Oggi per me è stata una giornata importante: di nuovo in moto dopo una pausa durata poco più di un mese a causa di un'ernia espulsa...
Tra il neurologo che sostiene che l'ernia l'ho "covata" sugli sterrati della Patagonia a Natale, e l'ortopedico che suggerisce di continuare a fare tutto ciò che mi piace ivi compreso andare in moto, naturalmente ho deciso di dare retta al secondo, nonostante che il primo sia un caro amico!
Sono fermamente convinta infatti che andare in moto non può farmi male, perchè quando gironzolo per il mondo dietro ad Andrea sono così felice ed appagata da provare un benessere -fisico oltre che mentale- così profondo da non poter essere solo un miraggio... Però il blocco del movimento è stato totale e stavolta non ha dato neppure un attimo di preavviso...il dolore è stato tanto... e così la paura che possa ricapitare durante un giro od un viaggio c'è e mi attanaglia lo stomaco...
Comunque sia, non nego che qualche fitta dopo i primi 50 km si è fatta sentire, poi però è scomparsa e di km ne abbiamo fatti 250!
Strano giro quello di oggi, culminato in bellezza grazie ad un sorso di grappa!
Stamane da Pescara siamo partiti decisi a fare una delle nostre bravate invernali, così -armati di non so quanti strati di lana e di pile- ci siamo diretti verso il lago di Campotosto, senza neppure sapere se le condizioni della strada ci avrebbero consentito di arrivare...
Giunti ad una decina di chilometri da l'Aquila però, complice anche la temperatura che si aggirava intorno ai 6 gradi, ho proposto a Frush di raggiungere semplicemente l'Aquila, per contemplare quel che resta di una città che con il terremoto del 6 aprile scorso si è come "addormentata"... Avevamo sentito in tv che ha riaperto un bar del centro pieno di legno e di affreschi che in passato è stato testimone di alcuni momenti felici della nostra vita, e volevamo rivederlo dopo la tragedia per sentire che va tutto bene... Magari aveva di nuovo sul bancone i dolci alle nocciole che a noi piacciono tanto, e così andarci poteva significare anche lasciare un piccolo contributo...
La città ci ha accolto più viva che mai: dormono i palazzi, ma la gente per le strade urla alla vita! Siamo capitati nel bel mezzo di una catena umana di sorrisi e di braccia che si passavano secchi e caldarelle colme di macerie... Al centro di queste due lunghissime catene umane i più "forti" portavano su e giù cariole cariche di detriti e di pietre, indossando elmetti gialli con attaccati slogan e parole cariche di speranza...
Poi l'arrivo del vescovo, i fischi che si sono fatti applausi quando è salito su un alto cumulo di macerie e si è messo simbolicamente a raccogliere i detriti... Gesti di speranza, di amore per una città che vuole rinascere più bella e maestosa di
prima...
Siamo rimasti a lungo in mezzo agli aquilani laboriosi e fieri che "pulivano" dalle macerie la loro città, il sole caldo asciugava qualche lacrima di commozione che mio malgrado non riuscivo a trattenere... Mi venivano in mente le case antisismiche visitate poco prima, certo utili, oserei dire indispensabili, ma così brutte da degradare quella che è una delle più belle città d'Italia ad una enorme pacchiana borgata... E poi ci sono ancora tante casette di legno, tante baracche nei paesi...
Poi ci siamo fermati al baretto della villa comunale dove di solito mangiamo con Muccaviola e Streets per uno spuntino veloce, seduti all'aperto a prendere il sole e a respirare l'aria pulita che sa già di primavera nonostante attorno ci siano ancora mucchi di neve ammassata... E qui è avvenuto il fatto! Insieme al caffè l'omino del bar mi ha messo davanti un bicchiere colmo per metà di un liquido trasparente: ho pensato fosse il classico mezzo bicchiere d'acqua che a Pescara i bar servono col caffè, e l'ho preso tirando sù un bel sorso... Mi sono strizzati gli occhi fuori dalle orbite e mi sono sentita una specie di drago tanto mi bruciava la gola... Insomma era grappa, la grappa di un bomberos (vigile del fuoco) che dietro di me aspettava di far suo un pezzo di bancone!
Ragazzi, io sono quasi astemia, così quel grappino mi ha fatto sentire all'improvviso un gran caldo, e mi ha fatto venir voglia di sfidare il gelo e la neve per ammirare le montagne dai 1500 metri di quota della strada che da l'Aquila porta all'altopiano delle Rocche...
La temperatura ha toccato i due gradi e non ha mai superato i quattro, ma lo scenario attorno era talmente bello che le due ore che ci son volute a salire e poi a riscendere a valle sono state una goduria... Poi, al solito posto, ecco la mia amichetta Foxy, una dolcissima volpe che incontriamo oramai da più di un anno ogni volta che decidiamo di gironzolare per il Sirente! Chiamala scema, si è divorata direttamente dalle mie mani un dolce aquilano di nocciole e cioccolato comprato al bar della piazza, prima di tornare trai boschi!
Naturalmente, scattata la prima foto, la batteria della Lumix ha deciso che faceva troppo freddo per resistere ancora un pò, ma questo non ha importanza perchè certi momenti sono così speciali che per restare impressi nella memoria non hanno bisogno di essere impressi anche su una memory card...
Insomma, se non fosse stato per quel grappino bevuto per sbaglio tra le risate del barista e di Andrea, forse questa giornata non sarebbe stata altrettanto bella...
Tra il neurologo che sostiene che l'ernia l'ho "covata" sugli sterrati della Patagonia a Natale, e l'ortopedico che suggerisce di continuare a fare tutto ciò che mi piace ivi compreso andare in moto, naturalmente ho deciso di dare retta al secondo, nonostante che il primo sia un caro amico!
Sono fermamente convinta infatti che andare in moto non può farmi male, perchè quando gironzolo per il mondo dietro ad Andrea sono così felice ed appagata da provare un benessere -fisico oltre che mentale- così profondo da non poter essere solo un miraggio... Però il blocco del movimento è stato totale e stavolta non ha dato neppure un attimo di preavviso...il dolore è stato tanto... e così la paura che possa ricapitare durante un giro od un viaggio c'è e mi attanaglia lo stomaco...
Comunque sia, non nego che qualche fitta dopo i primi 50 km si è fatta sentire, poi però è scomparsa e di km ne abbiamo fatti 250!
Strano giro quello di oggi, culminato in bellezza grazie ad un sorso di grappa!
Stamane da Pescara siamo partiti decisi a fare una delle nostre bravate invernali, così -armati di non so quanti strati di lana e di pile- ci siamo diretti verso il lago di Campotosto, senza neppure sapere se le condizioni della strada ci avrebbero consentito di arrivare...
Giunti ad una decina di chilometri da l'Aquila però, complice anche la temperatura che si aggirava intorno ai 6 gradi, ho proposto a Frush di raggiungere semplicemente l'Aquila, per contemplare quel che resta di una città che con il terremoto del 6 aprile scorso si è come "addormentata"... Avevamo sentito in tv che ha riaperto un bar del centro pieno di legno e di affreschi che in passato è stato testimone di alcuni momenti felici della nostra vita, e volevamo rivederlo dopo la tragedia per sentire che va tutto bene... Magari aveva di nuovo sul bancone i dolci alle nocciole che a noi piacciono tanto, e così andarci poteva significare anche lasciare un piccolo contributo...
La città ci ha accolto più viva che mai: dormono i palazzi, ma la gente per le strade urla alla vita! Siamo capitati nel bel mezzo di una catena umana di sorrisi e di braccia che si passavano secchi e caldarelle colme di macerie... Al centro di queste due lunghissime catene umane i più "forti" portavano su e giù cariole cariche di detriti e di pietre, indossando elmetti gialli con attaccati slogan e parole cariche di speranza...
Poi l'arrivo del vescovo, i fischi che si sono fatti applausi quando è salito su un alto cumulo di macerie e si è messo simbolicamente a raccogliere i detriti... Gesti di speranza, di amore per una città che vuole rinascere più bella e maestosa di
prima...
Siamo rimasti a lungo in mezzo agli aquilani laboriosi e fieri che "pulivano" dalle macerie la loro città, il sole caldo asciugava qualche lacrima di commozione che mio malgrado non riuscivo a trattenere... Mi venivano in mente le case antisismiche visitate poco prima, certo utili, oserei dire indispensabili, ma così brutte da degradare quella che è una delle più belle città d'Italia ad una enorme pacchiana borgata... E poi ci sono ancora tante casette di legno, tante baracche nei paesi...
Poi ci siamo fermati al baretto della villa comunale dove di solito mangiamo con Muccaviola e Streets per uno spuntino veloce, seduti all'aperto a prendere il sole e a respirare l'aria pulita che sa già di primavera nonostante attorno ci siano ancora mucchi di neve ammassata... E qui è avvenuto il fatto! Insieme al caffè l'omino del bar mi ha messo davanti un bicchiere colmo per metà di un liquido trasparente: ho pensato fosse il classico mezzo bicchiere d'acqua che a Pescara i bar servono col caffè, e l'ho preso tirando sù un bel sorso... Mi sono strizzati gli occhi fuori dalle orbite e mi sono sentita una specie di drago tanto mi bruciava la gola... Insomma era grappa, la grappa di un bomberos (vigile del fuoco) che dietro di me aspettava di far suo un pezzo di bancone!
Ragazzi, io sono quasi astemia, così quel grappino mi ha fatto sentire all'improvviso un gran caldo, e mi ha fatto venir voglia di sfidare il gelo e la neve per ammirare le montagne dai 1500 metri di quota della strada che da l'Aquila porta all'altopiano delle Rocche...
La temperatura ha toccato i due gradi e non ha mai superato i quattro, ma lo scenario attorno era talmente bello che le due ore che ci son volute a salire e poi a riscendere a valle sono state una goduria... Poi, al solito posto, ecco la mia amichetta Foxy, una dolcissima volpe che incontriamo oramai da più di un anno ogni volta che decidiamo di gironzolare per il Sirente! Chiamala scema, si è divorata direttamente dalle mie mani un dolce aquilano di nocciole e cioccolato comprato al bar della piazza, prima di tornare trai boschi!
Naturalmente, scattata la prima foto, la batteria della Lumix ha deciso che faceva troppo freddo per resistere ancora un pò, ma questo non ha importanza perchè certi momenti sono così speciali che per restare impressi nella memoria non hanno bisogno di essere impressi anche su una memory card...
Insomma, se non fosse stato per quel grappino bevuto per sbaglio tra le risate del barista e di Andrea, forse questa giornata non sarebbe stata altrettanto bella...