Voglio raccontarvi di una giornata di metà ottobre un po’ speciale, di un giorno di ferie rubato all’ultimo minuto nonostante il maltempo, di un giro in moto fatto sicuri di dover girare il manubrio a metà strada a causa di un temporale di quelli che non finiscono più, di un “andiamo” detto d’istinto nonostante la ragione urlasse di restare a casa…
Mi piacciono questi momenti in cui Frush ed io siamo mossi dallo stesso istinto, dalla stessa smania di partire, dallo stesso battito di cuore, ed insieme ci sosteniamo in una scelta che altrimenti non avremmo fatto…
Salgo in moto con mezza antipioggia già addosso, rassegnata ma decisa ad assaporare almeno metà percorso… Proprio perché convinti di dover tornare indietro scegliamo la strada più lunga che poi è quella più interna, meno trafficata, che subito regala scorci di campagna… Mentre annuso il profumo delle viti e delle aziende vinicole sparse lungo il tragitto, dò ogni tanto un’occhiata preoccupata al cielo sempre più nero sopra di noi… Penso alle quattro ore di pioggia battente del giorno prima in Val Nerina, sento che presto pioverà ma sono ugualmente contenta, comunque vada la scelta istintiva fatta poco prima mi ha già regalato qualcosa…
Quando passiamo per Brittoli cade qualche goccia…ma miracolosamente dietro il Voltigno si vede un pezzetto d’azzurro piccolo piccolo: penso che bello se fosse proprio il cielo di Campo Imperatore, ma mi dico che è solo un pezzetto di cielo piccolo piccolo in un mare di nubi nere e pesanti…
Arriviamo a Castel del Monte, che alle 11 e 30 di un giorno feriale sembra ancora addormentato, mi fermo alla Bottega del Parco a fare scorta di pane casareccio, pecorino e prosciutto di montagna…Chiedo al negoziante che tempo farà su e lui scuote le spalle e mi risponde che ormai è inverno… Già, è quasi inverno…La meravigliosa piana di Campo Imperatore, mio
posto del cuore, sta per essere avvolta in un mantello di neve, da un giorno all’altro la strada potrebbe essere chiusa al traffico…ma io non voglio perdermi lo spettacolo dei colori autunnali, son venuta apposta oggi nonostante il maltempo…Ci sono 9 gradi, batto i denti perché non sono ancora abituata al freddo…
Man mano che saliamo avviene il miracolo: quel piccolo sprazzo di azzurro diventa un’immensa tela bordata dall’oro degli alberi… Saliamo sotto una tempesta di foglie dorate, e d’improvviso dietro un tornante si svela la piana di Campo Imperatore… Frustati da un vento forte e gelido, continuiamo in uno stato di grazia, rapiti dallo scenario che abbiamo davanti… Siamo gli unici padroni, in giro non ci sono né auto né smanettoni…Respiro forte, penso a quante cose si possono fare in un giorno anziché stare in un ufficio a rincorrere ambizioni di carriera e di scatti di stipendio, neppure la D70 che si rifiuta di scattare a causa di un guasto mi toglie la gioia del momento… Ripongo la macchina fotografica e cerco di assaporare ancora di più questi colori, questi momenti che non potrò fermare in qualche scatto, e che mi appaiono sempre di più come un meraviglioso dono del cielo…
Saliamo fino a quota 2100 metri senza incontrare anima viva, accompagnati da un’unica nuvola bianca che pian piano va a coprire il Corno Grande che non mi è mai sembrato così vicino… Al rifugio c’è un piccolo gruppo di escursionisti, tra le gole assistiamo ad una simulazione di soccorso da parte dei militari che da qualche settimana stazionano a Fonte Vetica per una serie di esercitazioni… Mangiamo gli arrosticini direttamente sulla brace che ci dà un po’ di tepore (ci sono 6 gradi), attorniati da una cucciolata di cinque pastori abruzzesi più mamma e papà, chiacchierando di cibo con due pastori che pure cuociono spiedini sulla stessa fornace, sorridendo di fronte ad un piccolo gruppo di tedeschi infreddoliti capitati su queste montagne un po’ per caso che ci chiedono se abbiamo del pepe… Niente vino, siamo già in stato di ebbrezza, ubriachi di spensieratezza, intontiti di felicità, con i cuori che vanno all’unisono e gli occhi che ogni tanto si incontrano pieni di meraviglia e di complicità…
Abbiamo fatto bene ad assecondare l’istinto del mototurista, abbiamo fatto bene a partire nonostante il cielo chiuso… Ho ancora negli occhi le strane forme delle greggi sull’altopiano, il Corno Grande che giocava a nascondino dietro quell’unica nuvola bianca in un mare di turchese, le upupe incontrate per strada, il dialetto dei pastori, il sapore della carne di pecora, i piedi e le mani gelate e gli occhi di Andrea pieni di felicità…
Per la cronaca, lasciato l’altopiano ci siamo imbattutiti di nuovo in uno scenario di nuvole e pioggia ed abbiamo trovato mamma e papà un po’ preoccupati ad attenderci… E invece…!
Mi piacciono questi momenti in cui Frush ed io siamo mossi dallo stesso istinto, dalla stessa smania di partire, dallo stesso battito di cuore, ed insieme ci sosteniamo in una scelta che altrimenti non avremmo fatto…
Salgo in moto con mezza antipioggia già addosso, rassegnata ma decisa ad assaporare almeno metà percorso… Proprio perché convinti di dover tornare indietro scegliamo la strada più lunga che poi è quella più interna, meno trafficata, che subito regala scorci di campagna… Mentre annuso il profumo delle viti e delle aziende vinicole sparse lungo il tragitto, dò ogni tanto un’occhiata preoccupata al cielo sempre più nero sopra di noi… Penso alle quattro ore di pioggia battente del giorno prima in Val Nerina, sento che presto pioverà ma sono ugualmente contenta, comunque vada la scelta istintiva fatta poco prima mi ha già regalato qualcosa…
Quando passiamo per Brittoli cade qualche goccia…ma miracolosamente dietro il Voltigno si vede un pezzetto d’azzurro piccolo piccolo: penso che bello se fosse proprio il cielo di Campo Imperatore, ma mi dico che è solo un pezzetto di cielo piccolo piccolo in un mare di nubi nere e pesanti…
Arriviamo a Castel del Monte, che alle 11 e 30 di un giorno feriale sembra ancora addormentato, mi fermo alla Bottega del Parco a fare scorta di pane casareccio, pecorino e prosciutto di montagna…Chiedo al negoziante che tempo farà su e lui scuote le spalle e mi risponde che ormai è inverno… Già, è quasi inverno…La meravigliosa piana di Campo Imperatore, mio
posto del cuore, sta per essere avvolta in un mantello di neve, da un giorno all’altro la strada potrebbe essere chiusa al traffico…ma io non voglio perdermi lo spettacolo dei colori autunnali, son venuta apposta oggi nonostante il maltempo…Ci sono 9 gradi, batto i denti perché non sono ancora abituata al freddo…
Man mano che saliamo avviene il miracolo: quel piccolo sprazzo di azzurro diventa un’immensa tela bordata dall’oro degli alberi… Saliamo sotto una tempesta di foglie dorate, e d’improvviso dietro un tornante si svela la piana di Campo Imperatore… Frustati da un vento forte e gelido, continuiamo in uno stato di grazia, rapiti dallo scenario che abbiamo davanti… Siamo gli unici padroni, in giro non ci sono né auto né smanettoni…Respiro forte, penso a quante cose si possono fare in un giorno anziché stare in un ufficio a rincorrere ambizioni di carriera e di scatti di stipendio, neppure la D70 che si rifiuta di scattare a causa di un guasto mi toglie la gioia del momento… Ripongo la macchina fotografica e cerco di assaporare ancora di più questi colori, questi momenti che non potrò fermare in qualche scatto, e che mi appaiono sempre di più come un meraviglioso dono del cielo…
Saliamo fino a quota 2100 metri senza incontrare anima viva, accompagnati da un’unica nuvola bianca che pian piano va a coprire il Corno Grande che non mi è mai sembrato così vicino… Al rifugio c’è un piccolo gruppo di escursionisti, tra le gole assistiamo ad una simulazione di soccorso da parte dei militari che da qualche settimana stazionano a Fonte Vetica per una serie di esercitazioni… Mangiamo gli arrosticini direttamente sulla brace che ci dà un po’ di tepore (ci sono 6 gradi), attorniati da una cucciolata di cinque pastori abruzzesi più mamma e papà, chiacchierando di cibo con due pastori che pure cuociono spiedini sulla stessa fornace, sorridendo di fronte ad un piccolo gruppo di tedeschi infreddoliti capitati su queste montagne un po’ per caso che ci chiedono se abbiamo del pepe… Niente vino, siamo già in stato di ebbrezza, ubriachi di spensieratezza, intontiti di felicità, con i cuori che vanno all’unisono e gli occhi che ogni tanto si incontrano pieni di meraviglia e di complicità…
Abbiamo fatto bene ad assecondare l’istinto del mototurista, abbiamo fatto bene a partire nonostante il cielo chiuso… Ho ancora negli occhi le strane forme delle greggi sull’altopiano, il Corno Grande che giocava a nascondino dietro quell’unica nuvola bianca in un mare di turchese, le upupe incontrate per strada, il dialetto dei pastori, il sapore della carne di pecora, i piedi e le mani gelate e gli occhi di Andrea pieni di felicità…
Per la cronaca, lasciato l’altopiano ci siamo imbattutiti di nuovo in uno scenario di nuvole e pioggia ed abbiamo trovato mamma e papà un po’ preoccupati ad attenderci… E invece…!