentici e suggestivi…
Dapprima il trabocco Turchino, poi il Puntatorre, infine il Punta Punciosa… Bellissimi!
Alcuni non sono proprio sulla strada ma ad essi si arriva al termine di brevi sentieri individuabili con fatica… Ad esempio al Puntatorre siamo giunti dopo una breve ma scivolosa incursione in un fangoso canneto, e siamo stati premiati in quanto il Sig.Claudio, il proprietario, ci ha invitati ad entrare e ce lo ha fatto ammirare in tutto il suo splendore…
Per chi non fosse pratico, Il trabocco (detto anche trabucco o travocco) è un'antica macchina da pesca tipica delle coste abruzzesi. Pare sia stato importato in Abruzzo dagli antichi Fenici. E’realizzata in legno e consta di una piattaforma protesa sul mare ancorata alla roccia da grossi tronchi di pino d'Aleppo (tipico di queste zone), dalla quale si allungano, sospesi a qualche metro dall'acqua, due o più lunghi bracci, detti antenne, che sostengono un'enorme rete a maglie strette detta trabocchetto. Si caratterizza per la presenza di una piattaforma in posizione trasversale rispetto alla costa, alla quale è collegata da un ponticello costituito da pedane di legno. Un tempo fonte di sostentamento di intere famiglie di pescatori, oggi i trabocchi hanno il ruolo di simboli culturali e di attrattiva turistica, tant’è che alcuni di essi, come ad esempio il Punta Punciosa sono stati convertiti in ristoranti.
E il nostro ultimo dell’anno è appunto finito in un ristorantino di pesce, proprio di fronte al Trabocco Punta Punciosa: il degno modo di concludere una gita in moto di poche decine di chilometri ma densa di soste e di meravigliose scoperte… Sarà stato il vento gelido o magari le passeggiate a piedi sulle spiaggette per ammirare da vicino queste strane palafitte in legno, ma avevamo davvero una fame da lupi!
Giorgio era solito correre verso il mare, e noi avevamo promesso a Minnie che avremmo rispettato questa tradizione…
D’altronde in giornate limpide e gelide come quella di ieri le montagne le si possono ammirare solo da lontano: il Gran Sasso è più evidente che mai per la neve che lo fa splendere e lo rende visibile ed inarrivabile ovunque sei…
Così abbiamo imboccato la statale 16, quella del mare per intenderci, lasciandoci cullare dalle curve dolci e dai paesaggi marini che da Ortona in poi diventano sempre più selvaggi e suggestivi…
Una visita al castello aragonese di Ortona ci ha fatto scaldare i muscoli, il cielo turchese ed il mare agitatissimo hanno fatto il resto…Ci siamo fermati lungo la strada a San Vito Chietino più volte ed a lungo, per ammirare i trabocchi più suggestivi schiaffeggiati dalla furia del mare e incredibilmente stabili, fermi, perfettamente in piedi… So che ci sono trabocchi fino al Gargano (dove sono tutelati come patrimonio monumentale del Parco Nazionale del Gargano), ma quelli che si possono ammirare tra Ortona e Vasto lungo la cd. Costa dei Trabocchi sono senz’altro i più autentici e suggestivi…
Dapprima il trabocco Turchino, poi il Puntatorre, infine il Punta Punciosa… Bellissimi!
Alcuni non sono proprio sulla strada ma ad essi si arriva al termine di brevi sentieri individuabili con fatica… Ad esempio al Puntatorre siamo giunti dopo una breve ma scivolosa incursione in un fangoso canneto, e siamo stati premiati in quanto il Sig.Claudio, il proprietario, ci ha invitati ad entrare e ce lo ha fatto ammirare in tutto il suo splendore…
Per chi non fosse pratico, Il trabocco (detto anche trabucco o travocco) è un'antica macchina da pesca tipica delle coste abruzzesi. Pare sia stato importato in Abruzzo dagli antichi Fenici. E’realizzata in legno e consta di una piattaforma protesa sul mare ancorata alla roccia da grossi tronchi di pino d'Aleppo (tipico di queste zone), dalla quale si allungano, sospesi a qualche metro dall'acqua, due o più lunghi bracci, detti antenne, che sostengono un'enorme rete a maglie strette detta trabocchetto. Si caratterizza per la presenza di una piattaforma in posizione trasversale rispetto alla costa, alla quale è collegata da un ponticello costituito da pedane di legno. Un tempo fonte di sostentamento di intere famiglie di pescatori, oggi i trabocchi hanno il ruolo di simboli culturali e di attrattiva turistica, tant’è che alcuni di essi, come ad esempio il Punta Punciosa sono stati convertiti in ristoranti.
E il nostro ultimo dell’anno è appunto finito in un ristorantino di pesce, proprio di fronte al Trabocco Punta Punciosa: il degno modo di concludere una gita in moto di poche decine di chilometri ma densa di soste e di meravigliose scoperte… Sarà stato il vento gelido o magari le passeggiate a piedi sulle spiaggette per ammirare da vicino queste strane palafitte in legno, ma avevamo davvero una fame da lupi!